18. Con un amico a lato, ogni guaio è sistemato!

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Nemmeno la vista del limpido cielo azzurro oltre le grandi vetrate della Sala Comune di Corvonero riuscì a far credere a Frank Longbottom che quella non fosse una giornata orribile.
Aveva addirittura sotto le dita le fragili pagine del Manuale di Erbologia più antico che Hogwarts vantasse – e che suo padre gli aveva dato da leggere in gran segreto sottraendolo al reparto proibito – ma neanche quelle nozioni tanto preziose riuscirono a far desistere il suo cervello dall'elecubrare i peggiori insulti, tutti rivolti a se stesso.

Frank infatti dal giorno in cui Violet aveva cercato di baciarlo non era riuscito a pensare a nient'altro.
La cosa che più lo tormentava non era non aver ricambiato qualcosa che solo più tardi si era reso conto di volere con tutto se stesso, ma il fatto che fosse stato così idiota da non averla costretta a fermarsi e averle spiegato tutto nei minimi particolari.
Così ora, come d'altronde aveva fatto nei giorni precedenti, se ne stava seduto al tavolo situato davanti all'entrata del Dormitorio femminile di Corvonero, alternando lo sguardo dal libro che teneva fra le mani a qualsiasi ragazza varcasse quella porta, fregandosene bellamente che ad occhi esterni sarebbe potuto apparire alquanto inquietante.

Eppure, nonostante la sua dedizione nel farsi trovare nei posti più frequentati da Violet, non era ancora riuscito a trovarla da sola.
Non che avesse saputo cosa dirle una volta che le si fosse palesata davanti, in ogni caso.

« Cos'è quella faccia triste, Frankie bello? »
E forse aveva davvero fatto fare al suo cervello un bel viaggetto nell'aldilà, perché non si accorse nemmeno della persona che gli si sedette accanto.
« C'è che rovino sempre tutto, ecco cosa c'è. »
Frank non sentì il bisogno di voltarsi per guardare chi gli avesse appena rivolto la parola, si limitò a rispondere direttamente e a sospirare esasperato; Lysander Scamander, d'altra parte, non seppe come reagire: quella era la prima volta che vedeva il suo migliore amico così giù di morale e sapeva anche di non essere la persona più adatta a dargli conforto.
Così optò per l'unica cosa che conosceva, ovvero parlare di se stesso nella più totale sincerità a sperando che bastasse a fare aprire Frank.
« Beh, siamo in due allora. Finalmente spiegato il motivo per cui siamo amici! » Disse cercando di risultare il più ironico possibile, nonostante le sue parole nascondessero tutta l'amarezza che ultimamente stava provando.
« Smettila, tu non hai fatto proprio nulla. » Stavolta Frank si voltò per guardare finalmente Lysander in faccia e, con sua grande sorpresa, notò immediatamente quanto anche lui sembrasse provato dagli ultimi eventi.

Lys valutò per qualche secondo come rispondergli, se ammettere quelle che sapeva essere le sue colpe o se semplicemente fare finta di nulla; poi si rese conto che gli occhi scuri del ragazzo che lo stava guardando lo conoscevano da fin troppo tempo e che forse – anche se ancora non si sentiva pronto ad ammetterla – una parte della verità gliela doveva.
« Sono stato uno stronzo... con te e con la mia Roxy, e guarda dove sono finito. » Ammise finalmente Lysander, ricordando le parole che gli aveva detto suo fratello Lorcan.
Non usò un tono di voce particolarmente pentito, né tantomeno si stampò chissà quale broncio: espose semplicemente un dato di fatto e la convinzione usata raggiunse Frank in tutta la sua intensità.
Quest'ultimo infatti non trovò parole adeguate da dire, riuscì solo a stamparsi un sorriso che esprimesse comprensione e a guardare l'amico con gentilezza.
Seppure quelle che aveva appena ricevuto non fossero vere e proprie scuse, sapeva benissimo che da Lysander Scamander non avrebbe ricevuto altro: quelle parole erano già un grande tesoro di per sé.
« Allora... hai intenzione di dirmi cosa ti è successo? » Parlò nuovamente il Cacciatore di Corvonero, sentendo il bisogno di cambiare argomento.
« Violet ha provato a baciarmi, ecco cosa è successo. »
« Che significa 'ha provato'!? Cosa è andato storto!? » Sbraitò Lysander, incapace di comprendere cosa gli stesse dicendo.
Frank in tutta risposta si passò nervosamente una mano in faccia dall'imbarazzo, nel tantativo di nascondersi: lui per primo era a conoscenza di quanto fosse stato stupido.
« Quello storto sono io. Mi sono scostato quando l'ho vista avvicinarsi e ora lei non mi vuole più vedere. » Parlò e immediatamente si immaginò le mille reazioni che Lysander avrebbe potuto avere al suo racconto.
Si aspettò di sentirlo scoppiare a ridere sguaiatamente, perfino di venire deriso e umiliato con appellativi poco carini, ma di certo non si aspettò di vederlo semplicemente sospire mentre si teneva la testa fra le mani.
Nessuna ombra di ilarità fece capolino negli occhi del giovane Scamander; apparve serio, concentrato a valutare le parole che gli erano appena state riferite e a cercare quelle più giuste da dire.
« Amico, è impossibile rimanere arrabbiati con te. Se gli piacevi prima allora vuol dire che gli piaci ancora. È solo che ora è ferita, tutto qua. » Lysander alzò le spalle, palesando quello che per lui era ovvio.
Frank annuì automaticamente, stupendosi lui stesso che una qualsiasi forma di conforto stesse provenendo proprio dal suo migliore amico. Non che non gliene avesse mai dato, ma sicuramente era stato un qualcosa inesistente negli ultimi tempi.
« Non so cosa fare. »
« Non so, fai il romantico o qualcosa del genere. Alle ragazze piacciono quelle cose! »
« Ah, sì? E ha funzionato con Rox? »
Sentite le parole di Frank, Lysander non poté che fissarlo sconvolto, con gli occhi sgranati e la fronte aggrottata. Valutò seriamente l'ipotesi che il ragazzo che aveva di fronte non fosse il suo migliore amico ma poi, quando lo vide guardarlo di rimando con un sorriso sarcastico, si rese conto che quello era solo il lato di Frank più prezioso di tutti e che non tirava fuori quasi mai.
« Caspita amico, da quando in qua rispondi in questo modo? »
« Non so, immagino che tutte queste donne che mi girano attorno mi abbiano cambiato. »
Lysander non ce la fece e stavolta scoppiò a ridere di gusto, tenendosi il viso con una mano mentre lo scuoteva con incredulità: questo lato di Frank era definitivamente il suo preferito.
« Quanto ti capisco, Frankie. »
« E quindi... quanto tempo prima che tu corra di nuovo da Roxy? » Continuò sulla scia della schiettezza Frank, conscio che quello fosse uno quei rari momenti dove avrebe potuto scherzare con il suo migliore amico come facevano all'inizio della loro amicizia.
Lysander colse immediatamente l'intenzione di voler alleggerire la situazione e, senza farsi troppi problemi, aprì bocca per dire la prima cosa che gli saltò alla mente.
« Cosa c'è? Vuoi sapere se ora è tutta per te? » Scherzò audacemente, facendo rimanere Frank di sasso.
Il suddetto infatti non capì subitol'ironia e per una frazione di secondo lo invase il triste pensiero che Lysander ce l'avesse con lui per ciò che era successo e che avesse fatto finta che andasse tutto bene fino a quel momento.
Ma l'attimo dopo lo vide sorridegli apertamente e capì che andava davvero tutto alla grande: il suo migliore amico era tornato ad essere quello di un tempo.
« Purtroppo credo che io mi stia innamorando di un'altra ragazza, quindi mi sa che Roxy rimane tutta per te. »
« Ah, Frankie. Devi conquistare la McDougal una volta per tutte! È troppo carina per te, altrimenti qualcuno te la ruberà! » Lysander gli posò una mano sulla spalla, per tirargli qualche pacca amichevole.
Frank gli rivolse un piccolo sorriso di gratutidine, consapevole che quello fosse il personalissimo modo del suo migliore amico per incoraggiarlo.
« Lo so, lo devo fare per forza. » Rispose solamente, accompagnando ogni parola con un cenno affermativo del capo.
« Bravo, questo è il Frank che tutti amiamo. »
Si guardarono negli occhi, entrambi con il sorriso stampato sulle labbra: nonostante fossero entrambi un casino nelle questioni di cuore, avevano appena scoperto che la loro amicizia era risorta più forte che mai.

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