16. Dopo tutto questo tempo, Jace?

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« Okay, Dom. Non è difficile, fa parte del programma del terzo anno. »
« Lo so, lo so! Ma deve essere tutto perfetto se voglio il massimo dei voti ai M.A.G.O.! »

Perfino i fantasmi che infestavano la Sala Grande – che di cose assurde nel corso dei secoli ne avevano viste parecchie – erano rimasti sbalorditi dello spettacolo che si presentava loro davanti.
Seduti al tavolo di Corvonero, in pieno pomeriggio e alla vista di tutto il corpo studentesco, Jace Steel e Dominique Weasley stavano ripassando tranquillamente assieme il programma di Divinazione.
Nessuno dei due si era dimenticato della scommessa fatta prima della fatidica partita di Quidditch e così ora Jace pagava la scommessa persa facendo ciò che per anni aveva solo sognato di poter fare: passare il pomeriggio con Dominique per sua propria volontà.
Dato che però la propensione del Serpeverde per lo studio era decisamente bassa, la ragazza aveva optato per un ripasso leggero, partendo proprio dalla materia in cui lui era più ferrato e nella quale lei si sentiva meno sicura.

Dominique guardò nevroticamente il ragazzo, il quale le stava serenamente porgendo la tazza dalla quale avrebbe dovuto leggere le foglie di té.
Fece un respiro profondo e prese con decisione la tazza tra le mani, puntando poi gli occhi sul suo contenuto.
Dacché aveva scelto Divinazione come materia facoltativa al terzo anno, non era mai riuscita a capacitarsi di come dei grumi indistinti di erbaccia potessero dire qualcosa sul futuro di una persona; questa volta, davanti allo sguardo scrutatore di Jace Steel, non riuscì a fare di meno.
Aggrottò la fronte e provò a concentrarsi come faceva sempre quando aveva davanti un argomento particolarmente ostico di Pozioni o Trasfigurazione, ma nessuna illuminazione arrivò a folgorarla: quelle foglie di té erano solamente foglie di té, nulla di più.

« Coraggio, stai leggendo solo il mio futuro. Anche se ci leggessi la mia morte, ti adorerei lo stesso! » Disse il Serpeverde nel tentativo di rincuorarla, tirandosi leggermente indietro sul posto per stiracchiarsi fiaccamente.
Dominique non poté fare a meno di notare il modo in cui la camicia del ragazzo si alzò al suo movimento, lasciando scoperta una parte dell'addome scolpito e delineato.
Scosse impercettibilmente la testa, cercando di allontanare quei pensieri così poco da lei, tornando a fissare quei grumi bagnati di té che nulla significavano.
Capì immediatamente che la concentrazione avrebbe fatto molta fatica ad arrivare e si lasciò andare in un sospiro esasperato.
« Posso almeno leggere i significati delle figure sul libro? »
« Sei una delle persone più intelligenti che conosco, non hai bisogno di un libro per bambini! »

La Corvonero si ritrovò ad annuire istintivamente, troppo distratta da quei due occhi blu profondi che – proprio come ora – l'avevano sempre guardata con ammirazione per capire il reale significato delle parole appena procunciate.
Realizzò immediatamente cosa stava facendo e distolse prontamente lo sguardo, puntandolo sul tavolo che aveva davanti; nel farlo una ciocca di capelli biondi le cadde bruscamente sul volto, coprendola dalla vista del ragazzo.
Senza nemmeno pensarci un secondo, Jace si sporse in avanti per risistemargliela delicatamente dietro l'orecchio e Dominique andò completamente nel panico.
Seppe anche che non doveva essere così brava a fingere come credeva, perché il Serpeverde notò immediatamente la sua reazione e si stampò un ghigno furbetto in volto.
Jace si rese conto che quella era la prima volta che non si sentiva completamente indifeso davanti alla ragazza – contrariamente a ciò che stava invece accadendo a lei – e capì che stava facendo tutto nel modo più giusto: se proprio avrebbe voluto conquistarla, questo era il momento per continuare e non mollare.
Si morse distrattamente un labbro, mentre gli occhi andarono a scrutare ogni minimo particolare di Dominique: le gote sempre così candide ora leggermente arrossate, le dita delicate che sfioravano appena la porcellana della tazza e il busto visibilmente irrigidito.

« Ehm... questo potrebbe essere... una Pluffa? Diventerai un giocatore professionista di Quidditch? » Jace sbuffò al tentativo di lettura ingenuo della Corvonero, consapevole che nell'arte della Divinazione non esisteva alcuna figura rassomigliante una Pluffa.
« Sì, ecco... c'è anche questo... cos'è? Ah, sì, dovrebbe essere... sono un disastro! »
Il Serpeverde provò con tutte le sue forze a non scoppiare a riderle in faccia; inghiottì la propria risata con uno sgraziato suono gutturale e si sporse nuovamente in avanti per cercare di prendere la tazza in questione.
« Ti dispiace se provo io? » Le chiese cautamente, stampandosi in viso un sorriso rassicurante.
Dominique annuì lentamente, porgendogli la tazza e badando bene che nel farlo le dita toccassero delicatamente le sue.

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