Capitolo 6

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Quando arrivammo notammo ragazzi che si baciavano e bevevano, anche fuori dalla casa.

Odio già questa festa.

Alex mi aveva detto che questa era la casa di una confraternita.

Entrammo e iniziai a cercare Il mio nuovo amico fra la folla, fino a quando non sentii picchiettarmi sulla spalla.

"Ehi Charlie!"

Voltai lo sguardo e vidi Alex sorridermi.

"Ciao."

Risposi timidamente, per poi abbassare lo sguardo.

"Ciao!"

Disse Cat avvicinandosi a noi e muovendo la mano.

"Venite, vi faccio conoscere i miei amici!"

Annuii e seguimmo Alex, che si faceva strada fra la folla.

In lontananza, vidi un gruppo di ragazzi seduti sul divano.

C'era anche quel fottuto ragazzo misterioso che mi faceva venire i brividi in tutti i modi.

Sperai non fosse quello il suo gruppo di amici.

Ci avvicinammo sempre di più a loro, vidi una ragazza bionda seduta sulle gambe del ragazzo.

"Ragazzi, queste sono due mie amiche, Charlie e Cat."

Ci presentò Alex, indicandoci mentre diceva i nostri nomi.

Oh.

Quindi questo è il gruppo di amici di Alex.

Pensavo che lui stesse con gente più... normale.

Ed eccolo qui, con questi tipi tatuati e tutti con un bicchiere in mano di chissà cosa.

Diedero un bicchiere ad Alex, che iniziò a berlo.

"Te ne sei già portate a letto due?"

Chiese sorpreso un ragazzo biondo, con il ciuffo gellato, così da tenerlo fermo.

"Ehi senti coso, non siamo puttanelle come quelle da cui siete circondati."

Ribatté, furiosa, la ragazza vicino a me.

Il ragazzo si alzò e raggiunse Cat, tenendole fermo il mento col pollice e l'indice.

"Ah no? Beh, però sei carina."

"Mi piace."

Disse poi, rivolgendosi ad Alex, che ci mimò un dispiace per il comportamento dei suoi amici.

Abbassai lo sguardo e iniziai a giocherellare con le dita.

"E tu?"

Speravo non fossi io, ma sentii due dita alzarmi il mento.

"Non parli?"

"Dai Zach lasciala in pace."

Non risposi, né mi mossi. Mi limitai a deglutire.

"Parla!"

Mi ordinò il ragazzo biondo.

"Stai esagerando."

Disse infine Alex, togliendo le sue dita da sotto il mio mento e chiudendo la conversazione.

"Beh, noi...andiamo a... ballare."

Cat mi afferrò il braccio e ci buttammo in mezzo alla folla.

Restai immobile, non sapendo cosa fare.

"Lasciati andare!"

Gridò Cat, per sovrastare la musica.

Iniziai a muovere i fianchi a ritmo e poco dopo la musica entrò in me.

Avevo gli occhi chiusi, quando sentii due mani posarsi delicatamente sui miei fianchi.

"Ciao sono James, tu sei? Oltre che incredibilmente carina?"

Sembrava un bravo ragazzo, così risposi.

"Charlie."

Rafforzò la presa.

Cercai di divincolarmi ma mi tenne stretta a sé.

Avvicinò la mia schiena al suo petto.

"Vieni in camera mia."

Quindi lui viveva qui.

"N..no g..grazie."

"Ho detto: vieni in camera mia."

Mi prese il polso e strinse, fino a farmi scendere qualche lacrima dagli occhi.

"Ciao tesoro, sono appena arrivato.

Il ragazzo ti dà fastidio?"

Rimbombò una voce dietro di me, che mi fece voltare.

Il ragazzo che il giorno prima mi aveva dato una spallata e che stamattina mi aveva fermato per dirmi di stare attenta a girare in asciugamano per il campus, era dietro di me e stringeva i pugni.

"Ah quindi è tua?"

La voce di James era accentuata da un tono menefreghista.

"Già."

Mi avvolse il bacino con il suo braccio e mi avvicinò a sé.

"Quindi vedi di andare."

Lo minacciò con lo sguardo.

James se ne andò e quando guardai al mio fianco, il ragazzo che mi aveva difesa era sparito.

Detesto questo fottuto gioco che sta cercando di iniziare con me.

Vado verso Cat per chiederle di andare e quando acconsente salutiamo Alex e lasciamo la casa della confraternita.

"Beh, devo dire, che come mia prima festa...ha fatto veramente schifo."

Quando torniamo al campus sono ormai le due di notte e quasi tutto l'edificio è vuoto, al suo interno.

Poggio la borsa sul mio letto e la svuoto completamente.

Vedo cadere un bigliettino dalla tasca laterale e lo raccolgo da terra.

'Mi chiamo Austin Mahone. E so che anche tu cadrai nel mio letto.'

Rileggo quelle parole, sperando di averle lette male, ma non è così.

Cat è già distesa sul letto, coperta dalle sottili lenzuola.

Decido di fare lo stesso e dopo essermi spogliata e infilata il pigiama mi stendo sul materasso.

Non posso fare a meno di pensare alle parole scritte sul biglietto.

Il suo gioco è già iniziato.

Per adesso, sta giocando solo, ma so che cercherà di spingere dentro anche me, così da poter giocare in due.

Hurricane || Austin MahoneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora