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"Quindi se volessi invitarti a dormire a casa mia?" chiese Michelle sorridendomi teneramente mentre giocavamo a tris.

"Dovrei cercare di convincere mio padre, ma quasi sicuramente mi direbbe di sì." alzai le spalle scrivendo la X nella casella che mi sembrava migliore. "Invece per quanto riguarda la festa, è un no." spiegai. Michelle mi aveva raccontato che un certo Flash dava una festa questo fine settimana, ma io non ero assolutamente d'accordo ad andarci. Rispetto a mio padre io avevo quell'integrità mentale che mi frenava dal festeggiare per niente.

"Davvero, i tuoi non ti lasciano andare alle feste?" fece con voce melodrammatica e sospirai, anche se avessi provato a chiederglielo dopo la bravata del giorno prima non avrebbe mai accettato.

"Penso che prima dovrei farmi perdonare un paio di cosette." dissi mordendomi leggermente il labbro. "Ma almeno posso venire a dormire da te."

"Oh sì." fece lei sarcastica. "Sarà una delle notti più belle di sempre." Scrisse l'ultimo cerchio nella casella e finimmo la partita in parità.

"Le due signorine hanno finito di giocare?" chiese il professore di inglese arrivando fino ai nostri banchi. "Pensate che inglese non sia una materia valida?"

"Assolutamente no." rispose Michelle nascondendo il foglio con sopra le nostre partite di tetris con il braccio. "Stavamo solo discutendo di quanto Shakespeare fosse istruttivo. Insomma, Romeo e Giulietta che alla fine si suicidono per l'amore, molto commovente. Insegna come essere single sia un beneficio." alzò le spalle e il professore sbuffò prima che suonasse la campanella.

Ci alzammo e mettemmo via le nostre cose. "Allora, ci sentiamo a pranzo?" chiese alla mia amica che annuì prima di lasciare la classe, andai in corridoio e raggiunsi il mio armadietto.

"Friday, qual'è la mia prossima lezione?" chiesi non avendo voglia di guardare l'orario. Intanto sistemavo i quaderni in ordine.

"Spagnolo, le consiglio di sbrigarsi se non vuole fare tardi." consigliò la voce robotica e ringraziai per poi afferrare il mio quaderno con dentro alcuni schizzi. Non ero male in spagnolo, avrei potuto usare l'ora per pensare a qualche altra idea da mostrare a papà visto che non c'era Michelle a ficcanasare.

"Hey." sobbalzai quando mi girai per incontrare gli occhi marroni di Peter. "Scusa." sorrise. "Non volevo spaventarti."

"Oh." ripresi fiato. "Non fa niente, comunque, ciao anche a te." alzai le sopracciglia prendendo un ultimo libro e chiudendo l'armadietto.

"Abbiamo spagnolo insieme, vero?" chiese e alzai gli occhi al cielo.

"Sì Peter, abbiamo praticamente tutte le classi insieme." finsi un sorriso iniziando a dirigermi verso la classe e lui mi seguì.

"Stavo pensando, ti andrebbe di sederti di fianco a me?" chiese e lo guardai stranita. "Insomma, sei nuova in un certo senso e non voglio lasciarti sola. Per qualsiasi cosa puoi parlare con me e Ned e soprattutto Michelle, ormai siamo amici, no?" chiese sorridendo e mi fermai a guardarlo con le sopracciglia corrugate.

Faceva sul serio o cosa?

"Davvero?" ridacchiai. "Da quando? Mi sembra che fino a ieri non ti ricordassi nemmeno il mio nome." riflettei ad alta voce.

Lui mi guardò per qualche attimo in totale silenzio, probabilmente pensando o magari solo riflettendo su quanto fossi stronza, poi puntò lo sguardo sulle sue scarpe. "Hai ragione mi dispiace."

Lo guardai, ripensai a come mi ero sentita quando mi aveva praticamente ignorata i giorni prima e sbuffai. "Con le tue scuse mi ci lavo le suole delle scarpe, per non usare altre parole." sputai velenosa e mi diressi in classe.

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