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Leonardo

Ghiaccio.
Freddo.
Acqua?
Appiccicoso?
Ma che c-?
Apro un solo occhio per capire cosa abbia disturbato il mio pisolino sul divano.
Nel mio campo visivo appare il viso di Dionaea contentrata sulla tv, è in piedi dietro il sofa, gli avambracci appoggiati sullo schienale, mentre mangia un ghiacciolo.
O almeno ci prova, visto che sta sgocciolando quel dannato affare su di me senza rendersene conto.
Sono troppo assonnato per lamentarmi...forse è meglio dire che tutta la mia attenzione è stata catturata dalla sua lingua, che imprigiona una gocciolina, percorre tutto il ghiacciolo e  ne mette la punta in bocca.
Dio.
Deglutisco così rumorosamente che mi sente, i suoi occhi si spostano dallo schermo su di me e credo che abbia intuito i miei pensieri poco puri perchè un sorriso furbo, e dannatamente sexy, appare sul suo volto: provocatoria succhia quel fottuto pezzo di ghiaccio.
Dio.Mio.
«Ragazzi, mi date una mano?» la voce lontana di Luigi interrompe questa tortura.
«Arrivo io! Leonardo ha un piccolo problema» lancia un'occhiata alla patta dei miei jeans mentre pronuncia la penultima parola.
«Oh merda!» mi agito e cerco di coprire la mia erezione, mentre lei ride sculettando via dalla stanza.
Stronza maledetta.
Sono due giorni che mi da' il tormento, ovvero da quando è successo quell'incidente in bagno.
Ma che posso farci io?!
È il mio corpo che reagisce a certe situazioni!
E lei sembra divertirsi come una matta: mi guarda spesso lussuriosa, si lecca o morde le labbra, se deve prendere qualcosa vicino a me fa aderire il suo corpo al mio e tutto è diventato insostenibile.
Mi sta facendo impazzire, ogni volta il mio cervello ha un crollo e mi sento un totale ebete perchè rimango pietrificato senza riuscire a ritrovare la ragione.
Non mi è mai successo.
Di solito sono io quello a cui piace giocare, devo riprendermi.
«Leo» urla lei dal giardino «Fattela passare che qui servi tu, io non ce la faccio!»
«Farsi passare cosa?» chiede suo padre.
«Ha un'e-»
«ARRIVO» la interrompo immediatamente, salto giù dal divano e corro a vedere cosa serva, prima che lei dica qualcosa di troppo.

Quando li raggiungo, la prima cosa che noto è un lungo tronco.
«È caduto nel giardino del vicino» spiega Luigi «ce lo ha dato così lo usiamo come legna per il camino questo inverno. Mi aiuti a metterlo sul tavolo lassù? L'ho trascinato fino a qui ma non riesco ad alzarlo più di così»
Senza farmelo ripetere una seconda volta cerco di rendermi utile.
È il minimo che possa fare visto che mi ospitano da un paio di giorni.
Quindi afferro l'altro capo del tronco e devo fare un sacco di fatica prima di riuscirlo a sistemare come desidera lui, altrochè palestra!
La figlia mi guarda assorta in qualche fantasia mentre fissa le mie braccia.
Credo le piacciano le mie vene che si gonfiano per lo sforzo.
Forse spera che esplodano?
Ma da come si morde il labbro credo che stia pensando a tutt'altro.
Tempo di vendetta, mia cara.
Mi propongo di aiutare il padre a tagliare il tronco in pezzi più piccoli, poi mi tolgo la maglietta e la lancio verso di lei.
«Fa troppo caldo» giustifico il mio gesto con un sorriso sornione mentre lei mi divora con gli occhi.
Non capisco perché non poniamo fine a questa pagliacciata e non facciamo sesso su questo tavolo. Si vede che ci piacciamo!
O me lo sto sognando?
Forse sono troppo presuntuoso, magari si diverte a darmi fastidio e basta.

Dopo più di un'ora che taglio legna sono talmente sudato che credo morirò disidratato.
Abbandono gli attrezzi e mi siedo a terra per qualche secondo.
«Vuoi un po' d'acqua, giovanotto?» mi chiede Luigi e annuisco con la testa, non ho la forza neppure per rispondere.
«Nene, andrest-»
«Vacci tu, io sono occupata» lo interrompe la figlia con lo sguardo puntato sul mio addome.
Può essere così esplicita anche davanti a suo padre?!
Quest'ultimo le borbotta qualcosa  prima di dirigersi dentro casa per tornare subito dopo con due bicchieri e una caraffa di acqua ghiacciata.
Bevo come uno che ha vagato per giorni nel deserto e Luigi, probabilmente mosso dalla compassione, mi dice che per oggi abbiamo finito, mi ringrazia, riordina gli strumenti e poi sparisce dentro casa quando il suo cellulare inizia a squillare.
Rimango ancora a terra ansimante per la fatica e il caldo.
Sono davvero distrutto.
«Vuoi rimanere lì per sempre?» chiede Dionaea mentre si avvicina a rubare un sorso dal bicchiere di suo padre.
Butto la testa indietro e cerco di far tornare regolare il mio respiro, mentre penso ad una risposta acida da darle.
«Ehw, sei tutto sudato» fa la finta schifata.
Ti ho vista che mi mangiavi con gli occhi tre secondi fa.
Non ci casco.
«Puzzi anche, vai a farti la doccia» continua mentre mi alzo.
«Vuoi farla con me?» la provoco e le afferro il polso per tirarla verso di me.
Devo prendere in mano la situazione, non è giusto che giochi solo lei.
«Ti piacerebbe» ribatte divertita.
Quindi prendo la sua mano che stringe ancora il bicchiere mezzo pieno, e mi rovescio lentamente sul petto l'acqua rimanente.
Lei schiude le labbra e il suo viso inizia a diventare paonazzo.

Love Seed || COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora