Innamorata Di Uno Stronzo

06. Abe Harrison

<<Cazzo ma perché proprio nel Westminster!? Cosa cambia da lí a qui? Siamo sempre a Londra!>>
Mio padre è abituato alle mie sfuriate, soprattutto quando la causa è lui.
Mi si avventa contro è mi afferra per il colletto della maglia:<< Perché non possiamo più stare qui. E tu lo sai bene. Dio, se tua madre scoprisse che sei ancora vivo...>> le parole gli muoiono in bocca e mi lascia andare.
<<Forza, vai di sopra e prendi tutto quello che ti serve. Come ti ho già detto, andrai alla Westminster University dove ti farai dei nuovi amici.>>
<<Ma Cazzo, papà! Qui avevo tutto quello di cui avevo bisogno!>> dico ma non gli do nemmeno l'opportunità di rispondermi che sto già salendo le scale. Appena entro in camera, sbatto la porta alle mie spalle e mi lascio cadere in ginocchio. Merda. Perché mia madre è così pazza e omicida? Perché cazzo ho dovuto inscenare la mia fottutissima morte? Dio, a volte vorrei poter evadere da tutto questo. Io non appartengo a questa realtà, eppure ci sono finito immezzo. Perché per quanto possa fare lo stronzo e sfogarmi sugli altri, le cose non cambieranno. E io lo so bene.
È da un po' di tempo dunque, che inizio a sfogarmi su me stesso. Privandomi di tutto ciò che amo. È sbagliato anche questo ma almeno le persone soffrono meno a causa mia. Oh andiamo, che cazzata! Chi voglio prendere in giro? Continuo a fare lo stronzo nonostante io mi punisca da solo.
Forse sono un coglione dentro e basta.

※※※

<<Amy... Amelia... devo dirti una cosa...>> dico alla mia ragazza guardandola.
È stupenda, sembra fatta con un pennello. Ha gli occhi chiarissimi e grigi come la polvere, i capelli biondi che le arrivano a metà schiena e ogni curva al posto giusto.
Con lei non faccio mai lo stronzo perché la amo e non potrei farla soffrire.
Lei mi guarda e rimango rapito ancora dai suoi occhi di cenere. Mi soffocano, mi tolgono il respiro. Troppo belli. Lei è troppo bella.
<<Che c'è, amore?>> dice con la sua voce delicata. È come ricevere una carezza sul viso, quando parla.
<<Amy... io davvero partirò. Sai mio padre...>>
Non posso continuare la frase perché gli occhi le si inondano di lacrime che si infrangono su di me. Lei mi prende il viso fra le mani e posa delicatamente la sua bocca sulla mia. Le lingue si cercano e si esplorano con passione e tristezza, come mai avevano fatto prima.
I suoi baci mi trasmettono sempre delle scosse in tutto il corpo, come la prima volta in cui l'ho baciata, sotto la pioggia di un Agosto caldissimo.
Lei è la prima a staccarsi e, con la voce strozzata dalle lacrime ammette:<< Sai... credo che... che noi dovremmo... lasciarci. Che amore... che amore sarebbe se siamo... in due posti diversi... senza poterci mai vedere.>>
Le sue parole sono come schegge di ghiaccio che mi perforano il cuore.
Come cazzo è possibile? Lei non può lasciarmi. Non dopo che mi aveva giurato che nemmeno la distanza sarebbe riuscita a mettere un muro fra di noi.
Si asciuga le lacrime, mi da un ultimo bacio sulla guancia e si allontana correndo.
Mi lascia lì, impietrito, impotente.
Torno a casa e mentre cammino, vedo tutte le impronte delle persone che hanno pestato la neve sul marciapiede. Allora io e un pezzo di asfalto siamo più simili di quanto credessi: tutti nella mia vita hanno lasciato delle impronte, ma non si è mai davvero fermato nessuno.
Fantastico, sono un cazzo di marciapiede!
Ma che problemi ho? Bah.

※※※

Sono in macchina diretto a Westminster, West End di Londra. Le automobili sfrecciano veloci nelle corsie affianco alla nostra.
Da finestrino vedo il cielo blu ricoperto da stelle luminose.
Chissà se un giorno, anche io, avrò una nuova stella che brillerà per me.
Il cielo nero è l'ultima cosa che vedo prima di sprofondare fra le braccia del sonno.

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Spazio Autrice

Ciao ragazzi!!! Vi è piaciuto questo capitolo?
Qualcosa mi fa pensare che Abe e Scarlett siano molto simili, per certi aspetti...

Se il capitolo vi è piaciuto, vi invito a lasciarmi una stellina e un commento.

Grazie❤️❤️❤️

●Chiara●
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