L'indomani Gian Giacomo ricevette dai genitori una meravigliosa notizia: il generale milanese Dellapadella stava giungendo loro a fare visita. Non era una notizia insolita, perché le due famiglie seppur diverse nelle origini e nei modi di vivere erano infatti molto amiche. La casa estiva dei Dellapadella era proprio accanto alla loro e i genitori di Gian Giacomo avevano il compito di sorvegliarla quando la famiglia non c'era. In cambio, ogni volta che giungevano, per ringraziarli portavano loro in dono qualcosa.
L'ultima volta Gian Giacomo rammentava che avevano ricevuto dei colori e delle tele per dipingere, e ne era rimasto estasiato. Aveva dipinto con sua madre tutto il giorno.Rammentava ancora deliziato l'odore della trementina e dei colori, il rumore che i pennelli facevano quando scivolavano sulla tela consunta. Quel giorno sua madre le era parsa una bambina seppur con i capelli ingrigiti e arruffati, con il volto giovane illuminato dalla gioia. Si era seduto accanto a lei e aveva annusato l'aroma della tintura fresca, osservando il miscuglio di colori accesi sulla tavolozza unta che mischiati facevano nascere un altro colore.
E infine, ma non meno importante, Giacomo era felice perché assieme alla famiglia, sarebbe giunto il suo amico Giacomo Dellapadella. Quasi per mostrare la differenza di vita di entrambi, nonostante lo stesso nome il loro aspetto non poteva essere più diverso di quanto già fosse; Giacomo Dellapadella era alto, con un fisico tonico e modi altezzosi. Il suo volto era squadrato e presagiva lineamenti imponenti, il mento e il naso larghi e la fronte piatta, i capelli lisci e neri come i suoi occhi leggermente infossati.
Non era bello, ma possedeva quell' insolito fascino che inevitabilmente attirava l'attenzione. Se soltanto fosse rimasto lì più a lungo, dicerto sarebbe stato lui il capo del loro gruppo, non Lorenzo.
Ma purtroppo il destino era beffardo e concedeva ai due amici di incontrarsi solo qualche volta nell' arco dell'anno.
Così, essendo un evento occasionale, non appena la notizia penetrò nelle sue orecchie, anche se era stanco dalla notte passata a bighellonare, si alzò dal letto non appena avvertì il canto del gallo.
Le sorelle dal canto loro erano già pulite e ordinate alla bel che meglio, con i capelli lucidi per le
spazzolate e gli abiti lavati dal fango secco.
Giacomo scese le scale ancora sporco e vestito dalla sera prima, coni folti ricci scarmigliati e gli occhi segnati da due scure occhiaie.
Come lo videro scendere in maniera così forsennata, la madre tentò invano di acciuffarlo e il padre gli imprecò dietro, ma lui non diede retta a nessuno dei due e sfrecciò come una scheggia fuori dalla porta di casa, dirigendosi verso la tenuta vicina dei Dellapadella.
La carrozza era già lì, così come i genitori, entrambi ben vestiti e fieri, i quali si dirigevano proprio verso di lui. Ma come lo videro arrivare, la figura di Giacomo sbucò da dietro di loro e corse a sua volta incontro all'amico, fino a stringerlo in un abbraccio soffocante.
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L'apprendista del pittore
RomanceNel lontano 22 giugno del 1490, il maestro italiano del periodo rinascimentale Leonardo da Vinci portò nella sua bottega, all'interno della Corte Vecchia, un giovine sconosciuto che corrispondeva al nome di Gian Giacomo Caprotti. Nonostante il nuovo...