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Quando avevo detto che volevo salvare mio padre, di sicuro non intendevo farmi catturare dalle guardie di Justin Stupido Hammer.

E invece è proprio quello che era successo. Avevo disattivato il codice di sicurezza per poter entrare nel palazzo che a quanto pare possedeva, l'unico problema furono le camere che non notai, una volta entrata venni sedata sul colpo da un cecchino.

Non mi pagano abbastanza per questo lavoro.

Quando mi risvegliai capii di trovarmi in una cella, le sbarre non bastavano a farmi venire il mal di testa, venni anche sorpresa dalla presenza di una guardia al di fuori. Mi alzai in piedi vacillante e mi avvicinai alla porta. "Hey bel biondo." lo richiamai.

Lui si girò e mi guardò confuso. "Ma non sono biondo." rispose confuso e ridacchiai.

"Ma neanche bello." scoppiai a ridere mentre lui mi guardava male. "Oh andiamo, lo facevo sempre alle medie, non posso crederci che ci sei cascato." lui mi diede le spalle e tornò ad ignorarmi. "Dai, non dirmi che te la sei presa! Non hai neanche i capelli, avresti dovuto aspettartelo." lui si passò una mano sulla testa pelata per poi sospirare.

Sbuffai allontanandomi e camminando dall'altra parte della cella, sembrava tutto molto scuro lì se non per qualche luce a neon. Probabilmente mi trovato in qualche piano sotterraneo.

Mi sentivo ancora un po' frastornata dal sedativo di prima, la testa girava ancora e avevo un senso di nausea pazzesco. "Renata Stark? Mi dicono che sei sveglia." sentii una voce che riconobbi dopo come Justin Coglione Hammer.

Era praticamente attaccato alle sbarre e non appena iniziai ad avvicinarmi a lui, la guardia lo spostò. "Attento capo, è una ragazza malefica." mi mandò un'occhiataccia e gli feci la linguaccia.

"Una bambina? Pericolosa?" chiese lui con un sopracciglio alzato, era veramente brutto come uomo.

"Sono sempre e comunque una Stark." gli feci l'occhiolino e lui sorrise. "Mi è giunta voce che hai visto mio padre prima che sparisse magicamente, quindi, che ne dici di dirmi dov'è?" chiesi cercando di sembrare il più seria possibile anche se non oensavotdi starci riuscendo.

"Ah, Tony." Justin annuì. "È stato complicato tenerlo lontano dai suoi aggengi elettronici, è bastata una finta lettera a tuo nome in cui lo pregavi di venirti a prendere senza tuta e senza dirlo a nessuno e lui è partito subito." ridacchiò e corrugai le sopracciglia, aveva usato la mia assenza a suo vantaggio.

"Vedi, il bello di mio padre è questo: ha sempre qualcosa con lui." alzai le spalle dimostrandomi indifferente. "Senti, ti risparmio la parte in cui io e lui ti spacchiamo il culo a suon di pedate, lasciaci liberi e forse ti faremo anche pubblicità per la tua impresa." cercai di contrattare la cosa. "Pensaci bene."

"Aspetta." finse di rifletterci alzando gli occhi al cielo. "No." rispose poi con un sorriso derisorio. "Vedi, fosse stato per me ti avrei lasciata stare, non mi interessava arrivare a te quanto a tuo padre." iniziò a spiegare.

"Oooh, stiamo facendo il monologo da cattivo." ridacchiai. "Cercherò di essere lucida per godermelo." lui mi guardò confuso e poi si girò verso la guardia.

"Penso sia un effetto collaterale del sedativo, qualche minuto e dovrebbe tornare come prima." cercò di minimizzare la situazione.

"Ok." lui tornò a guardarmi. "Stavi dicendo, io miravo al grande Stark, IronMan. Poi però il mio collega mi ha fatto notare che un altro Stark avrebbe potuto rovinarmi come il primo, quindi andavano eliminati entrambi."

"Poverini." sospirai. "Non ti pensavo il tipo da omicidio." commentai poi osservandolo attentamente, sembrava più il tipo da pagare un cecchino.

"E hai ragione, non amo uccidere. Per questo ho assunto il mio collega, anche se per Tony dovrò provvedere io personalmente."

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