Capitolo 1

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Sapevo che questo giorno sarebbe arrivato. Ma non sapevo quando e come. La macchina si mette in moto e parte.

"Cosa farai una volta arrivata al college?"

Luke, il mio fidanzato, ha deciso di non continuare gli studi. Odia studiare. Mi ha detto che lavorerà in un pub.

"Ehi Charlie mi rispondi? Ti ho chiesto cosa farai una volta arrivata!"

La sua voce interrompe i miei pensieri. È molto geloso, per questo mi farà un sacco di domande da qui fino a quando arriveremo a destinazione.

"Disferò le valigie e poi...non so"

Poggiò una mano sulla mia coscia e la strinse un po'. Rimase in silenzio, probabilmente, non avendo niente da dire.

Fissai il finestrino. Avevo paura. Paura che nessuno mi accettasse. La timidezza è un punto a mio sfavore.

Molti cercano di fare amicizia con me, ma nessuno ci riesce. Quando qualcuno che non conosco mi si avvicina, risucchio tutte le parole che contengo in bocca e non riesco a parlare.

La macchina si ferma. Siamo arrivati.

"So che hai paura di fare amicizia con persone nuove, ma non devi preoccuparti."

Il terrore deve avermi rapito gli occhi, perchè Luke si avvicina e mi abbraccia. Prima di staccarsi mi schiocca un bacio sulla fronte.

"Andiamo." Sorrido e scendo dalla vettura.

Ci avviciniamo a una donna che tiene un quaderno tra le braccia, si volta e ci rivolge un sorriso.

"Avete bisogno di qualcosa?"

La donna mi fissa, impaziente di conoscere la risposta. Abbasso il capo e provo a dire qualcosa, ma con scarsi risultati. Luke se ne accorge e mi afferra la mano, senza staccare lo sguardo dalla signora davanti a noi.

"Vorremmo sapere in quale stanza alloggia Charlotte Pensky."

Il mio ragazzo sembra sicuro di sé, al contrario di me.

"Certo! Seguitemi."

La donna sembra altrettanto sicura di sé.

L'unica a disagio qui sono io.

Seguiamo quella che dovrebbe essere la segretaria del college, ci conduce davanti ad una porta. Il numero inciso sul legno dovrebbe aiutare a ricordarmi dove alloggio.

"Questa è la tua stanza. La tua compagna di stanza dovrebbe essere già arrivata."

"C..compagna di s..s..stanza?"

I miei occhi si sbarrano e deglutisco silenziosamente.

"Nel modulo da completare aveva scritto di non volere alcuna compagna di stanza." Continua il mio ragazzo per me.

"Mi dispiace, deve esserci stato un errore." Aggiunge poi.

"Nessun errore, ogni alunno deve avere un compagno o compagna di stanza. Non sono disponibili camere singole."

La simpatia che provavo per la donna era già svanita. Il ragazzo provò a obiettare per me, ma lo fermai.

La donna girò suo tacchi e se andò.

"È lo stesso, proverò a fare amicizia."

Luke mi sorrise e poggiò una mano sulla mia guancia.

Lo baciai, finché non sentii un rumore. Staccai le mie labbra dalle sue e notai una figura femminile al nostro fianco.

"Scusate, ho interrotto qualcosa?"

Deve essere la mia compagna di stanza.

Bell'inizio.

"No no, tranquilla." Luke mi afferra la mano per condurmi all'interno della stanza.

È carina, ha due letti, uno di fianco all'altro, ma non uniti, due armadietti, abbastanza piccoli da poter contenere soltanto poche cose e di media grandezza.

Voltai lo sguardo e vidi una porta chiusa. La ragazza di fronte a me rispose alla mia domanda non posta.

"Quello è il bagno. Dentro puoi trovare il gabinetto e il lavandino."

Feci un respiro profondo e trovai le parole.

"E la doccia?"

La ragazza diventò seria. Avevo paura di venire a conoscienza della sua risposta, ma ero anche curiosa di sapere dove si trovasse la doccia, o non avrei potuto lavarmi.

"È in comune." Luke serrò la mascella e strinse le mani, così da formare due pugni.

"In c..c..comune?" Stavolta, era lui a balbettare, non più io.

"Sì, ma tranquillo sono separate le femmine dai maschi."

Il ragazzo si rilassò e così anche io.

Odio vederlo arrabbiato. Odio di più il fatto che a farlo arrabbiare sia per una mia causa. È così gentile nei miei confronti. Io amo lui come lui ama me. È tutto quello che ho e l'unico che mi capisce.

Alzai lo sguardo e la ragazza di fronte a me mi rivolse un sorriso.

"Comunque piacere, io sono Catherine, ma puoi chiamarmi semplicemente Cat."

"Io sono Charlotte, ma puoi chiamarmi Charlie." Risposi gentilmente, contraccambiando il sorriso. Mi meravigliai a causa della mia confidenza, di solito non parlo così alle persone appena conosciute. Anche Luke deve essersi meravigliato, perchè mi guarda inebetito.

"Voi due siete fidanzati, immagino."

Afferma Cat, sorridendo.

"Esatto, lui è Luke."

Dico, indicando il mio fidanzato.

"E da quanto state insieme?"

Chiede poi la mia compagna di stanza.

"Da circa tre anni."

Rispose Luke, soddisfatto della nostra relazione.

Cat sembra felice della sua risposta e continua a mantenere quel suo sorriso. Senza aggiungere altro, mi dirigo verso il mio letto, trascinando la valigia alle mie spalle per poi poggiarla sul materasso ancora vuoto.

Comincio a prendere fuori il necessario per fare il letto, più il beauty, che avrei poi rinchiuso dentro al mio armadietto.

"Vuoi una mano?"

Mi chiese Luke, già al mio fianco per aiutarmi.

"Oh no grazie,riesco a fare da sola."

Preferisco fare le cose da sola piuttosto che insieme ad altri e questo Luke lo sa. Infatti, si allontana senza dire nulla. La voce del mio ragazzo rimbomba, ad un certo punto, nella stanza.

"Catherine puoi venire un attimo fuori?"

"Certo!" Squittisce.

Afferra la maniglia e apre la porta, per poi uscire dalla stanza, seguita dal mio ragazzo. Appena la porta si richiude alle loro spalle, mi avvicino e accosto un orecchio sopra di essa. Sento i due ragazzi parlare, e capisco quasi tutto il discorso che stanno mettendo in atto.

"Cat, devi sapere che Charlie è molto timida e fatica a creare un'amicizia con altre persone.

Prima, mi ha sbalordito, il fatto che lei ti abbia parlato così tanto in così poco tempo.

Vorrei che tu le stessi accanto il più possibile e che mi chiamassi per qualsiasi problema."

"Sicuro, la aiuterò sempre e se avesse problemi, ti chiamerò immediatamente."

Mi allontanai dalla porta e tornai a preparare il mio letto.

Adoro il fatto che Luke cerchi di trovarmi nuovi amici. Solo lui sa, che da quando i miei genitori sono morti, il mio corpo ha reagito alla loro morte con la timidezza. Si è creata una bolla inflessibile intorno a me.

Forse però, ora che ho fatto amicizia con Cat, la mia bolla sta svanendo lentamente. Se è così, Luke dovrebbe iniziare a preoccuparsi meno per me.

Hurricane || Austin MahoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora