Ritornarono a casa, dato che Kojiro era stato dimesso.
Miko stava pensando di cucinare qualcosa, ma con suo grande dispiacere si accorse che il frigo di quella grande e bella casa, fosse vuoto.
"Perché hai il frigorifero vuoto?" domandò sgranando gli occhi, nella speranza quasi, di delineare qualcosa, dentro quel frigo che le fosse sfuggito.
"Mai usato quel frigo, è ancora nuovo, non l'ho mai acceso in vita mia!" dichiarò lui.
Miko in effetti, si accorse che era spento, non produceva aria fredda.
"Perché?" domandò stralunata.
"Mangio quasi sempre fuori, oppure ordino qualcosa da casa" spiegò Kojiro.
Tuttavia, quella risposta per Miko, non risultò abbastanza sufficiente.
"Perché?" ripeté lei."Non è il mio forte cucinare, e poi sono cose da donne" rispose scocciato.
"Ah, davvero? E come mai, i più grandi chef sono quasi tutti uomini?!" ribatté, smentendo la sua affermazione retrograda.
"Perché di questi tempi gli uomini sono quasi tutti gay" rispose, con sarcasmo.
"Tu sei una specie di omofobo maschilista!"considerò infastidita.
"Mamma, che vuol dire gay?" domandò Kaiju incuriosito.
"Sono uomini a cui piacciono altri uomini" spiegò tranquillamente.
"Ma di solito, agli uomini non piacciono le femmine?" domandò il bambino.
"Si, ma può succedere anche, che agli uomini piacciano altri maschietti, non c'è nulla di strano".
"Bè, invece, io direi che è una cosa molto strana e sbagliata" si intromise Kojiro.
"Tu sei uno di quegli omofobi ipocriti, che se vedono due donne che si baciano apprezzano, ma se vedono due uomini che fanno lo stesso, inorridiscono!" rispose lei, ricordando come fosse rimasto colpito da lei, guardandola, mentre si strusciava e baciava con la signora Inazawa.
"Sono due cose molto diverse" sostenne lui.
"Si, certo come no!" esclamò lei spazientita, poi si rivolse a suo figlio: "Non dare ascolto a questo beota! Non c'è nulla di strano nell'essere gay".
"Vorrei tanto vedere se la penseresti allo stesso modo, se Kaiju fosse gay" riprese lui, a sostegno delle sue teorie omofobe.
"Ah, perché tu credi, che per me sarebbe un problema, se Kaiju fosse gay, davvero?!" esclamò, scoppiando a ridere.
"Si, che lo sarebbe" Insistette lui, come se fosse una cosa del tutto ovvia.
"Ti sbagli, per me non cambierebbe nulla, è sempre mio figlio, anche se gli piacessero gli uomini, per me sarebbe del tutto indifferente, l'importante per me è che trovi una persona che lo renda felice" rispose in tono dolce e sincero.
"Comunque, a me piacciono le femmine, tipo quella cameriera, era così bella!" esclamò il bambino, ripensando ai seni voluminosi della cameriera, di quel ristorante.
"Si, si non c'era bisogno di ricordarmelo, piccolo maniaco!" affermò Miko, in tono scherzoso, accarezzandogli affettuosamente la testolina.
Kojiro si mise a ridere, tuttavia, le parole di Miko gli avevano dato modo di riflettere.
Sin da bambino suo padre, lo aveva pressato con quella faccenda del "non essere gay".
Non che lui lo fosse, però gli era naturalmente capitato come tutti i bambini di nutrire dubbi sulla sua sessualità di tanto in tanto, soprattutto quando la sua sorellina Suzumi era morta.
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Fake wife (Tokugawa 1) #wattys2020
RomanceCrescere un figlio da sole è già di per sé difficile, soprattutto se nato da una violenza sessuale... Miko Yamamoto, si prostituisce per mantenere suo figlio, Kaiju, un bambino di dieci anni, ma se la vita le riservasse qualche sorpresa? L' incontr...