Capitolo 2.

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'Lo sapevate e io avevo il diritto di saperlo'

Siamo sedute al bar di fronte l'hotel noi quattro ragazze e, nonostante il the caldo, sono abbastanza nervosa ora che le monzesi mi hanno confermato di sapere tutto.

'Gin non prenderla così, non voleva tu lo sapessi'

Ero in preda alla rabbia, perché prendere una decisione per me? Forse avrei reagito diversamente se l'avessi saputo.
Filippo ha sempre avuto questo brutto vizio di decidere per gli altri, quando l'ho conosciuto criticai questo suo aspetto e ad oggi, dopo quasi tre anni mi ritrovo a fare lo stesso.

Forse mi sarei fatta prendere dall'ansia di rivederlo e allo stesso tempo non avrei chiuso occhio tutta la notte, non riuscendo a dare il meglio di me ma sicuramente non lo avrei evitato per tutto il tempo.

Prima di andare al bar ho sentito che è in camera con Simo e con Einar, ciò significa che per un po' non frequenteró la stanza di mio fratello, se in quest'anno e mezzo nessuno dei due ha fatto un passo in avanti credo che un motivo ci sia.

'Scusatemi ma ho bisogno di prendere un po' di aria'

Mi sentivo improvvisamente soffocare, in un bar così grande e con così poche persone io ho iniziato a credere l'aria non bastasse.

Mi siedo sulla panchina fuori l'hotel, non credevo che a distanza di tanto tempo l'effetto potesse essere lo stesso.
Sono stata un anno in America e quando ci siamo lasciati mi sembrava il mondo volesse cadermi addosso, eppure mi ero ripromessa di dare il meglio, così ho iniziato a dire di star bene ma nonostante ciò la sera crollavo in silenzio, stringendo la sua felpa.

La distanza da casa mi ha aiutato a credere di più in me stessa, ho imparato a fare tanto, a stirare e cucinare o semplicemente a badare meglio ai bambini.
Per arrotondare i soldi che mi mandavano i miei genitori iniziai a fare da babysitter e pian piano ho scoperto tanti modi per relazionarmi con i bambini.

Sorrido al pensiero di Meredith, la bambina della porta accanto che ogni sera mi chiedeva di andare da loro a prendere il the, per il semplice gusto di vedere un film insieme. Suo padre ha lasciato lei e la madre per scappare con un'altra donna e l'assenza di questa figura un po' pesava su di lei ma la madre riusciva a compensarla al meglio, cercando di essere presente nonostante il lavoro impegnativo, rappresentavano un po' la mia famiglia Americana.

'Dovresti smetterla di pensare tanto'

La sua voce, dedicata solo a me, mi fa rabbrividire, non so da quanto tempo è seduto al mio fianco ma credo da un po' per avermi detto questa frase.
Non riesco a girarmi verso di lui, come se qualcosa mi bloccasse, forse lo scontro con i suoi occhi, troppo a contatto con i miei.

Sfila una sigaretta dalla sua tasca, riconosco il movimento quando l'accende e una nube si forma avanti a noi, l'odore della solita lucky strike mi fa sorridere, è vero che certe cose non cambiano mai.

'Gin io volevo dirtelo ma ...'

Le parole sembrano morirgli in gola e proprio questo mi fa voltare nella sua direzione, la sigaretta la sta consumando il vento mentre i suoi occhi cadono sulla mia mano, o più precisamente sul suo anello, non l'ho mai tolto, differentemente dalla collana che ho riposto nel portafoglio, credendo sarebbe stato più facile dimenticarlo.

'Filippo volevi farlo ma non mi hai chiamato, hai preferito scegliere di nuovo per entrambi'

Mi alzo dalla panchina restando ferma sul posto a guardarlo, ho alzato leggermente la voce e solo ora noto che ha ancora la collana, si stringe più forte nel suo giubbino con le mani nelle tasche, senza parlare.

'Ti ricordo che non stiamo più insieme da un po''

Queste parole forse fanno più male a me che a lui, che solo ora alza lo sguardo.
Non posso negare a me stessa che mi sia mancato, non vederlo mi ha quasi spenta e se non fosse stato per Simone e per i ragazzi, sarebbe stato davvero difficile riprendermi.

Per amore di una rosa./ Irama🌹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora