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Dionaea

Abbiamo fatto pace due giorni fa, ora ci comportiamo come prima, più o meno...semplicemente c'è meno contatto fisico.
Perché è spaventoso, per lui.
Io sono spaventosa per lui, quindi è meglio che tra di noi ci sia sempre qualche centimetro. Anche se abbiamo dormito insieme la sera stessa che ho deciso di stargli lontana, ma è successo per sbaglio: ha messo un film pallosissimo e i miei occhi si sono rifiutati di superare i primi venti minuti e anche i suoi. Da lì non faccio che tormentarmi, sapere che dorme in fondo al corridoio mi provoca una strana sensazione.
Stanotte mi sono alzata con l'intento di andarlo a trovare, poi mi sono accorta che fosse una cosa troppo strana e ingiustificata quindi sono tornata nella mia stanza.
Ha ragione, sono pericolosa.

Sto scendendo in cucina quando sento il rumore di pentole che si scontrano. Deve essere Leonardo, visto che mio padre è uscito qualche ora fa, anzi tra poco torna per pranzo.
Mi fermo sulla soglia per vedere cosa combina. Credo stia cercando di preparare la colazione, sul tavolo ci sono diversi frutti, il frullatore, il tagliere, il latte, uno yogurt, i cereali e qualche ciotola. Lui mi dà le spalle, non sa che sono qui.
Taglia delle banane e le mette dentro al mixer.
«Merda» impreca perché un po' di latte si è rovesciato sul tavolo, quanta roba ci ha messo lì dentro?
Quando vedo che fa partire il frullatore senza averci messo il tappo istintivamente corro per coprirlo ma in due secondi il contenuto salta fuori ed entrambi ci ritroviamo sporchi di frutta.
I suoi occhi sbarrati si accorgono finalmente della mia presenza e nel vedere una fettina di banana sulla sua guancia scoppio a ridere.
«Devi vedere la tua faccia» lo indico col dito e le sue labbra si piegano in su prima di rispondermi «anche tu non sei messa bene» e scoppia anche lui in una risata sempre più sguaiata.
«Ma che state facendo?» ci interrompe mio padre mentre ci asciughiamo le lacrime «pulite subito prima che l'odore del latte impregni ogni cosa»
Una volta che abbiamo sistemato il casino in cucina, saliamo a farci la doccia.
Separati, ovviamente.
Purtroppo.
Io nel mio personalissimo bagno in camera, lui in quello del corridoio.
Tolgo il tutore, i vestiti e mi infilo sotto il getto d'acqua.
Lavarmi non è così difficile, anche se uso una sola mano, inoltre la spalla non fa più male come all'inizio. Il problema arriva quando devo raccogliere i capelli nell'asciugamano, da sola non riesco.
«Papà!» urlo mentre cingo il mio corpo nell'accappatoio, lui non risponde così lancio un altro grido. Finalmente bussa alla porta e gli dico di entrare, ma ovviamente non è lui.
Gli occhi ambrati di Leonardo percorrono tutto il mio corpo e si fermano sulla mia scollatura.
Sento arrossire persino le orecchie.
Non farlo, Leo. Non farlo.
«Tuo padre è appena uscito, mi ha chiesto di venire a vedere cosa volessi» il suo sguardo continua ad essere fisso sul mio petto.
«Mi servirebbe una mano con i capelli» dico mentre porto il braccio a coprire quella zona su cui si sono incollati i suoi occhi.
Ok una sbirciatina, ma ora sta proprio esagerando.
Infatti il messaggio gli arriva, arrossisce e si avvicina per aiutarmi.
Ci prova più volte prima di riuscire a fare un turbante decente.
È davanti a me, le sue mani dalla mia nuca cercano di incastrare bene l'angolo dell'asciugamano.
È così vicino che sento il suo respiro sul collo.
Leo...
Lo fisso, mi piace guardare la gente in faccia. Noto che quando si concentra morde il labbro inferiore, e questo gesto mi incanta.
Mi sta facendo impazzire piano piano.
I suoi occhi si spostano per un secondo sul mio viso catturando l'attenzione dei miei e poi scappano via quasi immediatamente.
«Hai bisogno di altro?» chiede mentre si allontana velocemente dal mio corpo
«Vuoi mettermi le mutandine?» domando sarcastica per imbarazzarlo, mi piace vederlo arrossire. E dopo quella giornata al fiume è più facile.
Sorprendentemente però non fugge via, anzi mi sorride malizioso.
«Mi piace di più sapere che non le porti»
Ok, non mi aspettavo una contromossa e sono sicura di essere io quella color peperone ora.
«Scherzavo, esci da camera mia pervertito!» e lui se ne va ridendo.
Sarei io la pericolosa?

Love Seed || COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora