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Dionaea

Leonardo tiene le distanze.
Non si avvicina più, mi sento un'appestata.
Quando l'ho raggiunto sulle pietre lui si stava rivestendo e siamo tornati subito a casa, in silenzio, ma non come quello bello dell'andata, un silenzio così pesante da sentirlo sulle spalle.
Ero terribilmente in imbarazzo, avevo provato a baciarlo e lui si era allontanato.
Mi ha rifiutata.
Credevo che tra noi ci fosse qualcosa, invece niente.
Ho interpretato male i suoi segnali?
Voleva solo giocare ed io ho immaginato tutto?
«Bastardo» borbotto tra me e me appena entro in camera, sbattendo la porta, ma non abbastanza forte quanto vorrei. Così la riapro e davanti a me c'è lui, con la mano a mezz'aria, come se l'avessi colto poco prima di bussare.
Che vuole ora?
La rabbia mi arriva subito al cervello e gli chiudo la porta in faccia.
Ecco, ora sì che ha fatto un tonfo soddisfacente.
«Rompila già che ci sei!» ringhia lui dall'altra parte.
Lo faccio di nuovo.
E di nuovo.
Inizio a sbattere la superficie di legno in continuazione.
Lui, che evidentemente stava andando in camera sua, fa retrofront e si piazza davanti a me ad osservare con braccia conserte la mia scenata di pazzia.
Non l'ho presa bene.
Direi che si nota.
Ma non sono arrabbiata con lui per aver giocato con me, sono furibonda con me stessa per essermi fatta mille castelli.
Non è da me.
Di solito non reagirei così, la prenderei tranquillamente, farei spallucce e direi "avanti il prossimo".
Invece non voglio che ci sia nessun prossimo.
Finalmente smetto di prendermela con la porta, che poverina non mi ha fatto niente, e dopo un'oretta di testa tra i cuscini, decido di andare a mangiare ciò che avevo preparato per questa giornata merdosa.
Anche Leonardo arriva in cucina, si è appena fatto la doccia, ma io lo sto odiando troppo per poterlo ammirare pienamente in quella t-shirt bianca, bagnata in alcuni punti dai suoi capelli gocciolanti.
Cerca di prendere uno dei panini che avevo preparato anche per lui ma con una mossa fulminea lo afferro prima io.
Mi guarda con un sopracciglio alzato e ci riprova con un altro, lentamente, come uno scienziato che studia le reazioni di un animale raro. Quindi mi allungo sul tavolo per appropriarmi di tutto, mettendoli sul mio piatto e non lasciandogliene neanche uno.
«Non puoi mangiarli tutti» commenta.
«Chi te lo dice?» rispondo in tono di sfida.
Lui aggrotta le sopracciglia, allunga repentinamente una mano e mi ruba un panino.
Io sono furibonda, libero tutto il cibo dalla carta stagnola e lecco ogni pezzo di pane: è troppo schizzinoso per mangiarli dopo questo gesto.
Infatti nel suo viso è apparsa un'espressione disgustata.
«Tu non ci sei tutta col cervello» sentenzia prima di uscire a grossi passi dalla stanza.
«STRONZO» gli urlo dietro e lui mi alza il dito medio.
Come si è rovinata questa giornata?
Volevo approfittare del fatto che mio padre oggi non tornasse per pranzo e stare via fino alle sei, godendoci la freschezza del fiume mentre condividevamo qualcosa di noi con l'altro...mentre condividevo qualcosa di mio con lui.
Sospiro sconsolata, davvero è stato il mio bacio a mandare all'aria tutto?

Il resto del pomeriggio lo passiamo separati: lui è di sotto che guarda la tv mentre io sono in camera mia a tagliare riviste.
Il rumore del furgoncino di papà mi ricorda che non ho detto a Leonardo di tenere segreta la nostra orrenda gita al fiume perchè ci farebbe una ramanzina infinita, dato che dovrei rimanere in casa per la spalla. Se sapesse che l'ho pure sforzata mi ucciderebbe.
Corro giù dalle scale e mi catapulto dal divano.
«Non devi dire nulla riguardo al fiume» gli ordino tutto d'un fiato, cogliendolo di sorpresa.
«Perchè?»  domanda confuso.
«Perchè si arrabbierebbe. Ti ricordo che non possiamo uscire»
«Tu non puoi uscire» sottolinea lui.
Sto per ribattere ma la porta d'ingresso si apre ed entra papà.
«Ciao ragazzi» ci saluta allegro «Come è andata oggi?»
Guardo Leonardo e lui ha un sorriso diabolico dipinto in faccia, le sue braccia si allungano verso di me, attirando il mio viso troppo vicino al suo.
Che cazzo fa adesso?
«Potrei mantenere il segreto se tu iniziassi a fare la brava» sussurra al mio orecchio.
«SIAMO ANDATI AL FIUME» urlo mentre spingo sto stronzo lontano da me.
Chi ti credi di ricattare?
«DIONAEA» tuona mio padre dall'altra stanza, prima di raggiungere la sala a grosse falcate e una mano tra i capelli «Ti avevo chiesto di rimanere in casa per SOLO TRE CAZZO DI SETTIMANE»
«Solo? Tre settimane sono infinite» sbuffo «e poi è stata un'idea di Leonardo» mento maligna.
Il ragazzo scatta in piedi e comincia a negare «Sei una bugiarda! Manco lo sapevo che ci fosse un fiume, come potrebbe essere colpa mia? Ci sei voluta andare tu!»
«Perchè non l'hai fermata?» gli domanda mio padre e lui boccheggia, non sa cosa rispondere quindi l'altro continua «Non so se ve lo ricordate, ma l'ultima volta che vi siete imboscati ci siamo ritrovati in ospedale»
«Non c'eravamo imboscati» lo corregge Leo.
Ma ti faccio così schifo?
«Possibile che di due non ne facciate mezzo? Ma che dico, neppure un quarto!»
Dopodichè sale le scale e si chiude in bagno a farsi la doccia.
«Come hai fatto a far ricadere la colpa su di me?» domanda allibito il ragazzo, io mi limito a rivolgergli un'occhiata carica di disprezzo, mentre me ne vado.

Leonardo

Dionaea ce l'ha con me perché le ho rovinato la sua giornata al fiume: come siamo arrivati ce ne siamo andati.
Non le ho dato spiegazioni, le ho solo passato le sue cose quando mi ha raggiunto, accompagnate da un "ce ne andiamo". Credevo si sarebbe impuntata e avrebbe fatto una scenata delle sue per capire il motivo, invece senza proferire parola è tornata indietro.
Meglio, non vorrei confessarle che stavo impazzendo dalla voglia di farla mia lì, tra le pietre, in mezzo al nulla.
È stata una prova durissima: lei mezza nuda, bagnata, e l'acqua che continuava a spingerla verso di me.
Per un momento mi sono quasi illuso ci stessimo per baciare, ma il mio cervello aveva una carenza di ossigeno così grossa che sono sicuro di essermelo immaginato, anzi sono sorpreso dal fatto che, in qualche modo, sia suonato il campanello d'allarme: ero così preso da me stesso che non mi sono accorto di starle facendo male alla spalla.
Non le ho neppure dato il tempo di dirmelo e stavo anche per metterla in ulteriore pericolo.
Non me lo perdonerò mai.
Sono stato troppo egoista.
Ho pensato solo a me, al mio divertimento e per riuscire a riprendere il lume della ragione ho dovuto allontanarla da me o non avrei potuto formulare un pensiero di senso compiuto.
Con il suo seno attaccato alla mia pelle e le sue labbra ad un respiro dalle mie, come avrei potuto?
Riflettendoci bene: Dionaea non sembrava per nulla turbata, anzi forse non mi sono imm-
«LEONARDO» strilla la protagonista dei miei pensieri, a pochi metri da me, con le mani appoggiate sui fianchi «Alza il culo e apparecchia»
Quando si è fatta ora di cena?
Senza rispondere mi alzo e la raggiungo sotto l'arco che divide la sala, i suoi occhi verdi mi lanciano saette cariche d'odio. Subito l'immagine di qualche ora fa, quando il suo viso era estremamente vicino al mio, si incide nella mia mente.
Il mio sguardo cade sulle sue labbra carnose al ricordo dei pochi millimetri che mi separavano da loro.
E se non mi fossi immaginato niente?
Le mie mani si muovono da sole, alzo il suo mento con l'indice e porto il mio pollice a disegnare la forma della sua bocca.
«Non farmi perdere il controllo» imploro con un sussurro.
La sua espressione riflette perfettamente tutta la confusione che ha in testa.
Dimmi, Nene, non l'hai ancora capito?
Vedere i suoi occhi sgranati e brillanti è come un treno d'impulsività che mi investe a tutta velocità, senza rendermene conto sono già chino su di lei.
E se invece me lo fossi immaginato?
Per fortuna riesco a fermarmi in tempo, prima di rovinare tutto.
Distolgo lo sguardo dalle sue labbra e lo porto sulle sue pupille dilatate.
«Scusami» le lascio un bacio veloce sul naso e mi allontano, avviandomi verso la cucina, mentre lei si lascia cadere a terra portandosi una mano sul viso.

A cena Luigi è ancora scocciato perchè siamo sgattaiolati via, sua figlia mi fissa come se avessi tre teste ed io cerco in tutti i modi di intavolare una conversazione senza riuscirci.
Quindi mi arrendo ed in silenzio finisco di mangiare, dopodichè mi impongo per lavare i piatti.
Mentre ho le mani immerse nell'acqua e pulisco la pentola, Dionaea varca la soglia, si avvicina ed infila nel lavandino un ciotola sporca di gelato, poi si appoggia sul piano in pietra ed inizia ad analizzarmi.
«Cosa vuoi, Nene?»
Fa spalluccia senza rispondere.
«Ti serve qualcosa?»
Silenzio.
Sto per fare un'altra domanda ma lei mi anticipa.
«Non capisco» sussurra di getto, poi esce in giardino dalla porta finestra che c'è in cucina.
Sospiro, mentre lascio tutto lì e la raggiungo pochi secondi dopo.
Al centro del prato c'è lei, seduta sull'erba, intorno una miriade di lucciole le danno un'aura surreale. I suoi occhi verdi fuggono dai miei per la prima volta, si porta le ginocchia al petto e vi poggia la testa, i suoi capelli lunghissimi arrivano fino a terra.
È così bella che mi è difficile respirare.
«Nene» bisbiglio, ho paura che tutto questo si spezzi per qualche assurdo motivo «Io-»
«Cos'ho che non va?» m'interrompe.
Il mio cervello cerca di ragionare, ma non so perchè mi sento in uno strano stato di trance e non riesco a rispondere.
«Perchè mi hai chiesto scusa prima?» insiste.
«Io...» come dirle che mi fa perdere ogni capacità intellettiva? «Non riesco a reggere quelle come te»
Sbuffa un sorriso che non ha nulla di allegro.
«Come sono quelle come me?» il suo sguardo è perso nel vuoto.
«Spaventose» mi esce spontaneo e lei ride, poi allunga la mano in alto, le dita chiuse a pugno tranne il mignolo.
«Vieni» comanda «facciamo pace»

🌱

Angolo meee 🍀
Come state? 🌸 Settimana lunga? Per me è stata terrificante ma lasciamo perdere 🙈
Quindi! Cosa pensiamo di Leonardo che non ha mica capito le intenzioni di Nene? Quanto è stupido? E Nene che ha iniziato a prendersela con la porta come una matta che problemi ha? 🤯
E di questo ultimo discorso che ne pensiamo?
Mi dispiace se il capitolo è un po' incasinato ma non ho avuto tanto tempo 😭
Al prossimo e grazie 💕💫

Love Seed || COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora