muovesi l'amante con la cosa amata

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** Rammento con stupore il dì in cui maestro Leonardo decise di narrarmi la storia del giorno in cui Salaì sparì per interi giorni di casa. Rimembro, non senza n pizzico di gelosia, quanto i suoi occhi divennero lucidi ancora nel raccontare di tale storia. Era come se la vita dell'uomo fosse terminata, non appena avesse compreso di aver perso quell'altra parte della sua vita che oramai riteneva essenziale per andare avanti, anche se ovviamente pensai, un Genio come lui poteva senza alcun problema fare a meno di un ragazzetto capriccioso come Salaì al suo fianco per vivere la vita serenamente. A quei tempi, la lite tra il maestro e Gian Giacomo si era evoluta nel peggiore dei modi; e adesso, ero io l'onorato ad accompagnare il maestro nelle sue commissioni in giro per l'Italia, mentre quel rozzo di Salaì banchettava allegramente con cibi e bevande tra i nobili, spacciandosi per uno di loro. Questa condizione mi aveva riempito di gioia e profonda soddisfazione il cuore, tanto da non accorgermi di essere diventato un Narciso pronto a crogiolarsi nella sua nuova condizione di prediletto, e come tale, finendo affogato nell'acqua solo per osservar meglio il suo stesso riflesso.


Tutto questo perché i miei occhi e il mio cuore, non avevano intenzione di vedere la realtà dei fatti dinnanzi a me, ma preferiva mascherare e non accettare l'idea che sarei rimasto per sempre il numero due nel cuore di Leonardo (nonostante a me siano capitati gli scritti e gran parte della sua eredità.). Pensavo che Salaì fosse degno del soprannome che gli era stato dato e che in realtà il suo unico desiderio fosse il danaro e il suo ego spropositato e senza limiti, e come tale l'unica cosa che desiderasse, fosse in realtà soltanto sedurre il maestro e trascinarlo in un limbo di ossessione e possessione senza confini. Forse non sono così lontano dalla realtà, con questa descrizione malsana di amore. Ma ora che sono cresciuto e il mio bambino capriccioso desideroso di prevalere contro tutti è finalmente andato via, ammetto con un senso di rammarico e tristezza che il maestro Leonardo era indubbiamente innamorato del suo prediletto allievo, e che la sua scelta di non andare avanti senza di lui fosse consapevole. E Salaì, nonostante le sue cattive abitudini e il suo brutto comportamento, era a suo modo davvero innamorato del maestro e ne temeva l'incolumità e desiderava l'amore realmente.


Forse, erano davvero troppo uniti nonostante tutto, per continuare l'uno senza l'altro, anche solo per poco. E a questa consapevolezza sono giunto alla fine della loro triste storia, quando compresi che nonostante il soprannome, il carattere insopportabili e le angeliche fattezze a mascherarne la mostruosità, Gian Giacomo aveva deciso di seguire la sua metà poco dopo la sua morte, preferendo una fine violenta ma attesa, con la sola speranza di poterlo finalmente incontrare. Mi pace pensare che adesso, le loro anime si siano re incontrate, finalmente liberi da dolori e dubbi, persi nell'eternità delle loro fiamme d'amore. Eterni. Insieme.**

Le cronache di Francesco Melzi 1544

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Quella notte, quella seguente e quella ancora, Salaì la passò assieme a Maria. Insieme, erano un balsamo per le loro ferite ancora aperte causate da un amore forte e doloroso; lui a causa di un rifiuto, lei per la morte del suo neonato che il lavoro le aveva imposto. Durante una notte, dopo aver terminato di amarsi ed essersi distesi tra le coltri di lenzuola del bordello, entrambi nudi e abbracciati, lei gli aveva confidato a un filo di voce che l'uomo che l'aveva messa incinta era il suo amore proibito. Era stato uno dei suoi primi clienti e non si erano mai parlati più di tanto, ma come lo aveva visto lei aveva capito che lui era il suo destino. Dopo interi anni di notti rubate, lei era finalmente rimasta incinta e di lui! Un sogno che si avverava. Nella sua testolina bionda, vi era l'idea che lui l'avrebbe portata via dal bordello e avrebbe cresciuto il loro bambino insieme. Ma quell'uomo, di cui a malapena sapeva il nome, una volta appresa la notizia la aveva guardata con disgusto. Puttana, ecco come la aveva chiamata. Pensava che lei lo avesse adescato solo per farsi pagare di più con tale scusa per poi abortire, ma quando lei lo aveva implorato con le lacrime agli occhi, lui se ne era andato dalla stanza senza nemmeno guardarla. Per la prima volta si era sentita sporca, si era sentita insalvabile e aveva compreso che tutto il sogno creatosi non era altro che un'illusione per scappare dalla realtà. La notte dopo, aveva accarezzato la pancia leggermente rigonfia, la aveva baciata con la punta delle dita e si era permessa di fantasticare un'ultima volta. Avrebbe amato davvero quella piccola creatura, se solo ne avesse avuto la possibilità. Poco dopo quell'atto d'amore, con le lacrime sanguinante nel cuore e nell'anima, aveva abortito.

L'apprendista del pittoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora