06 | "STAVI MESSAGGIANDO? DURANTE IL LAVORO?"

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Sciacquò un bicchiere, riponendolo nello scaffale alle sue spalle e, quando si girò, lanciò un'occhiata divertita a Taehyung, mezzo sdraiato sul tavolo occupato da Jeon Jungkook, uno di quelli che per lui ci era rimasto completamente sotto. Jin, a pochi metri di distanza, stava spillando una birra e stava discutendo – forse a toni un po' troppo alti – con Kim Namjoon, uno dei clienti abituali, riguardo all'ultima sconfitta della nazionale coreana. Sentì il cellulare vibrargli nella tasca dei jeans e dopo aver passato lo straccio sul bancone, si sedette su uno sgabello e lo controllò.

"Ci vediamo oggi? Y."

Si costrinse a trattenere un sorriso involontario leggendo le parole di Yoongi e si affrettò a digitare una risposta.

"Finisco il turno tra un quarto d'ora, stasera."

Inviò il messaggio e poi si alzò per segnare la prenotazione di una ragazza dai capelli rosa appena entrata. Preparò un drink e lo appoggiò insieme ad una lattina di coca cola sul vassoio, che portò immediatamente al tavolo della cliente.

"Okay, vengo a prenderti io. Passo un po' prima, mi fermo per una birra."

Lesse, dopo essere tornato a sedersi. Sorrise ampiamente, felice di quella proposta. Dopo ciò che era successo, non aveva visto Yoongi per una settimana, perché aveva un esame importantissimo all'università, che doveva assolutamente passare, e aveva dello studio arretrato da recuperare. Aveva deciso di non infastidirlo, anche se per qualche secondo aveva davvero pensato che si fosse pentito di ciò che era successo l'ultima volta e che in realtà lui non gli interessasse.

Scrisse velocemente un "Va bene hyung, ci vediamo dopo. xx", carico di aspettativa e ripose il cellulare nelle tasche. Ritornò al bancone e preparò due caffè e una coca cola per dei clienti appena arrivati, con il sorriso che, imperterrito, si rifiutava di lasciargli le labbra.

«Perché stai sorridendo in quel modo?» gli chiese Taehyung con un sopracciglio alzato, quando raggiunse il bancone con un panno sporco e umidiccio sulla spalla e un vassoio ricolmo di piattini e tazze da lavare in mano.

«Non sto sorridendo in nessun modo» rispose Jimin, con tono sbrigativo, per chiudere il discorso ancora prima che fosse effettivamente aperto. Non aveva parlato di quello che era successo con Yoongi, né con Taehyung né con Jin. Aveva soltanto detto loro che dopo la fantastica bravata del biondo erano usciti insieme un paio di volte ed erano diventati amici, che si erano divertiti, sì, ma non c'era stato nulla di più. Non era sicuro del perché lo avesse tenuto segreto, probabilmente perché sapeva che altrimenti i due gli avrebbero fatto fare delle grandissime figuracce davanti a Yoongi.

«Sì, invece. E con chi stavi messaggiando prima, tra l'altro?» gli chiese il più piccolo, nascondendo una risata con un colpo di tosse.

«Stavi messaggiando?» intervenne Jin all'improvviso, come se fosse l'unica parola che aveva capito. «Durante il lavoro?»

Taehyung alzò gli occhi al cielo e Jimin gli tirò un pugno – non tanto giocoso – sul braccio. «Che cavolo, Jimin!» borbottò, massaggiando il punto interessato, per poi rivolgere la sua attenzione all'amico. «In ogni caso, non è quello che importa. Non trovi che ultimamente sia un po' troppo felice per i suoi standard?»

Jin fu sul punto di negare, ma in seguito ad un'occhiataccia da parte di Taehyung, cominciò ad annuire vigorosamente. «Ora che ci penso, effettivamente sì. C'è qualcosa che non ci hai detto?»

Proprio mentre pronunciava quelle parole e Jimin li liquidava con un velocissimo e autoritario «No. E fatevi i cazzi vostri, una buona volta, che campate cent'anni» – al quale Taehyung rispose divertito con un «Vorrei campare cent'anni solo per farmi gli affari tuoi» –, le porte del locale si aprirono e Yoongi entrò accompagnato dall'usuale scampanellio. Jimin soffocò un lamento disperato, ma non riuscì comunque a trattenere un sorriso alla vista del ragazzo. Yoongi si avvicinò al bancone con pochi passi veloci e, piegandosi oltre la superficie che lo divideva dal biondo, lasciò un bacio leggero sulla guancia di quest'ultimo, forse un po' più vicino alla bocca di quanto avrebbe fatto un normalissimo amico. Le guance di Jimin presero subito colore e i suoi occhi si accesero di una luce inusuale, che lasciò Taehyung non poco sospettoso. Yoongi ordinò una birra e Jin gliela preparò velocemente, mentre tornava a discutere con Namjoon della partita di calcio della sera precedente.

«Quanto ti manca?» chiese Yoongi, ingurgitando un sorso di birra e allontanando immediatamente la pinta quando alcune gocce gli colarono sul mento.

Jimin stava passando un'ultima volta lo straccio sul bancone, ripulendolo dagli ultimi residui di briciole e sporco. «Ho finito hyung, un attimo soltanto» rispose, lanciando il panno a Taehyung e togliendosi il grembiule bianco della divisa, che appoggiò rapidamente nel retrobottega, dove recuperò la giacca. «Possiamo andare» disse con un sorriso al ragazzo, che lo stava aspettando in piedi vicino alla porta del locale. Dopo aver salutato Jin e Taehyung, uscì accompagnato da Yoongi, che subito lo spinse con delicatezza contro il muro gelido di cemento e gli stampò un bacio sulle labbra arrossate per il freddo.

«Vieni a cena da me?» gli chiese sussurrando e il suo fiato si infranse come un soffio di vento sulla bocca ancora aperta di Jimin, che sussultò percorso dai brividi. Il biondo annuì vigorosamente, per poi riattaccare le proprie labbra a quelle del compagno. 

AEROPLANINI DI CARTA | YOONMIN [#Wattys2019] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora