Si stese sul letto soddisfatto, pensò che era stata proprio una bella scopata.
Ma nonostante cercasse di prendere sonno, faticò a farlo, continuava a pensare all' amplesso con quella puttana.
Cazzo, se gli era piaciuto, non riusciva a smettere di pensarci.
"Miko" si ripete tra sé.
Si addormentò con quel nome, ancora in mente.
******
Il giorno seguente, era una splendida giornata soleggiata.
La sveglia digitale suonò fastidiosamente alle 7:00 come ogni odiosa mattina.
Nel tentativo disperato di spegnerla, mentre era ancora assonnato sul letto, la fece cadere.
"Che palle" si disse tra sé, mentre la sveglia caduta dal comodino continuava a trillare.
Si poteva dire tutto di Tokugawa Kojiro, che fosse diligente a lavoro, ma non di certo che fosse puntuale.
Aveva un rapporto complicato con la sveglia e l'alzarsi presto dal letto la mattina.
Si stiracchiò ancora un po' sul letto, poi allungò un braccio per raccogliere la sveglia caduta dal letto per spegnerla.
"Ancora due minuti" si disse tra sé, per ripiombare nuovamente tra le braccia di Morfeo.
Si poteva dire che il suo più grande amore fosse il letto e dormire.
Dopo un po' iniziò a squillargli il cellulare, si destò dal sonno controvoglia.
Allungo un braccio per prendere il cellulare poggiato sul comodino.
"Pronto" rispose, ancora con la voce impastata dal sonno.
"DICO MA HAI IDEA DI CHE CAZZO DI ORE SONO?!" rispose Takashi.
Era una delle solite sfuriate del suo dipendente, era bizzarra quella situazione, che lui un suo sottoposto facesse i cazziatoni proprio a lui, che fosse il proprietario dell'azienda.
"Oh non urlare di prima mattina, e poi ti pare il caso di fare il cazziatone proprio a me? Sono il tuo capo!" rispose lui infastidito, con la voce ancora impastata dal sonno.
"Ti chiamo perché tuo padre è su tutte le furie, ed è praticamente mezzogiorno, quando hai intenzione di venire a lavoro?!"
"Cazzo, è mezzogiorno!Non mi sono accorto, ok va bene arrivo" esclamò lui di fretta e furia, chiudendo il ricevitore.
"Che palle" si disse tra sé, vestendosi di fretta e furia, poi prese un bicchiere di plastica con del caffè e se lo portò in giro, consumandolo in ascensore.
I vicini che prendevano l'ascensore insieme a lui, lo osservavano divertiti.
"Sempre di fretta signor Tokugawa, anche questa volta in ritardo a lavoro" esclamò una sua vicina, in tono scherzoso.
Era una bella ragazza, giovane e avvenente, che sbavava da tanto tempo per lui, ma lui non la degnava neanche di uno sguardo. Annuì distrattamente.
Subito dopo prese un taxi,suggerendo al taxista di fare strade secondarie per arrivare prima.
"Sempre di fretta, signor Tokugawa" rispose il taxista sarcastico, ormai lo conosceva, si era instaurata una certa confidenza fra lui e il taxista.
"Già" rispose lui.
"Fatto troppo tardi ieri, con quella puttanella eh?!" domandò il taxista, dato che era appunto lo stesso di ieri sera.
"Si, in effetti" rispose lui sorridendo.
STAI LEGGENDO
Fake wife (Tokugawa 1) #wattys2020
RomanceCrescere un figlio da sole è già di per sé difficile, soprattutto se nato da una violenza sessuale... Miko Yamamoto, si prostituisce per mantenere suo figlio, Kaiju, un bambino di dieci anni, ma se la vita le riservasse qualche sorpresa? L' incontr...