Capitolo 34

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Ed io che invece vorrei solo averti più vicino
Cascare nei tuoi occhi e poi vedere se cammino
Che sono grandi come i dubbi che mi fanno male
Ma sono belli come il sole dopo un temporale
-Ultimo

NICOLAS'S POV
È appena suonata l'ultima campanella.
L'ultima
Questo vuol dire solo una cosa...
Devo incontrare Nathan
Devo andare a casa di Nathan
Devo parlare con Nathan
tutto quello che devo fare gira in torno a lui
A Nathan.
Esco con calma dalla classe e mi dirigo al cancello,lui è appoggiato ad esso
-Nathan,andiamo- dico velocemente prendendolo per mano per condurlo verso la mia moto,facendolo salire con calma e mettendogli il casco stando attento a non fargli male,mentre lui mi fissa con uno sguardo triste.
Lui, prima e per tutto il viaggio verso casa non apre bocca.
-Vuoi qualcosa?- sussurra mentre chiude la porta di casa dietro di lui.
-No,tranquillo- dico con tono neutro mentre mi siedo tranquillamente sul divano come se fosse casa mia.
Lui va in cucina a prendersi una lattina di Coca Cola e poi si butta sul divano abbastanza lontano da me.
Non parliamo e io mi metto a fissarlo e guardandolo attentamente noto che ha gli occhi lucidi e il labbro inferiore stretto da i denti come se si stesse trattenendo dal scoppiare a piangere.
Ed è quello che stava facendo.
Mi alzo e mi accovaccio in mezzo alle sue gambe davanti al divano.
-Stai piangendo troppo per i miei gusti eh- dico scherzando accennando anche un sorriso.
Vederlo così mi distrugge.
-Scusa- dice tirando su col naso
-Ehi,piccolo...- dico dolcemente accarezzandogli la guancia ma lui inizia subito con un altro dei suoi monologhi
-Scusa davvero tanto,non so da dove mi siano uscite quelle parole...ero arrabbiato,tanto arrabbiato ma tu non c'entravi nulla,semplicemente sono una persona impulsiva e non ho pensato prima di parlare.
Ed ora mi odio.
Nicolas, io in questo momento mi odio così tanto, ho rovinato tutto.
Il nostro rapporto è come un castello di carte...noi due siamo alla base,teniamo su l'intera struttura,cede uno dei due e cede tutto il castello.
È questo che è successo...mio padre mi ha provocato,io mi sono arrabbiato e ho ceduto.
Nicolas, io sono crollato e con me, è crollato l'intero castello.- dice con gli occhi lucidi
-Il castello non è crollato- dico semplicemente, dandogli corda.
-Come fai a dirlo? Ci hai visti? Tu incazzato, che facevi finta che io non esistessi, io che ne soffrivo ma in fondo me lo meritavo.
Io che ti rincorro per parlarti,tu che mi rispondi freddamente.
Tu che te ne vai, io che rimango da solo a piangere.
Tu che scherzi con Sarah e Dylan ed io che faccio il fratello geloso, come se non fosse mai successo nulla.
Ci stai guardando adesso? Io che mi trattengo dal piangere con poco successo mentre faccio discorsi che non stanno né in cielo né in terra e tu, accovacciato davanti a me, mentre mi consoli quando dovrebbe essere l'incontrario perché qua il coglione sono io- continua lui
-Ci ho visti prima,ci sto guardando adesso ma il nostro castello non ha ceduto comunque... perché tu non sei crollato, fino a quando ci sarò io tu non crollerai mai e se per caso succederà, ci sarò io a risollevarti...sempre,promesso- dico io guardandolo fisso negli occhi.
-Sono stato così scemo, sono così fragile e piagnucolone...perché sei ancora qua con me?- chiede
-Non vorrei essere da nessun altra parte se non qui, con te- dico io e vedo i suoi occhi illuminarsi alle mie parole.
Mi avvicino a lui in modo molto lento, fino a quando i nostri nasi non si toccano e le nostre labbra non si sfiorano e mi fermo così che lui abbia la possibilità di levarsi prima che io perda la ragione.
Ma non lo fa, anzi si sbilancia di più verso di me per far combaciare meglio le nostre labbra, gli lecco il labbro inferiore un paio di volte prima che lui apra un poco le labbra e darmi l'accesso al suo interno, dove le nostre lingue si incontrano e iniziano a danzare insieme. 
E continuiamo così per dei minuti, quelli che sembrano i più belli della mia vita.
Ci stacchiamo solo quando non abbiamo più ossigeno.
-Cos'era questo?- chiede Nathan appena riesce a riprendere fiato
-Un modo per dirti che ti ho perdonato?- chiedo in modo retorico ridacchiando ed alzando le spalle
-È la prima volta che bacio un ragazzo...- rivela mentre arrossisce e distoglie lo sguardo dal mio.
Io sorrido intenerito da quella scena e dalla sua innocenza.
-Tranquillo non sarà l'ultima- sussurro al suo orecchio
-NICOLAS!- urla lui nascondendo la testa sotto ad un cuscino del divano.
-Non pensare male, semplicemente non posso fare a memo dei tuoi baci- dico lanciando via il cuscino che lo copriva.
Lui mi guarda e sorride.
Io lo guardo e sorrido.
Lui è la mia felicità.
E questa è l'inizio della nostra storia.

I fiori appassiti muoiono sempreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora