Capitolo 12

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NATHAN'S POV
Guardo mia sorella e Sarah.
Corro dietro a Nicolas che si sta allontanando velocemente.
Quando lo raggiungo cammino di fianco a lui.
Si ferma vicino alla sua moto
-Portami a casa- dico
-Cosa?- chiede confuso ancora con una voce non sua
-Portami a casa.- ripeto
Portaci a casa*
Ti voglio aiutare
Come tu hai sempre fatto con me.
Nicolas non ribatte e mi passa il casco salendo in moto e io lo seguo a ruota
-Ci vediamo- dice quando siamo davanti a casa
-Cos'hai capito?- chiedo e lui alza un sopracciglio -Entra- dico soltanto aprendo la porta
Lui non fa una piega ed entra senza fare storie
Non è da lui.
Si gira verso di me come per chiedermi che deve fare
Non parla.
-In camera mia- dico semplicemente
Lui annuisce
Non parla ancora.
appena arrivato in camera il suo sguardo va a posarsi sulle sue scarpe
Sta davvero male.
Piangere
Ha bisogno di piangere
e un abbraccio
Mi vado a sdraiare sul mio letto King size con Nicolas che mi guarda e apro le braccia
-Vieni qui- gli dico
-Perché?- dice con voce bassa e fredda
-Abbiamo bisogno tutti e due di un abbraccio- dico -Io ho bisogno di sentirti vicino, sentirti tra le mie braccia- dico per la prima volta senza imbarazzarmi.
Vedo un piccolissimo sorriso sul suo viso e poi si avvicina molto lentamente fino ad arrivare tra le mie braccia.
-Sfogati- dico come ha fatto lui l'altra volta con me e lui mi guarda insicuro -Quando vuoi- aggiungo stringendolo più a me e lasciandogli dei baci tra i capelli
-Quando Aaron aveva qualche settimana lui se n è andato... e mia madre è impazzita, era innamorata pazza di lui e quando se n'è andato nostra madre è caduta in depressione risanata poi dall'alcool.
Io avevo sono tre anni...quando andava a bere mi lasciava da solo con Aaron che era piccolissimo.
Poi ha iniziato a fare la prostituta in giro e così sono nati gli altri miei fratelli, che lei quando nascevano me lo mollava a casa e spariva di nuovo
Non torna più, non so dove dorma o viva,
so solo dov è più o meno perché mi lascia in giro dei debiti nei bar dove va a bere da pagare...
Ma a parte quello...boh- parla molto lentamente, la voce è ancora molto fredda e lui è rigido  -Ho sempre fatto da padre a tutti quanti e prima stavo scherzando non ho un preferito se dovesse succedere qualcosa a qualcuno di loro...non so che farei- continua
-Quindi scherzavi anche sugli abbracci vero?- dico cercando di sviare l'argomento e ce la faccio visto che sul suo viso nasce un sorriso
-Ovvio piccolo, non riuscirei ad andare avanti senza i tuoi abbracci...ne ho bisogno- dice sorridendo e io ricambio il sorriso
-Se hai qualcos'altro da dire, dillo...- gli dico continuando a passare la mano fra i suoi capelli e lasciandoci anche dei baci ogni tanto.
-Mio padre era bravo...era un buon padre, quando ero piccolo ero davvero tanto viziato, se volevo qualcosa subito, lo avevo subito... gli volevo davvero tanto bene anzi lo amavo, era il mio eroe ecco perché Sarah ha detto che mi farà male...lei lo sa, lei era accanto a me quando ero piccolo, era accanto a me quando da più grande ho realizzato seriamente quello che è successo...cazzo...- dice con la voce incrinata e delle lacrime che gli scendono lungo il viso, io sto zitto e mi avvicino al suo viso per passargli le dita sul viso per asciugare le sue lacrime.
-Sai...a volte penso che sia colpa mia...cioè che mio padre se n'è andato via per colpa mia, magari volevo troppe cose,magari gli portavo via tempo...oppure per Aaron,Aaron è una delle persone più importanti dalla mia vita...darei la vita per avere un figlio come lui ed è anche per questo che non voglio che gli succeda qualcosa- continua e parlando di suo fratello gli nasce un grosso sorriso sul volto anche se le lacrime continuano a scendere.
Sorride sempre
Anche quando piange
Ha un sorriso bellissimo
Lui è bellissimo
Lui è impossibile
È semplicemente perfetto.
-Nonono, non dirlo neanche per scherzo,non è colpa tua...pure uno scemo capirebbe che sei speciale...davvero,davvero,davvero tanto speciale- gli dico sincero
È vero.
Cazzo se è vero
Non mi sono mai affezionato così tanto a una persona in così poco tempo
Così tanto in così poco.
E ho paura.
Devo confessarlo
Ho davvero paura
Che tutto questo possa finire
Lui sembra pensare alle mie parole e poi sorride ancora di più e si avvicina per darmi un bacio sulla guancia e poi si asciuga il viso ancora un po' e sembra riprendersi.
-Ok basta momenti tristi...e poi sono io il grande quindi dovrei essere io ad abbracciarti- dice con voce profonda per poi allontanarsi da me
-Mi stai dicendo che sono piccolo?!- chiedo con voce acuta
-Si piccolo, lo sei- mi dice per poi passarmi sopra ed andare dietro di me per riuscire ad abbracciarmi da dietro
-Non sono piccolo- mi continuo a lamentare
-Lo sei,sei il mio piccolo- dice dolcemente
Oh cazzo
Credo di svenire
Il suo piccolo
Non ci credo
Suo.
Tuo.Solo tuo.
-Non è colpa mia se sei un gigante- continuo con voce infantile
-Il tuo gigante no?- chiede girandomi un pochino la testa per guardarmi negli occhi
-Si.Sei il mio gigante- dico lasciandogli un bacio sul collo
Mio.Solo mio.
Il mio gigante.
La mia persona speciale.
-Ora dormi che tra poco abbiamo una festa- mi dice e sentiamo un peso salire sul letto...la cucciolotta di cane che si mette vicino alle nostre gambe incrociate fra loro e sento che struscia il suo muso contro la mia gamba.
-Mi piace averti tra le mie braccia...è come se riuscissi a proteggerti...ma ho paura, e se non fossi importante per te?- mi chiede pensando che non lo potessi sentire ma non rispondo
Hai paura anche te
Ho paura come te
Solo che le tue paure sono infondate.
Perché sei speciale per me anche troppo.
E si...
Tra le tue braccia mi sento protetto.

I fiori appassiti muoiono sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora