Capitolo 2

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CHRISTIAN
È mattino,non ho chiuso occhio tutta la notte. Non sono riuscito a dormire in un posto tanto lurido come questo.

Volto lo sguardo verso il mio migliore amico che, oltre a dormire beatamente russa come se non ci fosse un domani.

"Signor Hall?" la voce di un poliziotto mi risveglia dai pensieri.

Mi giro nella sua direzione, e con un cenno del capo gli faccio segno di continuare a parlare.

"Potete andare, è stata pagata la cauzione" detto questo si congeda e va via.

Rilascio un sospiro di sollievo, mi alzo e inizio a scuotere Logan che si trova ancora nel mondo dei sogni.

"Hey... Hey amico sveglia possiamo uscire da qui" gli dico mentre gli do leggere pacche sulla schiena.

"Mhm...possiamo andare?"risponde con voce ancora impastata dal sonno.

" Si possiamo, dai su alzati"detto questo prendo il mio giubbotto di pelle dalla panca e insieme ci avviamo verso l'uscita.

Come mi aspettavo ad attenderci all'uscita troviamo mio padre. Sapevo che non mi avrebbe abbandonato qui.

" Papà"lo chiamo" Sapevo che mi avresti aiutato"gli sorrido.

Si gira verso di me, ha un espressione che non promette nulla di buono. Sono sicuro che mi aspetta una bella lavata di capo.

"Entra su" mi indica con l'indice la macchina. Annuisco ed entro in auto come da lui indicato.

Per tutto il tragitto non abbiamo aperto bocca, la tensione che c'è nell'aria è palpabile.

Logan è tornato a casa con la sua auto ed io sono qui insieme a mio padre, arrabbiato come mai prima d'ora.

Non l'avevo mai visto così teso, è sempre stato un uomo molto tranquillo e ragionevole.

L'auto improvvisamente si ferma, solo adesso mi accorgo che siamo arrivati a destinazione. Esco e mi dirigo a passo svelto in casa.

Salgo le scale ed entro in camera. Mi affretto ad entrare in bagno e mi faccio una doccia per alleviare lo stress.

Avvolgo un asciugamano intorno ai fianchi e rientro in camera. Apro il guardaroba da cui estraggo un jeans e una semplice maglia bianca.

Scendo al piano di sotto trovando mia madre e mio padre seduti sul divano intenti a discutere.

Appena si accorgono della mia presenza si zittiscono. "Beh?" chiedo scrutandoli.

"Figliolo, abbiamo preso una decisione" è mia madre a prendere parola. "Quale decisione?"chiedo perplesso.

" Andrai a fare volontariato in una casa di cura"sbotta fuori mio padre. "Cosa siete per caso impazziti ???"gli ringhio contro.

"Basta Christian, non sopportiamo più questo tuo atteggiamento menefreghista" grida mia madre contro di me.

"E cosa faccio io con dei disabili?" chiedo sbalordito. "Li aiuti" risponde mio padre in modo ovvio.

"No, voi siete fuori di testa ho venticinque anni decido io la mia vita" rispondo tirandomi i capelli per la frustrazione.

"Ah si? E quando ti cacci nei guai e cerchi me non hai venticinque anni?" chiede mio padre rosso dalla rabbia.

Lo incenerisco con lo sguardo. "Va bene, avete vinto" mi alzo e vado in cucina in cerca di un bicchier d'acqua.

"Tra dieci minuti andremo lì ti aspetto fuori" dice mio padre appoggiato allo stipite della porta.

Gli faccio un cenno di assenso col capo e lui si incammina verso la porta.

In sella all'amore (DA REVISIONARE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora