10 | "SEMBRI USCITO DA UNA GUERRA A COLPI DI FARINA E MIELE"

1.4K 134 2
                                    

Nessuno dei due sapeva di preciso come fossero arrivati a quel punto, fatto sta che, ora, a casa di Yoongi, era possibile scorgere una parte di Jimin ovunque si voltasse lo sguardo: metà del guardaroba del biondo occupava i cassettoni bianchi della camera da letto del più grande, i suoi cereali preferiti si trovavano proprio da parte ai biscotti al cioccolato e panna che Yoongi mangiava ogni pomeriggio per merenda, la sua tazza – con la scritta "my world without coffee" stampata al contrario sulla ceramica blu – affiancava quella bianca di Yoongi decorata con il simbolo di Batman, il suo spazzolino consumato e il suo accappatoio decoravano il bagno annesso alla stanza matrimoniale. Non metteva piede nel suo appartamento da fin troppo tempo, a malapena riusciva a ricordare di che colore fossero le pareti del suo soggiorno. Yoongi non gli aveva mai chiesto di trasferirsi a casa sua, né tantomeno lo aveva proposto lui. Era successo e basta, con la stessa naturalità con cui un giorno ci si sveglia e si decide di fare un viaggio, senza una meta prestabilita e un biglietto del treno comprato da mesi e ricoperto ormai di polvere. Non c'erano state richieste imbarazzanti, risposte sussurrate con la voce che tremava per l'emozione né scatoloni da imballare per il trasferimento. Yoongi aveva cominciato a passare a prenderlo finito il turno di lavoro tutti i giorni, lo portava a casa sua, dove faceva una doccia, e poi ordinavano del cibo da un ristorante straniero, mentre il venerdì era Ayako – la cameriera dei suoi genitori – a cucinare per loro. Ogni tanto, quando si stancavano di mangiare fuori o del cibo da asporto, Yoongi si metteva ai fornelli mentre Jimin gli leggeva i passaggi di una ricetta presa da internet. Il più delle volte, però, finivano irrimediabilmente per distrarsi, le pentole sfrigolavano sul fuoco e qualsiasi cosa stessero cercando di cucinare si bruciava. Era diventato piuttosto bravo a preparare i dolcetti di riso però, anche se Jimin tutte le volte gli diceva che non erano poi così buoni e Yoongi gli rispondeva con una linguaccia, allontanando il piatto stracolmo da lui. Il moro rideva e alzava le mani in aria, come un ladro colto in fallo, ma non appena l'altro si allontanava, si avvicinava furtivo alla cucina per rubarne due o tre.

Quella domenica pomeriggio, Yoongi aveva le mani affondate nell'impasto morbido e appiccicoso dei dolcetti che stava preparando, mentre Yoongi, seduto su uno sgabello davanti al bancone da lavoro, lo guardava sorridente. Junki, il fratello maggiore di Yoongi, che era partito anni prima e si era trasferito in America per lavoro, era tornato a casa per le vacanze e aveva promesso al fratello che avrebbe sicuramente fatto un salto da lui. Tuttavia, Yoongi non l'aveva avvisato del fatto che, una volta aver bussato alla porta, lo avrebbe trovato al fianco di un'altra persona, che aveva lasciato la sua impronta in ogni spazio, persino quelli più impensabili, della sua villetta. Jimin era abbastanza preoccupato, all'idea di conoscere una persona tanto importante per Yoongi, ma cercava di non darlo a vedere. Stava canticchiando una canzone di G-Dragon che passava alla radio in quel momento, scorrendo la bacheca di twitter sul cellulare di Yoongi – il suo era così vecchio da non avere la memoria sufficiente per installare l'applicazione – quando il ragazzo gli chiese di passargli il sacchetto del sale. Aveva il naso leggermente sporco di farina bianca e le guance arrossate per il caldo, gli occhi spalancati e una ruga quasi impercettibile sulla fronte per la concentrazione. Jimin trattenne una risata ricolma di affetto e gli porse il sale, stampandogli un bacio giocoso sulle labbra. Sapevano di miele, probabilmente perché, senza che lui se ne accorgesse, in un momento in cui era troppo preso dalle notizie dei suoi amici su twitter, ne aveva rubato un po' dal barattolo. Dopo un quarto d'ora, Yoongi stava riempiendo un vassoio di bellissimi Songpyeon.

«Vado a farmi una doccia» disse poi, avvicinandosi a Jimin, mezzo stravaccato sul tavolo, che stava ora cercando di passare un livello piuttosto complicato di Candy Crush – non sarebbe mai riuscito ad eliminare quei dannati riquadri di cioccolato senza far scoppiare le bombe.

«Sarà meglio, sembri uscito da una guerra a colpi di farina e miele» scherzò il ragazzo, ricambiando un bacio veloce e riportando poi immediatamente l'attenzione al cellulare. Pochi secondi dopo, sentì lo scrosciare lento e rilassante dell'acqua rompere il silenzio, accompagnato dalla fastidiosissima canzoncina del gioco.

-

Junki li raggiunse quel pomeriggio stesso. Salutò Yoongi con un lungo abbraccio e gli scompigliò i capelli ancora umidi, in ricordo di una tradizione che si protraeva da quando erano ancora due bambini innocenti. Jimin era seduto, con le gambe accavallate, sullo schienale del divano e accolse il ragazzo con un ampio sorriso e una timida stretta di mano di benvenuto. Seduti in salotto, i due fratelli rivangarono vecchi aneddoti e Jimin li osservò con gli occhi luminosi. Condivisero risate e mangiarono i dolcetti che Yoongi stesso aveva preparato. Come al solito il biondo sostenne che non erano poi un granché e che sembravano fatti da un bambino di due anni, e Junki scoppiò a ridere, sputacchiando briciole sul tappeto costoso che ricopriva il parquet. 

AEROPLANINI DI CARTA | YOONMIN [#Wattys2019] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora