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Mandai giù il groppo in gola osservando l'illusione che stavo sviluppando. Nel pomeriggio, subito dopo la scuola, ero tornata a casa e mi ero messa a fare pratica con i miei poteri. Ero riuscita a far apparire un piatto di biscotti, ma erano scomparsi prima che potessi prenderne uno in mano.

"Ok, devo pensare esattamente come lo voglio." chiusi gli occhi e sospirai per poi riaprirli e guardare la figura che pian piano prese forma. "Perfetto." sorrisi guardando la me stessa. Era uguale identica a me, l'unica cosa che cambiava era il fatto che avesse uno sguardo un pochino più serio. "Ora vai di là." La istruii e lei annuì prima di camminare attraversando la parete.

Era incredibile, riuscivo a manovrare i suoi movimenti e anche a vedere attraverso i suoi occhi come se fossi al suo posto, eppure ero ancora in camera. Vidi Nat seduta sul divano mentre lucidava la sua pistola e feci fermare il mio clone. "Ciao Nat, hai visto papà?" Chiesi e lei alzò lo sguardo su di me sorridendo leggermente.

"È in laboratorio, al solito direi." Alzò le spalle e annuii prima di far continuare il cammino all'illusione, passai per la cucina e vi trovai Clint preso con la preparazione della cena, probabilmente era l'unico che sapeva veramente cucinare qualcosa.

"Clint." Lo richiamai. "Dovevi per forza urlare contro i miei amici?" Mossi la testa di lato mentre lui sbuffava continuando a tagliare le cipolle.

"Ringraziami per non aver fatto rispondere Stark. Lui non sarebbe stato così carino." Si fermò a guardarmi. "Come mai quello sguardo serio? Successo qualcosa?" Chiese guardandomi incuriosito e scossi la testa.

"Non sono veramente io, è una specie di illusione, tocca." Gli porsi una mano e quando provò a toccarla, questa trapassò la mia e lui scosse la testa divertito.

"Voi ragazzini." Borbottò dandomi le spalle e infine tornando alla pentola mettendoci dentro le cipolle appena tagliate. Alzai le spalle e camminai fino a raggiungere l'ascensore. Quando fu il momento di premere il tasto ebbi un intoppo.

Non potevo toccare le cose fisiche.

Così dovetti andare sulle scale d'emergenza, scesi velocemente e arrivai nei sotterranei dove mio padre lavorava nel laboratorio. L'aveva spostato lì dopo l'intrusione del Dottor Destino e quasi sicuramente aveva inserito dei congegni per la sicurezza, ma questo non mi spaventò visto che passai attraverso la parete velocemente e senza causare danni. Poi mi diressi lungo il corridoio fino ad arrivare al laboratorio dove vidi papà Stark al lavoro. "Che cosa stai facendo?" Chiesi curiosa e lui sobbalzò girandosi verso di me.

"Renata." Sospirò posando una mano sul cuore. "Mi farai venire un infarto." Disse e io ridacchiai avvicinandomi a lui. "Sto cercando di capire dove si trovi quel pazzo con la tuta, abbiamo registrato il sogno che hai fatto mentre dormivi."

"Come?" Corrugai la fronte. Intanto mi mossi nella mia stanza e presi un quadernino guardando alcune bozze appese sulla parete riguardanti la tuta di Spider-Man, avrebbero sempre potuto farmi comodo.

"Hai continuato a riprodurlo come illusione per tutto il giorno. Abbiamo usato una semplice videocamera." Alzò le spalle e alzai gli occhi al cielo.

"Capisco." Mormorai. "Posso aiutarti?"

"No, preferisco che tu mom ti intrometta in queste cose." Disse facendomi cenno di allontanarmi. "Sei troppo piccola, queste sono questioni da adulti."

"Papà, non mi sembrava dicessi lo stesso quando ho salvato quel bambino dal palazzo." Risposi a tono e lui mi guardò con un sopracciglio alzato.

"Tesoro, sei stata brava. Ma una volta a casa sei scoppiata a piangere, per di più sei rimasta sotto shock dopo l'accaduto con Loki, per cui presumo che non sia pronta." Spiegò e mi dovetti trattenere dal rispondere male.

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