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"Siamo qui sulla 19esima dove due degli Avengers stanno salvando di nuovo la giornata insieme al protettore di NY, Spider-Man. Il tutto è cominciato questo pomeriggio quando due uomini hanno cercato di entrare nel penitenziario provvisorio per Dottor Destino, un nuovo cattivo che, per quanto pare, ha cercato di uccidere i nostri eroi e dichiarato guerra al resto degli esseri umani.
Non è neanche la notizia migliore, sulla scena si è presentata una ragazza alquanto stravagante."
Partì una clip che riprendeva Renata mentre cercava di avvicinarsi solo per essere bloccata da un poliziotto. "Ma vaffanculo." Lo scansò andando avanti.
"Quella che vedete è una ragazza speciale, vi ricorda qualcuno? Vediamo se questo vi schiarisce le idee."
Partì un'altra clip in cui si vede Renata urlare contro IronMan per poi camminare via arrabbiata e arrivare vicino alla telecamera. "Voglio un'intervista." Ordinò poi con voce aggressiva. Prese il microfono e guardò dritto nella telecamera con un sorriso alquanto inquietante. La tv si fermò su quell'immagine.
"Se non siete ancora riusciti a riconoscerla allora vi consiglio di continuare a guardare questa anteprima."
Il video riprese e il volume venne alzato. "Io sono Renata Stark... la figlia di IronMan."
"Avete capito? Tony Stark ha nascosto sua figlia sotto i nostri occhi per tutto questo tempo? Beh, non ne abbiamo avuta la conferma ma dalla reazione del famoso milionario possiamo dedurre che siamo su una buona pista. Infatti possiamo vedere IronMan prendere la sua presunta figlia e volare via senza darci una risposta.
Per saperne di più comunque, potete connettervi sta sera, avremo in sala entrambi i personaggi."

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La tv venne spenta e sorrisi osservando la faccia rossa di papà. "Qualcosa da dire in tua discolpa?" Chiese a denti stretti, passai lo sguardo su Natasha e Bruce per poi sospirare.

"Solo che avrei dovuto farlo tempo fa." Risposi schietta e lui sembrò andare su tutte le furie, potevo vedere il fumo fuoriuscire dalle sue orecchie. "Così impari a cercare di controllarmi. Se tu puoi essere uno Stark, allora posso farlo anch'io!" Mi alzai dal divano. "Pensavo l'avessi capito e volessi fare l'intervista per confermare tutto."

"Oh no, no, no. Quello sarebbe dartela vinta, all'intervista farai tutta la carina e dirai che eri delirante e che in realtà te ne sei approfittata e hai dato una notizia falsa." Spiegò e spalancai gli occhi.

"Cosa?" Urlai. "Stai chiedendo alla tua stessa figlia di mentire! Dov'è mamma?"

"Al sicuro a Los Angeles, avrei dovuto mandarti lì con lei fin dal principio, guardati! Sei troppo..." si fermò a guardarmi. "Sei troppo me, non riesco a sopportarti." Sbottò e corrugai le sopracciglia prendendo un respiro profondo.

"E' colpa tua!" Natasha si avvicinò cercando di calmarmi ma la scansai e camminai furiosa fino ad arrivare di fronte al grande Tony Stark. "Parli tanto e ti lamenti "Gne, mio padre non mi capiva, gne, mi riteneva un incompetente, gne gne gne." Feci finta di asciugarmi le lacrime come un bambino piccolo. "Beh, indovina? Hai preso tutto da lui, complimenti, sarà nella genetica degli Stark."

"Non ti azzardare." Urlò e feci un passo indietro spaventata dalla sua voce, non mi aveva mai veramente urlato contro. "Tu non sai cosa ho passato, non mettere in mezzo argomenti di cui non sai un cazzo!" Mi prese il polso e mi costrinse ad avvicinarmi a lui per guardarlo dritto negli occhi. "Sta sera all'intervista dirai che stavi scherzando, non posso rischiare che questo venga fuori e che finisca in pericolo di nuovo."

I nostri occhi sembravano incatenati, nessuno dei due sembrava intenzionato a rompere il contatto visivo. "Va bene." Sospirai staccandomi bruscamente da lui. "Sappi che faccio quello che dico, vuoi che dica al mondo che non sono tua figlia..." mi fermai perché mi ero appena resa conto di star per piangere, presi un grosso respiro e tornai alla mia espressione menefreghista che mio padre era solito a vedere. "Non sarò veramente più tua figlia." E con questo me ne andai in camera senza girarmi neanche quando Natasha cercò di richiamarmi.

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