Capitolo 9.

1.1K 49 10
                                    

Spesso la nostra mente non ci lascia respirare, riempiendoci di parole o di pensieri che si intrecciano tra di loro.
In certi momenti vorremmo solo avere un pulsante e spegnere tutto, per lasciarci la facoltà di riposare, almeno qualche ora.
Sono rimasta a guardare Filippo nonostante il sonno, la mente quasi mi scoppiava per le sue parole e per i miei mille dubbi.

Non sarei dovuta rimanere, avrei dovuto lasciare se ne occupassero solo Simone ed Einar e invece non sono riuscito a lasciarlo, non dopo averlo visto piangere, quegli occhi verdi diventare rossi a causa delle troppe lacrime riversate sul top nero, che ancora sa un po' di alcool.

Le immagini però nella mia mente sono confuse, per rispetto di me stessa dovrei essere in camera con Emma e non nel suo letto, perché uscita da questa stanza lui starà ancora con Giulia, e io starò più male al pensiero di noi due, lontani di nuovo, seppur cuciti dentro il cuore dell'altro.

Il suo braccio sul mio stomaco mi fa svegliare dopo solo un'ora di sonno, mi guardo per un secondo al telefono e noto le occhiaie più marcate del solito e il viso pallido, la stanchezza nel corso della giornata si farà sentire.
Lui dorme sul mio seno, proprio come un bambino mentre l'orecchino destro gli ricade sul collo.

Sposto il mio sguardo verso il letto di Simone che è vuoto, stanotte dopo circa mezz'ora dal messaggio ad Emma ho visto lui alzarsi ed uscire, qualcosa mi fa pensare che sono insieme e sinceramente mi rasserena il cuore tutto questo.
Hanno bisogno l'uno dell'altro, si completano perfettamente con i loro modi spesso così diversi.

Einar invece si gira e rigira nel sonno, abbracciando più spesso il secondo cuscino che ha chiesto all'hotel per sentirsi meno solo durante la notte, so che gli manca Valentina, durante il giorno lo osservo mentre scorre le loro foto sul cellulare, e quegli occhi li ho visti poche volte.

Li ho visti quando gli sguardi dei miei genitori si incontravano dopo una giornata di lavoro, mio padre tornava a casa e la prima persona che cercava era mamma.
Li ho visti ogni volta che mia nonna parla di nonno e di quello che hanno vissuto insieme, di quando si sono conosciuti o del giorno del loro matrimonio, a detta sua povero di averi ma ricco di amore.
Li ho visti una sera mentre Filippo era a casa, con la testa sul telefono mentre io compilavo dei moduli che avrei consegnato all'università per stare al pari con gli esami e alle autorità americane.

È steso sul letto, ogni tanto scorre il dito sullo schermo del cellulare, tra una settimana il mio aereo decollerá e dovrò fare a meno di tutto questo per un anno.
Per un anno questo letto sarà ricoperto di peluche e cuscini, non ospiterà più i nostri corpi e le nostre paure.

'Che guardi?'

Mi alzo dalla sedia per andare a stendermi al suo fianco e scoprire cosa attira così tanto la sua attenzione.

'Niente, giravo così per i sociale'

Chiude immediatamente ciò che stava vedendo, facendomi incurvare leggermente le sopracciglia.

'Dai Filo, non ti credo'

Quasi mi scoppia a ridere in faccia mentre sblocca il suo telefono e mi mostra una nostra foto, più precisamente una di cui non conoscevo l'esistenza, siamo fuori il pub di Pablo mentre poggiati sulla panchina guardiamo le stelle.

'Mi sono innamorato ancora una volta di te'

Mi stringo più forte a lui baciandogli la mandibola dolcemente.
Gli occhi sono incastrati e in questo momento avrei giurato sarebbe stato per sempre.

Il braccio di Filippo che mi stringe troppo forte distoglie la mia attenzione da Einar.
Mi sembra agitato e sta leggermente sudando la fronte, come se qualcosa lo spaventasse.

Per amore di una rosa./ Irama🌹Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora