18 | "VUOI ANCORA NON AVERE NIENTE A CHE FARE CON ME?"

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Si sentì mancare il fiato, nel sentire di nuovo, dopo mesi di astinenza forzata, la voce di Yoongi. Restò in silenzio per qualche secondo, indeciso se chiudere la chiamata o farsi forza e rispondere. Ormai i giochi erano aperti. «Ciao» gli disse quindi, in un soffio quasi impercettibile.

«Come stai?»

Ci pensò, perché la verità era che nemmeno lui lo sapeva, come stesse. Forse dirlo a Yoongi non era la mossa più giusta, ma d'altronde tra di loro non c'erano mai stati filtri, prima di quel maledetto giorno. «Non lo so. Tu come stai?»

Il cuore avrebbe cominciato a battere ancora più forte, se avesse potuto vedere il sorriso che aveva colorato le labbra di Yoongi dopo quella dimostrazione di innocenza che sempre lo aveva attratto. «Abbastanza bene». Il silenzio, che tra loro non era mai stato imbarazzante, si poteva tagliare con un coltello e lo lasciava con il fiato sospeso. «Ti ho cercato» riprese poi Yoongi, incerto. «Ti ho cercato per tre settimane e non ti sei mai fatto trovare» aveva il tono di un'accusa, quella constatazione, e Jimin avrebbe voluto urlargli che non aveva alcun diritto di rientrare sgomitando nella sua vita e incolparlo per non aver riposto ai suoi messaggi e alle sue chiamate.

«Puoi biasimarmi?» gli chiese quindi, prendendo un respiro profondo per evitare di scoppiare ad urlare o forse a piangere, non lo sapeva bene. «Mi hai spezzato il cuore hyung, non volevo più avere niente a che fare con te».

«E ora?» si sentì domandare.

«Ora cosa?» cercò di allontanare il momento in cui avrebbe dovuto rispondere, consapevole del fatto che affermare ad alta voce che gli mancava da morire e avrebbe colto qualsiasi occasione per riaverlo per sé lo avrebbe distrutto. Di nuovo.

«Vuoi ancora non avere niente a che fare con me?»

Jimin boccheggiò, in cerca di aria. «Io...»

Yoongi non gli lasciò nemmeno il tempo per finire di parlare, perché tornò subito al contrattacco. «Perché mi manchi, Jiminie, mi manchi davvero tanto. Mi manca vederti gironzolare per casa e guardarti dopo aver fatto l'amore, e tutte queste cose che hai seminato nel mio appartamento e non sei mai venuto a riprenderti non mi aiutano affatto a dimenticare.»

«Hyung-» provò a fermarlo Jimin, prima che fosse troppo tardi. Troppo tardi per uscire illesi da quella conversazione che era soltanto un errore.

«No Jiminie, lasciami parlare. Lasciami spiegare, almeno questa volta. Sono stato un coglione e nemmeno dirlo trecento volte di fila mi renderà meno colpevole. Ho fatto una cazzata e...e la verità è che non so nemmeno dirti quanto mi odio per quello che ti ho fatto, che ci ho fatto. Ero spaventato da quello che stava diventando il nostro rapporto e tornare lo Yoongi di prima mi è sembrata la soluzione più facile e solo adesso mi rendo conto che non c'è soluzione peggiore del prendere solo scorciatoie.» Si fermò un attimo per prendere fiato, a Jimin sembrò quasi di sentire alcune parole essere strascicate dal pianto, ma molto probabilmente era solo una sua impressione. «Ti giuro che se potessi tornare indietro non rifarei mai una cosa del genere. Mai, te lo giuro.»

«Ma non si può tornare indietro, hyung.» affermò Jimin, a quel punto, mentre alcune lacrime gli scivolavano sulle guance, spegnendosi sulle labbra secche. «Ho diciannove anni, pensi che io non fossi spaventato? Avevo una paura tremenda, paura di noi, di quello che eravamo e di quello che tu significavi.» Erano cose che teneva dentro da mesi, forse addirittura da quando avevano cominciato a frequentarsi. La verità è che si era sempre sentito surclassato da quella storia, trecento volte più grande di lui, e probabilmente da Yoongi stesso e da tutta l'esperienza che si portava sulle spalle come un fardello. Non lo aveva mai detto a nessuno, quanto si fosse inizialmente sentito scomodo e impaurito, e farlo ora lo aiutò a liberarsi di un peso abnorme. «Ma tu non te ne sei mai accorto e ad un certo punto mi hai semplicemente lasciato lì a gestire una relazione che mi stava inghiottendo, per quanto bene ti volessi, per quanto ti amassi

Dall'altra parte si sentiva soltanto il silenzio, l'ombra sfumata nell'aria di un "mi dispiace" arrivato troppo tardi. Jimin sospirò affranto, soffocando le lacrime e i sussulti. «Perché mi hai chiamato, hyung.» Voleva essere una domanda, ma suonò più come una sentenza accusatoria e per un attimo a Jimin sembrò quasi di essersi preso la sua personale rivincita. «Proprio ora che stavo cominciando ad andare avanti» aggiunse poi, per rinforzare il colpo.

«Perché ci ho provato a superarla, ad andare a letto con altri, a fingere che non mi importasse più di te, di quello che stavamo costruendo insieme. Ma non ci sono riuscito perché il tuo profumo riempie ancora la casa e non mi fa respirare a volte e non è un'esagerazione, te lo giuro.»

Jimin non sapeva bene cosa rispondergli. Probabilmente in un attimo di pazzia avrebbe potuto urlargli che non gli importava più di niente, che non le voleva nemmeno sentire le sue scuse, perché lo aveva già perdonato da tempo ed era pronto a lasciarsi tutto alle spalle e tornare immediatamente da lui. In realtà, però, per quanto il pensiero lo tentasse, sapeva perfettamente che sarebbe stata la sua rovina definitiva, la deriva finale, la caduta in uno strapiombo da cui sarebbe stato impossibile risalire. «Dovevi pensarci prima» gli disse quindi, respingendo a gomitate il suo istinto e serrandolo in un angolo remoto della sua coscienza. «Mi dispiace, hyung.» E si sentì incredibilmente stupido in quel momento, mentre sussurrava delle scuse al ragazzo che gli aveva spezzato il cuore e che non meritava niente da lui. Gli venne quasi da ridere di se stesso, quando pose fine alla chiamata e si afflosciò sul divano, surclassato da un'ondata di patetismo e sconforto. 

Nda.

Buongiorno! Come state?
Io sono felicissima perché, anche se ora dovró passare tutto il tempo a studiare, almeno ho finito le lezioni in uni, yee🤭
Comunque, come avrete notato, non sarà per niente facile per Yoongi riconquistare la fiducia di Jimin. Non trovo affatto realistiche le storie in cui i due personaggi litigano e due ore dopo hanno già chiarito tutto. Avanti, stiamo parlando di un tradimento non di un bisticcio per chi ha perso al monopoly!
Spero che la storia vi stia piacendo, davvero.
Passate una buona domenica, ci vediamo mercoledì con il prossimo capitolo.
Ila. xx

AEROPLANINI DI CARTA | YOONMIN [#Wattys2019] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora