28

1.2K 72 31
                                    

Dottor Strange's Pov

Girai la pagina del mio libro, presi la tazzina dal tavolino e bevvi un sorso del mio tè riprendendo la lettura del testo storico preso direttamente dalla biblioteca del Sanctorum.

"Strange." Wong entrò nella stanza col suo fare sempre arrabbiato, mi osservò con un sopracciglio alzato e sbuffò. "Hai saputo?"

Alzai leggermente lo sguardo per niente interessato e sospirai alzai gli occhi al cielo. "Dipende, so tante cose." sorrisi compiaciuto e lui sembrò contrariato.

"La piccola Stark è in ospedale." spiegò e alzai le spalle per niente sorpreso. "È questa la tua reazione? Un nulla?"

"Cosa vuoi che faccia?" chiesi chiudendo di colpo il libro. "È normale che sia all'ospedale, hai visto la vita di quella ragazza?" domandai ironico.

"Sono due giorni che dorme." sottolineò il mio amico e alzai di nuovo gli occhi al cielo. Davvero? Era così preoccupato per quella ragazza? Non aveva fatto altro che portare guai con i suoi desideri suicidi e la sua voglia di mettersi in luce.

"Wong, Renata ha avuto dentro di sé il potere di un Dio. Un potere del genere supera i nostri, non riusciresti neanche a immaginare un potere del genere. Prendilo come un pisolino ristoratore, quella ragazza non ha avuto un attimo per riprendersi da tutto quello che il suo corpo ha subito." cercai di tranquillizzarlo. "Non devi preoccupartene."

"Come dici tu." sbottò infine passando una mano sulla sua testa pelata. "Io vado a trovarla all'ospedale." e con questo lasciò la stanza in tutta fretta.

"Come vuoi." non mi importava sinceramente, finché non era in pericolo di vita non avevo di cosa preoccuparmi.

D'un tratto sentii la gemma del tempo dare una leggera scossa all'occhio di Agamennone. Osservai la collana confuso e mi alzai dalla poltroncina.

Qualcosa mi puzzava e non era il cibo takeaway di Wong.

Renata's Pov

Aprii gli occhi sentendo qualcosa toccarmi la spalla, alzai lo sguardo ancora appannato e vidi una figura distorta poco distante da me. "Dio?" chiesi con voce roca.

"Non del tutto." rispose la voce a me così familiare. Sbattei un paio di volte gli occhi finché non riuscii a mettere a fuoco la sagoma di mio padre. "Come ti senti?" chiese prendendomi la mano.

"Dove sono?" chiesi confusa guardandomi intorno, questa non era la mia camera, era troppo pulita e profumata.

"Sei in ospedale." rispose papà Stark e solo allora mi accorsi dei vari aggeggi elettronici attaccati a me. Mi girai a guardare lo schermo che registrava il mio battito cardiaco e sospirai, ma anche ciò mi era difficile. "Hai bisogno di qualcosa? Acqua, cibo, nuove coperte, qualsiasi cosa." mi spostai leggermente tornando a guardare mio padre.

Wow, indossava dei bellissimi occhiali da sole. "Cosa mi è successo?" domandai stanca. "Per quanto tempo sono rimasta così?"

"Due giorni." sussurrò flebile. "Sei svenuta all'improvviso a casa di Peter che ti ha subito portata qui." spiegò con voce tremante. "Per un attimo ho temuto di perderti." prese la mia mano e ci lasciò su un bacio.

"Io-" mi fermai cercai di ricordare. Ero a casa di Peter? Ah sì, stavamo parlando del fatto che dovevo mettere in chiaro le cose con mio padre, ora che lo guardavo meglio però riuscivo a notare delle occhiaie accompagnate da delle profonde borse, sembrava non dormisse da almeno un paio di giorni. "Mi dispiace." sussurrai. "Non volevo farti preoccupare."

Lui fece un mezzo sorriso. "Non saresti tu se non mi facessi preoccupare, no?" ridacchiò e scoppiai a piangere annuendo. "Cosa succede bimba?"

"È colpa mia." singhiozzai. "Mi dispiace così tanto, avrei dovuto darti ascolto fin dal principio, rimanere a Los Angeles con mamma e prepararmi per diventare la prossima amministratrice della nostra azienda." mi morsi il labbro. "Ho sbagliato tutto, ho fatto arrabbiare la maggior parte delle persone che ci tengono a me." lui scosse la testa e mi costrinsi a trattenere le ultime lacrime. "Volevo renderti fiero e allo stesso tempo aiutare."

Just MyselfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora