Fu per una fortuna o per un calcolato caso dettato dal destino, se non addirittura per entrambi, che Salaì e Leonardo partirono per Mantova verso la casa di Isabella D'Este un giorno prima dell'arrivo delle truppe francesi guidate da Luigi XII, sfuggendo così alla guerra d' Italia, il cui scopo era la rivendicazione di Napoli e del ducato di Milano da parte della Francia. Era il 1499. Il 2 settembre, Milano venne espugnata e Ludovico il Moro dovette scappare dalla città per trovare riparo in Germania,preso Massimiliano I d'Asburgo, marito della nipote del Moro. La guerra, sarebbe durata ancora per ben 5 anni. Durante quel periodo, Katerina morì di malattia, la bottega di Leonardo chiuse e tutti i suoi allievi sparirono, in cerca di una vita migliore.
Ma per adesso, Leonardo e Salaì non sapevano cosa sarebbe accaduto un domani e non ci pensavano; il sole spuntava oltre le tendine della carrozza, illuminando pigramente i loro volti semi addormentati. Quella mattina, avevano mangiato focaccia e giocato con i noccioli delle olive, sputandoli per vedere chi colpiva la parete opposta della carrozza. Poi Gian Giacomo si era appollaiato con la testa sul petto del maestro, stanco per tutte le disavventure avute in quei giorni. La perdita di Maria cuoceva ancora nel suo cuore e inspiegabilmente si insinuò in lui il desiderio delle due sorelle, a Oreno. Oramai dovevano essere cresciute, forse maritate. In quegli anni, mai aveva avuto il coraggio di leggere le loro lettere, ma le aveva conservate tutte in un cassetto chiuso nello studio di Leonardo. Lo stesso studio, che ora si trovava a chilometri di distanza, celando segreti che ora lui non avrebbe mai più potuto scoprire. Il suo pensiero era volato alla dolcezza di Lorenziola e all'esuberanza di Angelina, per poi posarsi docilmente sulla madre.
Il ricordo di lei, dei suoi capelli secchi e il profumo di pane e verdure che le impregnava sempre i vestiti, ebbero l'effetto di rattristarlo ancora di più. Leonardo dovette per fortuna accorgersi del suo sogno agitato, perché lo svegliò con dolci carezze lungo la mascella. <<Hai più barba qui>>, gli indicò la mascella, ove cresceva un'ispida barbetta rossiccia. <<Sei un uomo adesso>>, asserì orgogliosamente. Era vero, pensò lui, portandosi le mani a strofinarsi quel punto piacevolmente rimasto tiepido dopo il contatto con quelle dita gentili, ormai aveva diciannove anni. Era a tutti gli effetti un uomo. Sorrise, consapevole del proprio gioco e della mano di Leonardo lasciata pigra per accarezzargli i boccoli e l'afferrò velocemente. Lanciò uno sguardo divertito e iniziò a mordicchiargli le dita, suadente. Gli si mise in grembo, e per un attimo non vi fu altro che i loro respiri fusi, ciocche dei loro capelli intrecciati. Gli occhi di Leonardo erano come il mare, limpidi e penetranti, dalle aste socchiuse. Il suo respiro fremeva. Salaì sorrise, si avvicinò fino a che le sue labbra non furono accanto al lobo del suo orecchio e allora si lasciò sfuggire un lieve, docile respiro; <<Vuoi vedere dove altro sono diventato più uomo?>>
La sera, si fermarono a mangiare in una taverna qualsiasi e Gian Giacomo diede sfoggio delle sue doti da truffatore, giocando ai dadi con degli sconosciuti incontrati per caso. Non credevano che potesse fare più volte due numeri sei: illusi. A fine partita tornò con il triplo di quanto aveva speso, incredibilmente senza essersi azzuffato con uno di loro che lo considerava un furfante (a ragione). Divise la minestra con Leonardo e lo ascoltò conversare con un uomo incontrato in quel momento e con il cocchiere, che altri non era che il fedele Batista, l'uomo che serviva Leonardo da quando Salaì ne aveva memoria. Lo osservò ridere e muoversi, elegante in ogni mossa e parola, con la luce della taverna che ne illuminava i capelli dorati come un'aureola fiammeggiante. Dio, pensò, se questo è l'amore allora voglio sentirmi sempre così. E proprio in quel momento Leonardo si volse verso di lui. Lo cercò con gli occhi e quando lo intravide, le gote arrossate e lo sguardo perso a contemplarlo, gli sorrise. Se la loro vita sarebbe stata sempre così, allora poco gli importava continuare a viaggiare senza meta o un comodo letto ad attenderlo. Gli bastava stare con lui.
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L'apprendista del pittore
RomanceNel lontano 22 giugno del 1490, il maestro italiano del periodo rinascimentale Leonardo da Vinci portò nella sua bottega, all'interno della Corte Vecchia, un giovine sconosciuto che corrispondeva al nome di Gian Giacomo Caprotti. Nonostante il nuovo...