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Erano passati quattro anni dalla morte del nonno materno di Jimin e lui sentiva di aver perso qualcosa, sentiva che quel giorno qualcosa si era spezzato, qualcosa non aveva recepito, a qualcosa non aveva creduto

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Erano passati quattro anni dalla morte del nonno materno di Jimin e lui sentiva di aver perso qualcosa, sentiva che quel giorno qualcosa si era spezzato, qualcosa non aveva recepito, a qualcosa non aveva creduto. E più gli anni passavano più sentiva che qualcosa non andava, si sentiva spaesato ed incapace di mostrare i propri sentimenti.

Sapeva che il nonno fosse malato, aveva seguito tutta la vicenda con i genitori, era stato in ospedale a trovarlo e quando era tornato a casa per alcuni giorni, sentendo i genitori dire che non c'era più niente da fare, aveva creduto che andasse bene.

Aveva fatto come sempre colazione con lui, seduto sulle sue gambe che erano diventate ancora più magre, il nonno poi lo aveva fatto ballare sui suoi piedi come faceva sempre quando era piccolo ed erano stati nel giardino a curare i fiori prima che il vecchio dicesse di dover andare a sdraiarsi perchè si sentiva stanco.

Jimin aveva passato la sua giornata facendo i compiti, andando a lezione di danza e canto e poi era passato con la mamma a casa di Jungkook per prendere Jihyun che era andato in piscina con lui, il tempo di salire in macchina e la madre aveva ricevuto la chiamata di dirigersi all'ospedale che il padre aveva avuto una ricaduta, non ebbero il tempo di arrivare perchè il nonno li aveva già lasciati. 

"Gli è scoppiato il cuore" una frase che il piccolo Jimin non avrebbe mai potuto togliersi dalla testa, aveva nove anni, stava crescendo eppure non capiva, non capiva perchè il cuore potesse scoppiare, non capiva perchè il nonno da casa fosse tornato nuovamente in ospedale quando i medici avevano detto che lo dimettevano perchè non c'era più niente da fare, non capiva perchè Dio, quel dio che tanto tutti veneravano avesse permesso una cosa simile.
Era semplicemente sceso nella ditta a salutare i suoi operai e poi era stato di nuovo male.

"Il nonno sta dormendo" sentiva dire questo dai genitori e zii, rivolti verso i cuginetti ma Jimin sapeva che non stava dormendo, se ne stava li, con le braccia appoggiate a quella bara aspettando che il nonno si alzasse da un momento all'altro sentendo i cugini chiedere "quando si sveglia?" ma Jimin sapeva che non si sarebbe svegliato ed era arrabbiato per questo tanto che vedeva gli altri piangere e lui non ci riusciva, lui non lo accettava ma ancora più importante, era arrabbiato con se stesso perchè non lo aveva salutato, il nonno sè nè era andato e lui non aveva potuto salutarlo o magari avrebbe potuto fare qualcosa perchè il nonno non se ne andasse a soli sessant'anni.

Jimin ancora non lo sapeva ma sarebbe stato un pensiero ed un senso di colpa che avrebbe portato con sè fino alla vecchiaia, fino a che anche lui non si sarebbe addormentato proprio come il nonno.

Sia lui che Taehyung avevano finalmente ricevuto un cellulare e ,questo, ogni giorno gli mandava la solita immancabile domanda su Kakao "Come stai?" e Jimin non sapeva mai come rispondere ma con lui una cosa la sapeva "bene" era una parola che non gli avrebbe mai scritto perchè Taehyung per primo non l'avrebbe mai accettata.

Il minore lo riempiva di vecchie foto che avevano scattato gli anni prima, altri posti che avevano visitato, erano riusciti finalmente a visitare il museo del Tea e quello di Hello Kitty...era andato sulle montagne russe e si era sentito mancare stritolando la mano di Taehyung che come solito sembrava divertirsi un mondo, aveva assaggiato il bubble Tea di cui Tae andava tanto orgoglioso trovandolo disgustoso e pesante, quando glielo aveva detto il più piccolo si era limitato a fare la linguaccia e colpirlo.

Ora Jimin si trovava sul traghetto che da Busan lo avrebbe portato con la famiglia alla tanto amata Isola di Jeju nel Resort che ormai era una seconda casa, quell'anno Jihyun era andato in montagna con Jungkook e la sua famiglia e Taehyung gli aveva già scritto che si annoiava da morire tutto solo.

Sorrise guardando l'ultima foto che gli aveva mandato, il letto nel quale solitamente dormiva con un foglietto su cui il minore aveva scritto "Mi sento abbandonato"

Mise il telefono in tasca accorgendosi di avere la pelle d'oca, era appoggiato alla ringhiera della nave e l'unica cosa che vedeva era acqua, un'immensa profonda ed insidiosa distesa d'acqua, il tramonto spettacolare e magico eppure quella sensazione sgradevole di insicurezza ed attrazione lo stava angosciando, decise di sedersi su una delle poltroncine e restò seduto li a guardarsi i piedi, era orgoglioso perchè quell'anno aveva guadagnato cinque cm in altezza e visto che l'anno prima lui e Taehyung erano risultati alti uguali aveva la speranza che quest'anno lo avesse superato.

"No Non è così..." fu la prima frase che Jimin disse, frustrato, andando incontro all'amico che lo superava ancora di 5 cm...lui ne aveva presi cinque inutili allora. Taehyung rise per la sua smorfia, sapeva che a Jimin dava fastidio quando si appoggiava a lui facendolo sembrare ancora più basso e lo faceva apposta, Tae adorava sentirlo lamentarsi per poi scoppiare a ridere.

Era già quasi mezzanotte e Jimin aveva voluto farsi una doccia chiudendosi a chiave in bagno perchè Tae aveva la brutta abitudine di raggiungerlo e lavarsi con lui, finchè erano piccoli andava bene ma ora c'erano troppe diversità, stavano crescendo e Jimin sentiva di aver bisogno del proprio spazio e comunque Taehyung sembrava sempre un passo avanti a lui per qualsiasi cosa e si sentiva imbarazzato, gli spuntavano ora i primi peli quando, l'anno prima, si era accorto che a Tae stavano già spuntando e più di una mattina l'aveva sentito imprecare ed alzarsi dal letto ma non ne aveva capito il motivo fino a quando non capitò anche a lui. Aveva esultato per poi sospirare frustrato e sentendosi strano, imbarazzato e sporco aveva raggiunto il bagno buttando i boxer a lavare, gettandosi poi sotto la doccia...crescere e non avere il controllo del proprio corpo non era per niente bello.

"Ya...Ti sei lavato i piedi prima di metterti a letto?" Jimin era entrato in camera ed aveva trovato il suo migliore amico, nel suo letto, sotto le lenzuola bianche a torso nudo...quel maledetto sembrava diventato persino più muscoloso di lui che faceva danza.

Tae aveva annuito facendo gli occhioni dolci ma Chim non si era lasciato abbindolare, si avvicinò al letto ed alzando le lenzuola prese in mano uno dei piedi di Tae, picchiandolo con la ciabatta in spugna e dicendogli di andare a lavarsi che erano lerci, Taehyung si dimenava ridendo e chiedendo pietà, aveva preso la brutta abitudine di girare scalzo per la stanza ed anche dopo la doccia il risultato era quello, anche se pulivano tutti i giorni un pò di polvere e sporco restava comunque tra le fughe delle mattonelle.

"Piani per domani?" Taehyung lo aveva raggiunto, dopo essersi lavato, l'aveva sovrastato col suo peso, sentendolo brontolare, e si era disteso vicino al muro, spingendolo più verso il bordo del letto.

Jimin si era alzato ma il più alto l'aveva nuovamente fatto distendere "Dove vai?" il maggiore si era schiacciato più contro di lui dicendo che era troppo grosso e quel letto troppo piccolo per entrambi "smettila che ci stiamo ancora comodamente..." dopo quella risposta gli aveva tolto la guida di Jeju dalle mani ed aveva letto quello che Jimin aveva evidenziato "Loveland...andiamo li domani?" Jimin lo stava guardando con falsa sufficenza, Taehyung non sapeva davvero stare al proprio posto.
"si Papà ha detto che siamo abbastanza grandi per portarci e comunque...perchè dormi sempre nel mio letto? siamo grandi e stiamo stretti..."

"Per quello Chim...perchè stiamo stretti e poi sopportami...sono venti giorni..." Taehyung si era addormentato dopo quella risposta e Jimin non potè fare altro che accoccolarsi vicino al corpo del più alto, sperando che questo non lo sbattesse giù dal letto.












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