1. Testoline rosse che non governano più il mondo.

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La prima volta che Hugo Weasley aveva visto l'Infermeria di Hogwarts, gli era sembrata simile ad una di quelle chiese babbane che sua madre Hermione gli aveva fatto visitare così tante volte. Era stato durante il suo primo anno, quando era caduto dalle scale del terzo piano mentre si dirigeva in Sala Grande per la cena. Da quel giorno era stato ricoverato in Infermeria più o meno un milione di volte, sempre a causa della sua estrema goffaggine.

Ora, al suo quinto anno, si era aspettato di fare visita a Madama Pomfrey un po' meno spesso, ma purtroppo il destino non doveva essere della sua medesima opinione, in quanto quel giorno stesso aveva fatto un bel volo dalla sua scopa durante gli allenamenti di Quidditch.

D'altronde, Hugo Weasley era il Grifondoro più impacciato e imbranato che la sua Casa avesse mai visto, fatta forse eccezione per i primi anni di scuola di suo zio Neville. Nonostante fosse un ragazzone alto più di un metro ottanta, era goffo come pochi ed inciampava sui suoi passi con la stessa frequenza con cui l'acqua di una cascata cade. Aveva due occhi azzurri, dolci e sempre sognanti che stonavano grandemente con i capelli rosso acceso.

Quel giorno, dunque, si trovava sdraiato in un letto dell'Infermeria, borbottando tra sé quanto il Fato gli fosse decisamente avverso, quando una voce a lui familiare lo riscosse dai suoi pensieri così poco positivi.
« Su con la vita, Fragolina! Ora ti daranno l'abbonamento per l'Infermeria! » Freya Nott era appena entrata dalla porta, guadagnandosi un'occhiata di fuoco da parte di Madama Pomfrey, saltellando e ridendo con quella grazia che Hugo non avrebbe mai avuto.

Così come Hugo era un Grifondoro atipico, Freya era altrettanto diversa dai canoni della sua Casa di appartenenza, ovvero quella di Serpeverde. Tanto per incominciare era la migliore amica non solo di un Grifondoro, ma anche di un Weasley, ed era così assurda e poco seriosa che a volte gli studenti di Hogwarts si chiedevano se non fosse davvero giunta l'ora di mandare in pensione il Cappello Parlante. Oggettivamente era anche una ragazza molto bella, con due enormi occhi verdi e i capelli castano chiaro, eppure era così 'fuori di testa', come molti la definivano, tanto che la maggior parte dei ragazzi cercava di evitarla.

Hugo e Freya erano così diversi tra loro che non avevano potuto fare altro che diventare migliori amici, uno il complemento dell'altra. Anche in quell'occasione, Freya era andata a trovare lo sfortunatissimo ragazzo, per rassicurarlo come solo lei sapeva fare.
« Sai, Ciliegina, oggi mentre cadevi dalla scopa ti hanno scattato una foto buffissima! Ho chiesto personalmente che venisse divulgata per tutto il castello, così tutti potranno vedere quanto sei bello! »
Freya si era appena seduta sul bordo del letto su cui era sdraiato Hugo, ignorando le continue proteste che Madama Pomfrey le faceva per chiederle di lasciare il suo paziente riposare. Ma dopotutto, dopo cinque anni così, l'anziana signora si era rassegnata e lasciando il ragazzo dai capelli rossi nelle sicurissime mani della signorina Nott, si era allontanata sbuffando, pronta a farsi una camomilla per calmarsi.
« Ti ringrazio, Freya, ora la mia popolarità salirà alle stelle. »
« Ma quale popolarità? Sei il ragazzo più sfigato di tutta Hogwarts! » La ragazza ribatté con ovvietà, palesando le sue parole, schioccando la lingua al palato.
« Ehm... grazie? »
« Non c'è di che, Coccinella! Sempre qui a tua disposizione! » Dopo uno spudorato occhiolino in direzione di Hugo, Freya si sdraiò con poco garbo affianco al ragazzo, tirandogli una gomitata per niente leggera in un fianco, facendolo per poco cadere dal letto. Si sistemò quasi del tutto addosso a lui, e prese a fissare il soffitto con innato interesse, mentre dall'altra parte Hugo la fissava con la più totale calma, oramai abituato al modo di fare della sua migliore amica.
« E comunque ti devi rimettere a posto, mi annoio a rompere le palle ai primini da sola! » Al povero Hugo arrivò un'altra gomitata, stavolta in pieno stomaco, facendogli uscire dalla bocca un verso che non prometteva niente di buono.
Freya si voltò a guardarlo, schioccandogli le dita davanti agli occhi.
« Oh che bello! Sembra quasi che tu stia per vomitare! Stai guarendo! »
« Sì, potrei proprio andare a fare una nuotatina al Lago Nero e ritornare sano e salvo! »
« Perfetto! Allora alzati, ho voglia di mettere una pasticca vomitosa nel succo di zucca di mio cugino Scorpius! » Si alzò di scatto dal letto, facendo sussultare per l'ennesima volta il povero ragazzo e si posizionò in piedi di fianco a lui, battendo ripetutamente le mani mentre parlava per spronarlo ad alzarsi.
« Freya, ho due costole rotte. Devo rimanere qui almeno per altri tre giorni! »
« Oh, come sei noioso, Pomodorino! Vuol dire che lo farò da sola! »
Detto questo pestò i piedi a terra per tre volte, dopo di che si incamminò verso l'uscita mimando un 'ciao' con la mano a Hugo, il broncio stampato in viso prima di riuscire a varcare la soglia.
Una volta che la ragazza se ne fu andata, Hugo si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo, sistemandosi il cuscino che Freya gli aveva tolto da sotto la testa e tirandosi le coperte fino al collo.
« Merlino, non potevo trovarmi un amica più normale?! »

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