Capitolo 50.

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Rachele non riesce a realizzare nulla di quello che sta succedendo , il rumore di uno sparo , poi un altro , un altro ancora , suo fratello che si mette davanti a lei e crolla fra le sue braccia poco dopo , il sangue che scorre a fiumi , le sue urla e le sue lacrime , gli occhi incastrati in quelli di Francesco , che sta cercando di dirle qualcosa.

"No , no non parlare Fra , non parlare , mantieni le forze."

Sussurra Rachele fra i singhiozzi, accasciandosi con suo fratello fra le braccia e cercando di fermare il sangue.
Francesco la guarda , gli occhi pieni di dolore , gli scende una lacrima e poi si lascia andare .

Se ne va.

Per sempre.

E tutto ciò che esce a Rachele è un urlo straziante.

Un urlo talmente forte da straziare qualsiasi cuore .
Un urlo talmente forte da far tappare le orecchie per non dover ascoltare un così forte dolore.
Un urlo così straziante e pieno di dolore da poter far male a chiunque, anche a chi ha pietra al posto del cuore.

"No Fra no. Torna qua , torna da me , dove stai andando?"
La voce spezzata da lacrime e dolore mentre stringe suo fratello forte e lo scuote sperando apra gli occhi da un momento all'altro , che le dica che è stato uno scherzo.
Lo continua a stringere forte , imbrattandosi di sangue , fino a quando delle braccia non li separano , Rachele urla , si dimena , scalcia.

"Dove lo portate? Dove me lo state portando . Bastardi , me lo avete ucciso . "
Rachele sta gridando e piangendo disperata.

"Me l'avete portato via. "

"Non andare via Fra , per favore , non mi lasciare sola."

Le lacrime di Rachele hanno cominciato a solcarle il volto senza che lei lo volesse , sta fissando la macchinetta del caffè nella sala relax , appoggiata al muro dando le spalle agli altri , non sa nemmeno con che forza è venuto al lavoro.
Sono passati otto anni.
Otto.
Eppure l'urlo che Rachele ha fatto quella sera , alle dieci e cinquantotto se lo ricorda benissimo , le fa ancora venire i brividi , le fa ancora straziare il cuore.

"Non è da lasciare sola."
Sussurra Mario a Paulo , seduti entrambi sul divanetto della sala relax.

"Le sono stato accanto tutta la notte , piangeva e ha avuto attacchi di panico continuamente ,fino a quando alle quattro si è finalmente addormentata dopo aver vomitato , era esausta.
Poi si è svegliata , le ho preparato il caffè , l'ho abbracciata , l'ho baciata . Non parla , piange , fissa il vuoto e sta in silenzio."
Spiega Paulo osservando la sua fidanzata.
"Non sono bravo in ste cose Mario , sono quella che dovrebbe capirla meglio per la storia di mio padre ma non ce la faccio a fare nulla di giusto."

"Hai già fatto tantissimo , non è da tutti saperla calmare."
Mario gli appoggia la mano su una spalla , per confortarlo.

"Non sembra lei , così debole , così vulnerabile . "

"E' crollata. Oggi le è concesso , vedrai che da domani andrà meglio."
Paulo non dice più nulla perché tutta l'attenzione viene portata su Rachele che fa un sacco casino accartocciando il bicchiere di plastica in un pugno con una tale cattiveria da spaventare chiunque.
Paulo fa per alzarsi ma Mario lo ferma , lo ringrazia con lo sguardo e poi il croato va verso la sua migliore amica , che ancora stringe quel pezzo di plastica fra le mani , lo sta stringendo talmente forte che si è persino tagliata. Mario non dice nulla , glielo toglie dalle mani , buttandolo e poi prende un fazzoletto dalla tasca della tuta posizionandoglielo sulla mano , le prende l'altra mano trascinandola dietro di lui e andando verso l'infermeria dove chiede il kit di pronto soccorso a Rosa che glielo da senza problemi , Mario la trascina su un lettino facendola sedere , prende il cotone e il disinfettante e comincia a medicarle la mano, il taglio é un po' piú profondo di quello che sembrava ma nulla di che.

Fix You. - Paulo Dybala.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora