Dionaea
Come avevo previsto papà si è incazzato come una biscia, ha sbraitato che sono stupida e che sono abbastanza grande da sapere cosa fare e cosa no, io ho dato la colpa a Leonardo (c'era anche lui) che ha boccheggiato per qualche secondo ed ha concluso con un semplice io non c'entro niente, ma mio padre se l'è comunque presa anche con lui, ha urlato un siete dei coglioni e poi si è rinchiuso in camera.
Un tantino irascibile.
Io e il ragazzo sdraiato nel mio letto abbiamo fatto spallucce e ci siamo diretti nella mia stanza.
Sono sulla scrivania, davanti al pc che faccio il book da presentare al corso di flower design, lui scrolla annoiato la home di Instagram.
«Perché ti piace tanto quel social?» è una domanda che mi frulla in testa da un po'.
«Non mi piace, controllo cosa pubblicano al posto mio»
«Non pubblichi tu?» sono confusa.
«Di solito sì, ma ora che sono scappato dalla mia manager lasciando in sospeso il lavoro, lei pubblica vecchie foto per non far rimanere il mio profilo inattivo»
Senza rendermene conto sto digitando il suo nome nella barra di ricerca di Instagram.
Caspiterina, quanti followers!
A me cagano giusto tre persone in croce: mia nonna, mio padre e Claudio.
Le sue foto, comunque, dovrebbero essere illegali.
È bello come un Dio.
Apro una foto in bianco e nero, dove, ovviamente, è solo in boxer e mi ritrovo a deglutire più volte.
Andiamo, sono solo degli addominali ed una V molto marcata che...santo cielo perché non ti arrestano? Sono sicura non sia legale.
«Che stai facendo?» sussurra al mio orecchio ed io salto sulla sedia facendo volare il mio cellulare.
Beccata.
Quando si è alzato?!
Le mie guance vanno a fuoco e rido nervosamente: «ma quanto Photoshop usano?»
«Non più di tanto» fa spallucce.
E non so perché cazzo io gli stia alzando la maglietta, lui mi guarda confuso. Giustamente.
«Volevo solo controllare» rido istericamente e allontano subito le mie mani dal suo corpo.
Ma che mi prende?
Dovrei pensare prima di agire.
Leo scoppia in una risata e ora mi sento ancora più stupida.
Poi avvampo quando si toglie la maglietta e sorride malizioso, i miei occhi si sono incollati al suo busto statuario e non so più come controllarli.
«Non vale contrarre i muscoli» dico mentre cerco aria in questa stanza, che improvvisamente è diventata troppo calda.
Di aria, comunque, non ce n'è.
«Non lo sto facendo» ride ancora «vuoi toccare?»
Sta scherzando, ma io l'ho presa piuttosto seriamente: mi sono alzata e il mio dito sta già disegnando la linea dei suoi pettorali.
Qualcuno mi tagli le mani.
Al più presto, grazie!
Anche lui sembra sorpreso, il suo sorriso non c'è più, i suoi occhi sono sgranati, il suo pomo d'Adamo va giù lentamente e le sue guance prendono colorito.
Non credo, comunque, che possano essere più rosse delle mie.
Rimaniamo un attimo a fissarci, occhi dentro occhi, con un imbarazzo che ora sta diventando quasi piacevole.
Si avvicina di più.
Le sue mani si appoggiano sui miei fianchi, il mio corpo si attacca al suo. La mia mano, ancora appoggiata al suo petto, segue il suo respiro. Mi alzo lentamente in punta di piedi mentre lui si abbassa piano, i nostri nasi si sfiorano e il suo respiro caldo accarezza delicatamente il mio viso. Il suo profumo dolce mi riempie le narici e le nostre labbra si stanno sfiorando.
«Sono tornato!» il grido di Claudio, accompagnato dal suono della porta che si spalanca sbattendo contro il muro, ci interrompe e ci stacchiamo immediatamente.
Leo fa qualche passo indietro ed io mi appoggio alla scrivania, anche perché credo che potrei collassare a terra da un momento all'altro.
Lo stavamo davvero per fare?!
I miei occhi corrono subito verso il ragazzo dalla porta, ha un'espressione sorpresa che subito si trasforma in contrariata. Continua a fissare Leonardo che per qualche secondo rimane immobile, poi sbatte le palpebre più volte e si rimette la maglia.
Grazie, almeno quello.
Lo sguardo infuocato di Claudio torna sulla sottoscritta. Cerco di schiarirmi la gola e ricompormi ma vengo interrotta ancora prima di parlare.
«Che sta succedendo qui?» il suo tono è grave e le sue iridi nere sono arrabbiate.
«N-niente» balbetto «almeno credo»
Più che altro non lo capisco neanche io.
Ci stavamo davvero per baciare?
«Credi?» sbuffa una risata «C'è un ragazzo nudo in camera tua»
«N-non è nudo»
«Scusa! Riformulo: c'era un ragazzo nudo in camera tua» il suo tono si sta alzando. Leonardo invece muto, sembra in uno strano stato di trance.
«Era solo a torso nudo» lo correggo.
«Solo»
«Io...io stavo testando la capacità muscolare del suo corpo»
Beh, è vero, lo stavo facendo prima che succedesse quella cosa, qualsiasi cosa sia.
Claudio spalanca gli occhi e credo di vedere il fumo uscire dalle sue orecchie.
Ehi, non ha motivo di arrabbiarsi in questo modo, non è mica il mio ragazzo!
«Tu chi cazzo sei?» sbotta verso il biondo.
STAI LEGGENDO
Love Seed || COMPLETA
RomanceDionaea è una ragazza semplice, spontanea e con il pollice nero, nero come la pece, nonostante sia figlia di due giardinieri. Abita insieme a suo padre in un piccolo paesino di campagna, e lo aiuta con il lavoro, che di solito si limita a guidare il...