Quella mattina, sbatté le palpebre infastidite per la luce del sole ed aprendole del tutto, ebbe la consapevolezza che la sua vita era cambiata per sempre. Accanto a lui, Gian Giacomo dormiva pacificamente a pancia in giù, il respiro calmo che gli muoveva le spalle in un lento alzarsi e abbassarsi, il corpo nudo arricciato nelle coltri di lenzuola cremisi che contrastavano con la sua pelle nivea e le efelidi bionde della schiena e delle braccia. Sul suo corpo, i segni di quella notte erano rappresentati da piccoli boccioli di un rosso scuro, pronti a rammentargli le sue azioni passate. Leonardo si mosse appena e questo fu sufficiente a far aprire gli occhi al giovine, come se in realtà stesse soltanto aspettando il momento propizio per svegliarsi. Le calde iridi scure assunsero una tonalità color miele, illuminate dai raggi del sole e i suoi capelli ricciuti possedevano riflessi di fuoco.
Per un attimo, entrambi rimasero in silenzio, senza il coraggio di pronunciare parola alcuna, con il timore che se lo avessero fatto l'incantesimo che li aveva legati la scorsa notte si sarebbe improvvisamente spezzato. Poi però, audace come sempre, Salaì riacquistò la sua sicurezza e si sporse fuori dalle lenzuola, rivelando la pelle tonica delle cosce e della pancia. Gli occhi del fiorentino non esitarono a scivolare in basso allo stesso scorrere in giù delle lenzuola, soffermandosi verso le natiche sode e il Lduro del ragazzo. Rammentò la scorsa notte, mentre lo prendeva e lo accarezzava e nonostante i suoi quasi quarant'anni, sentì le proprie gote infiammarsi. Osservò mentre il ragazzo si sporgeva verso di lui, i lenti movimenti ipnotici di un felino predatore, prima di osare di metterglisi in grembo, appoggiando la testa sul suo petto e circondandogli il collo con le braccia. La loro pelle entrò a contatto, ritrovando il calore e la morbidezza perduta. Se prima pensava che tutto fosse stato solo un segno, adesso Salaì non poteva che essere certo che quella era la migliore delle realtà.
<<Buongiorno.>>, sussurrò.
Inebriato dal profumo dell'uomo, chiuse gli occhi per lasciarsi andare contro il suo collo, dove la giugulare sussultava in un lento movimento. Cosa sarebbe dovuto accadere ora, che il confine era stato oltrepassato così istintivamente senza pensare alle conseguenze? Salaì non sapeva che cosa lo aspettasse, ma dentro d sé la paura di essere rifiutato dall'uomo che per tanto tempo aveva desiderato e che finalmente era riuscito a conquistare, era più forte di qualsiasi altro timore. Se fosse finito all'inferno a scontare quella pena, poco gli interessava e se vi fosse stato l'oblio più assoluto, allora meglio ancora; ma come avrebbe potuto pensare anche solo alla metà di queste cose, quando la mano di Leonardo si era premuta con tanta passione sulla sua schiena, quando le sue labbra calde avevano iniziato a ricambiare il bacio con l'ardore di un giovine alla sua prima cotta? E quello che era venuto dopo...Santo cielo! tutti i giochi della carne sperimentati fino a quel momento non erano nulla in confronto a quello che era avvenuto la scorsa notte. Leonardo lo aveva posseduto con una frenesia totale da impedire alla sua mente di formulare anche un singolo pensiero, era stato spogliato, leccato e baciato ovunque e infine penetrato con un ardore di cui ancora conservava i segni e il dolore. La mano dell'uomo gli accarezzò la schiena nuda, in piccoli movimenti circolari che risvegliarono in lui sensazioni languide. Si lasciò sfuggire un mugolio sommesso e strinse più forte i loro corpi. La mano di Leonardo si fermò a quel punto, costringendolo con riluttanza ad alzare lo sguardo.
Non gli piacque quello che vide: iridi celesti offuscate da un velo di paura, il dubbio logorante che l'uomo aveva provato nel ricambiare era manifestato da rughe di preoccupazione attorno agli occhi e sulla linea dura della bocca.
Con terrore, Salaì comprese che se non avesse fatto qualcosa in quel momento, Leonardo sarebbe tornato indietro.Gli prese il volto tra le mani e senza dire parola alcuna, lasciò che le loro labbra si congiungessero di nuovo, in un bacio delicato e puro che Leonardo infranse subito, dopo qualche attimo di esitazione, rendendolo selvaggio e sensuale con l'introdursi della lingua nella sua bocca. Il ragazzo si ritrovò steso tra le coltri di lenzuola scarlatte, con il fiato ansante per il bacio gli occhi persi ad ammirare il pene eretto del pittore fiorentino. Finalmente, Leonardo sorrise, malizioso, una luce che ancora Giacomo non aveva visto in quello sguardo.
<<Sei un vero diavolo, Salaì.>>
<<Per questo mi adorate, Maestro.>>. In uno scatto, Giacomo si issò per mordere il collo dell'uomo, stringendo la giugulare sussultante tra i suoi denti, beandosi dell'idea di essere momentaneamente padrone di quel punto delicato che concedeva la vita con il suo lento fluire.
Leonardo non ebbe da ridire questa volta, ma lo strinse tra le braccia cullandolo come un neonato. Gli baciò i capelli mentre entrambi scivolavano nuovamente sulle lenzuola e Salaì si perse in quelle carezze delicate e quasi materne, che raramente aveva conosciuto. Era normale per lui vivere il sesso come una lotta quasi animalesca e frenetica, un gioco di seduzione semplicemente carnale che terminava quando l'orgasmo sopraggiungeva e i suoi umori si stabilizzavano nuovamente. Ma quelle carezze, erano qualcosa di diverso, qualcosa di nuovo.
Titubante, Salaì strinse a sé l'uomo mentre una domanda gli pressava in una morsa dolorosa la gola.
<<Maestro, e ora cosa siamo noi?>>
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L'apprendista del pittore
RomanceNel lontano 22 giugno del 1490, il maestro italiano del periodo rinascimentale Leonardo da Vinci portò nella sua bottega, all'interno della Corte Vecchia, un giovine sconosciuto che corrispondeva al nome di Gian Giacomo Caprotti. Nonostante il nuovo...