34 | "NON SONO PIÙ COSÌ UBRIACO, HYUNG"

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«Che stai facendo?» gli chiese, piagnucolando e cercando di impedire a Jimin di rialzarsi, il bisogno di sentire di nuovo le sue labbra avvolgerlo fino in fondo a contorcergli le viscere. «Jiminie» mugolò, quando l'altro gli baciò l'inguine, le cosce, la pelle circostante. «Ti prego.»

Jimin ridacchiò e le sue labbra vibrarono di nuovo su di lui, prima di succhiare leggermente la pelle dell'interno coscia, facendo imprecare il più grande.

«Senti lo so che sei ubriaco e ti vuoi vendicare, ma lasciamo la tortura ad un altro momento» affermò allora Yoongi, riempiendo il vuoto lasciato da Jimin con il palmo aperto della propria mano, giusto il tempo necessario per un minimo sollievo.

Jimin, ancora inginocchiato davanti a lui, le mani ferme sui suoi fianchi, lo guardò dal basso verso l'alto e gli sorrise. «Non sono più così ubriaco» biascicò poi, prima stringendo la propria mano intorno a quella di Yoongi e cominciando a muoverla velocemente, poi tornando a sostituirla con la propria bocca. Yoongi, colto alla sprovvista, mormorò un «cazzo» a denti stretti, cercando di trattenere un gemito più alto degli altri.

«Basta» ansimò poi e Jimin, le guance incavate e le labbra rosse, alzò lo sguardo su di lui, continuando a spingersi contro di lui, fino a quando la punta del naso non gli solleticò la pelle bollente sotto l'ombelico.

Yoongi pensò che sarebbe potuto venire esattamente in quel momento, semplicemente guardando Jimin in ginocchio davanti a sé, gli occhi fissi nei suoi mentre glielo succhiava. «Merda» mormorò, mordendosi un labbro. «Alzati, cazzo.»

Quando Jimin si alzò da terra, le ginocchia indolenzite, Yoongi lo sollevò, facendogli incrociare le gambe intorno alla sua vita e, baciandogli il collo proprio come poco prima aveva fatto lui, si spostarono in camera.

Jimin se la ricordava perfettamente, quella stanza. Ricordava i vestiti abbandonati sulla sedia, le ante dell'armadio quasi sempre aperte, lui che, ancora nudo, fumava affacciato alla finestra dopo aver fatto sesso e Yoongi attorcigliato tra le lenzuola bianche. Ricordava la federa del suo cuscino intrisa del profumo di Yoongi e la risata del più grande, camuffata dallo spazzolino ancora in bocca, a svegliarlo la mattina. E si ricordava ancora la prima volta che ci aveva messo piede in quella stanza, pronto ad aprirsi completamente e lasciare che Yoongi facesse di lui qualunque cosa avesse voluto.

Ed ora, anche se era cambiato tutto tra di loro, la sensazione era sempre la stessa. Perché, anche se l'alcool gli circolava ancora in corpo e gli annebbiava leggermente i pensieri, Jimin era sicuro che, in quel momento, Yoongi avrebbe potuto prenderlo contro il muro della sua stanza, senza avvertimenti, senza alcuna preparazione, avrebbe potuto farlo urlare così tanto da perdere la voce, avrebbe persino potuto fargli così male - fisicamente, emotivamente, psicologicamente, non aveva importanza - da farlo piangere come un bambino e lui glielo avrebbe lasciato fare. Gli avrebbe lasciato fare qualsiasi cosa, anche se il giorno dopo se ne sarebbe pentito, anche se al risveglio sarebbe stato così dolorante da non riuscire a muoversi, anche se si sarebbe ritrovato con più ferite aperte di quante erano quelle che, nel tempo, erano state ricucite.

E, difatti, Jimin non lo fermò - non ci provò nemmeno, non ci pensò nemmeno - quando Yoongi lo lasciò scivolare sul letto, il materasso che sprofondava a causa del loro peso, e si posizionò a cavalcioni su di lui, le ginocchia a stringergli le cosce e le mani indaffarate a slacciargli la cintura. Jimin si tolse la maglia, rimase incastrato per un attimo e scoppiò a ridere. Yoongi sorrise intenerito, perché dannazione, gli era mancato ridere con Jimin durante il sesso, prenderlo in giro per i piccoli segni della sua goffaggine, ma al tempo stesso amando, per ogni secondo, il suo essere così impacciato, anche quando l'inesperienza era ormai scomparsa. Quando Yoongi cominciò a lasciargli una scia di baci a bocca aperta sul petto, a Jimin parve di sentire la sua lingua ovunque, in ogni angolo del corpo, e il calore cominciò ad addensarsi nel suo basso ventre, facendolo andare a fuoco. E, anche se dall'ultima volta che aveva fatto sesso con Yoongi era passato più di un anno, Jimin si rese conto di riuscire ancora a ricordare i piccoli giochetti che il più grande faceva con la lingua, quelli che lo facevano impazzire e lo lasciavano sempre ansimante, proprio come in quel momento, le mani strette a pugno intorno alle lenzuola, le unghie conficcate con forza nel palmo della mano, gli occhi serrati e i capelli appiccicati alla fronte a causa del sudore, le labbra sporche di gemiti e le gambe spalancate. Alla fine, quando entrò in lui, fu come se tutto fosse tornato alla normalità e Jimin si ricordò del motivo per cui fare sesso con Yoongi gli piaceva così tanto. E, mentre Yoongi spingeva dentro di lui e gemeva direttamente nella sua bocca cercando la sua lingua, Jimin riscoprì cosa significava condividersi, donarsi, completarsi perfettamente, sentirsi così pieni da voler scoppiare per cercare un minimo sollievo, godersi incontrollabilmente e amarsi. Amare ed essere amato. Non si sentiva così bene da tanto tempo, troppo.

Raggiunsero l'orgasmo più di una volta, quella notte, forse perché sentivano il bisogno di rimediare a tutte le notti perse o forse perché dopo essersi ritrovati non avrebbero più voluto lasciarsi o, ancora, perché forse non riuscivano più fare a meno dell'agrodolce sensazione di appartenersi.


#Nda.

Sono veramente rare le volte in cui sono al 100% soddisfatta di quello che scrivo, ma vi giuro che ogni volta che rileggo la scena finale di questo capitolo mi metto i brividi da sola (ODDIO QUANTO È EGOCENTRICA QUESTA AFFERMAZIONE AIUTO).

Quando descrivo le scene smut cerco sempre di essere il meno volgare possibile, perché la volgarità nella scrittura é una cosa che personalmente non mi fa impazzire...non so se questa volta ci sono riuscita in pieno, almeno nella prima parte. Scrivere frasi come "guardando Jimin in ginocchio davanti a sé, gli occhi fissi nei suoi mentre glielo succhiava" mi ha fatto tentennare un po', lo ammetto. Ma, alla fine, il sesso é anche ostentazione e passione irrefrenata quindi va bene così. Nella seconda parte, invece, ho provato a concentrarmi più sulle sensazione di Jimin, ennesima dimostrazione del fatto che l'amore che prova per Yoongi é ancora così forte che sarebbe veramente disposto a tutto in quel momento, pur di rivivere le emozioni che una volta lo facevano sentire vivo.

E niente, scusate lo sproloquio ma penso veramente che questo sia il mio capitolo preferito in assoluto della storia e ci tenevo a dire due (o più) parole a riguardo.
Non ci credo che il prossimo sarà l'ultimo, voglio piangere😭
Ila. xx

AEROPLANINI DI CARTA | YOONMIN [#Wattys2019] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora