Attese l'arrivo del venerdì sera in fibrillazione, approfittando di ogni momento libero per fantasticare su come sarebbe stata la festa, e su Andrew.
Nei suoi sogni, lo vedeva più bello e carismatico che mai, sexy da morire in uno dei suoi abiti di sartoria, con la camicia immacolata e la cravatta perfettamente abbinata, che la raggiungeva alle spalle e, dopo averle depositato un bacio sulla spalla nuda, le porgeva un calice di champagne e sorridendo come solo lui sapeva fare - e avrebbe tanto voluto che lo facesse di più - le sussurrava: «sei bellissima».
Lo immaginava così, che la stringeva forte a sé facendole respirare il suo profumo e desiderare di essere posseduta, immaginava gli occhi azzurri di lui languidi e lussuriosi, le mani, belle e forti, che la toccavano ovunque, le labbra morbide e sensuali consumarle la pelle.
Era questo che avrebbe voluto da Andy Keller, ma sapeva bene che si trattava di pura utopia, che la realtà era molto diversa, e ne soffriva.
Per quanto si fosse sforzata di cambiare, di non ricaderci più, ancora una volta si sentiva attratta da un uomo irraggiungibile, ancora una volta provava dei sentimenti intensi per qualcuno che non sarebbe riuscita ad avere mai.
Era evidente che ci fosse qualcosa di mal funzionante, in lei, se continuava a commettere sempre gli stessi errori, se proprio non voleva saperne di imparare da questi e di dare finalmente una svolta alla sua vita, ne era consapevole, ma cosa poteva farci? L'amore è un sentimento irrazionale e lei, in fin dei conti, non era mai stata brava a razionalizzare. Era un'istintiva, ragionare troppo sulle cose le faceva venire il mal di testa, e poi... Che colpa aveva, se quel diavolo di Andrew Keller era così maleficamente attraente?
Sbuffò e scartò l'ennesimo abito dalla lista dei preferiti.
Quando aveva passato in rassegna il suo guardaroba, le era sembrato che fosse quasi tutto adatto all'evento a cui stava per partecipare, che avesse l'imbarazzo della scelta tra quella varietà di vestiti, poi, però, aveva sentito l'ansia crescere ogni minuto di più e ogni cosa era divenuta brutta, o troppo banale, o piena di difetti.
Alla fine, aveva optato per uno di quegli abiti comprati per noia che non aveva mai indossato: corpino incrociato sul seno con chiusura dietro il collo e gonna plissettata lunga fino al ginocchio del colore dell'oro. Sembrava la carta di un cioccolatino, in realtà, ma almeno era nuovo.
Completò il look con un paio di sandali gioiello e una pochette, poi aspettò trepidante l'arrivo di Mark.
Non era per lui, però, che il suo cuore batteva all'impazzata.
Mark era bello, era galante e di piacevole compagnia, a letto ci sapeva fare - dettaglio non da poco - eppure con lui non era scattata la scintilla, anzi, la notte che avevano trascorso insieme era servita solo a farle desiderare Andy ancora di più, a farle comprendere che dietro l'antipatia che nutriva nei suoi confronti c'era un sentimento diverso, più profondo.
«Sei bellissima» le disse Mark quando fu nell'auto con cui era passato a prenderla. Aveva ascoltato quelle parole, ma dalla bocca sbagliata.
Lo ringraziò comunque, dopotutto era gentile e appariva sincero, poi la due posti sportiva rosso fiammante sfrecciò per le strade di New York fino a Westchester.
Quando giunse al Country Club, si guardò intorno con curiosità.
Faceva caldo e il party era stato allestito all'aperto, in piscina, dove i camerieri in elegante livrea scura e papillon stavano già servendo champagne facendo lo slalom tra i presenti, uomini e donne impettiti ed eleganti, folta rappresentanza dell'alta società newyorkese, e dove c'erano anche un buffet ben fornito e il sottofondo musicale di un pianoforte.
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Blue velvet
ChickLit#2 || The Colors of Desire Series || Jennifer Clark e Andrew Keller sono come il giorno e la notte. Nulla li accomuna, a parte le sventure in amore e l'antipatia reciproca, eppure il destino continua a metterli l'uno di fronte all'altra. Lei è decis...