Capitolo 37

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Per te ci sarò, per me sei speciale
ci puoi credere o no, fai come ti pare
è che da quando ho visto gli occhi tuoi
non vorrei lasciarti andare
-Astol

NICOLAS'S POV
In poco tempo mi ritrovo davanti all'azienda di mio padre.
Parcheggio di fianco alla macchina degli Smith ed entro velocemente nell'edificio.
-Nicolas- sento una voce femminile chiamarmi.
la receptionist dell'altra volta.
uccidetemi vi prego.
Non sono mentalmente pronto per un ulteriore rottura di palle
-Devo accompagnarti nell'ufficio di tuo padre?Prima che ti perdi- chiede con quella sua voce da gallina in calore sbattendo le lunghe ciglia finte molto velocemente.
Io non le rispondo neanche e mi avvio da solo.
Però devo ammettere che è carina,
non è la solita bionda tinta con un corpo rifatto
ha i capelli neri con le punte azzurre,
ha gli occhi di un verde chiaro
ha un corpo che farebbe invidia ad una modella, a parte per l'altezza
se fossi etero ci farei un pensierino
magari anche adesso
per cambiare un po'
AHAHAHAHAHAHAH bella battuta Nicolas
mi faccio ridere da solo
sono gay fino al midollo
-Ma buongiorno figliolo- mi saluta mio padre venendomi ad abbracciare ed io ricambio il saluto
-Giovanotto non mi saluti?- chiede sorridendo la signora Smith ed io vado ad abbracciare anche lei
-Almeno stavolta non hai mio figlio appresso come un cagnolino- sento dire dal signor Smith
Nicolas,tranquillo
Respira
Inspira
Non dargli retta
Non rispondere alle provocazioni
Salutalo cordialmente
-Ah...ma lei esiste ancora?- chiedo con tono provocatorio
Grande Nick
Niente provocazioni eh? Sisi
Quale parte del 'salutalo cordialmente' non ho capito?
-Credevo fosse tornato a New York o almeno...ci speravo- dico alzando le spalle
-Simpatico ragazzo,molto simpatico- dice Harry
-Oggi anche più del solito- ridacchia Emily
-Lo so- rispondo facendogli l'occhiolino diretto al padre di Nathan per poi andarmi a sedere dietro alla scrivania dove in teoria dovrebbe starci il direttore.
Vedo gli occhi di mio padre illuminarsi ma non ne capisco il motivo, non mi chiede neanche di alzarmi ma va a prendere posto davanti a me, dall'altra parte del mobile di legno e mi sorride.
-Hai visto Nathan di recente? Non risponde al telefono- mi chiede la madre preoccupata chiedendo la chiamata
-Probabilmente sta ancora dormendo- le rispondo
Sono passate diverse ore da quando me ne sono andato da casa sua
ma era così stanco
doveva recuperare tutte le ore di sonno perse
-E tu come fai a sapere che mio figlio stava dormendo?- chiede Harry mentre inizia ad arrabbiarsi
-Sono un indovino,non lo sapeva?- chiedo a mia volta con tono ironico
-Ragazzino insolente, non scherzare con il fuoco- dice duro sbattendo la mano sulla scrivania facendola cigolare
-Sa mi piace rischiare...non glielo avevo mai detto?- dico avvicinando il mio viso al suo come per sfidarlo ed Harry sbatte di nuovo il pugno sul mobile davanti a lui per poi allontanarsi da me schifato
-Si ma cerca di non spaccarmi la scrivania- piagnucola mio padre accarezzando la parte colpita dal suo amico.
Io scoppio a ridere per la reazione di mio padre e controllo che ore sono
È tardi
-Scusatemi ma se dobbiamo parlare del processo, dobbiamo farlo ora, perché tra un ora e un quarto inizio il turno al bar e devo passare a casa a cambiarmi- spiego
Tutti annuiscono ed iniziamo a parlare di quel benedetto processo.

A mezz'ora dall'inizio del mio turno mi decido ad uscire da quell'ufficio e tornare a casa per cambiarmi.
Non è da me provocare così la gente,
devo ammetterlo
è da bambini
dovrei comportarmi da persona adulta
ma boh
non so cosa mi sia preso

Arrivato a casa mi cambio subito, mettendo una canottiera aderente bianca che lascia intravedere il tatuaggio sul petto e dei pantaloni della tuta neri col cavallo basso.
Per arrivare al Copa ci metto due minuti e sono anche in super orario (molto strano).
-Ciao Francisco- saluto il mio collega che sta già smanettando tra bicchieri e bottiglie di alcool
-Grazie a Dio sei arrivato in orario, c'è già tanta gente e tra poco c'è ne sarà il triplo- mi dice asciugandosi la fronte imperlata di sudore
-Sono sempre puntuale- dico e lui mi guarda tipo 'ma quante cazzate spari?'
-Ma mettiti a lavorare invece di sparare minchiate- dice ridendo allontanandosi

Un ora dopo...
-Bel giovanotto portami qualcosa di forte- sento dire da una voce femminile che non mi è sconosciuta
-Subito- le dico per poi girarmi e rimanere come paralizzato
no
non ci credo
che ci fa lei qua?
non può essere vero
non può essere davvero qui
davanti a me

I fiori appassiti muoiono sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora