Capitolo 8

308 50 0
                                    

Elias si svegliò prima del solito, ma nonostante il tempo extra, arrivò in laboratorio con venti minuti di ritardo. Era come se il mondo intorno a lui non riuscisse a rallentare, eppure lui si sentiva intrappolato in un vortice che lo trascinava senza pietà. Non poteva concentrarsi su nulla, né sul sonno che gli mancava né sul lavoro che lo attendeva. La notte precedente aveva lasciato cicatrici invisibili, e il suo corpo portava il peso di sogni troppo intensi, troppo reali.

Lisa era già al lavoro quando Elias entrò, la sua figura slanciata e calma contrastava con il caos che si stava scatenando dentro di lui. Si girò quando la porta si aprì, e una leggera ombra di preoccupazione attraversò i suoi occhi.

"Ah, Elias, finalmente! Stavo per chiamarti," disse, ma la sua voce tradiva una nota di preoccupazione che non riusciva a nascondere.

"Scusami," rispose Elias, cercando di mascherare l'agitazione che gli strisciava nelle vene. "Ho dormito troppo."

Lisa lo osservò in silenzio per un momento, notando il modo in cui Elias evitava il suo sguardo. C'era qualcosa di diverso in lui, una stanchezza che non era solo fisica. Non solo quella. "Sembri più che altro sconvolto... hai di nuovo litigato con Isabel?"

Elias si bloccò per un istante, come se il nome di Isabel avesse solleticato un nervo scoperto. Ma poi scrollò la testa, spezzando il momento di tensione. "No. Ho solo avuto una nottataccia," disse, la sua voce più secca di quanto avesse voluto. Si infilò il grembiule con un gesto meccanico, dirigendosi verso il lavandino senza guardarla. La routine del lavoro lo aiutava a riacquistare il controllo, ma c'era qualcosa che lo turbava troppo profondamente.

Lisa non lo forzò a parlare. Lo conosceva bene, troppo bene. Era il suo migliore amico, ma sapeva che Elias non avrebbe mai aperto il cuore così facilmente. Non quando c'era qualcosa che minacciava di distruggerlo, qualcosa che non poteva essere semplicemente ignorato. E poi, quella notte, c'era stato altro: i sogni, la bruciante sensazione di desiderio che gli lasciava l'immagine di Sophia. L'intensità del suo corpo e della sua mente lo aveva sopraffatto, e ora si trovava a fare i conti con quella parte di sé che non riusciva a controllare.

"Ho già infornato io le brioches," disse Lisa con un sorriso discreto, cercando di allontanare la tensione nell'aria. Sapeva che parlare di cose normali, di lavoro, era l'unico modo per non far sentire Elias troppo sotto pressione.

"Ah, grazie," rispose Elias, con un tono che tradiva un accenno di gratitudine, ma che non riusciva a nascondere completamente la sua agitazione interiore.

"Figurati," replicò Lisa, ma i suoi occhi, come sempre, riuscivano a leggere il suo stato d'animo meglio di chiunque altro. Aveva capito che qualcosa non andava, ma preferiva non insistere. Non sarebbe stato facile farlo parlare. Eppure, il silenzio tra di loro parlava più di mille parole.

Lisa sospirò, il suo cuore pesante per l'amico. Era raro vedere Elias così, raramente lo vedeva così frustrato, così smarrito. Eppure, dietro quel muro di durezza che Elias si era costruito negli anni, c'era sempre qualcosa che Lisa riusciva a intravedere: una vulnerabilità nascosta, un dolore che non riusciva a nascondere nemmeno con il suo atteggiamento impenetrabile. E forse, Lisa intuiva anche il motivo di quel tormento. Un motivo che aveva due gemme azzurre come occhi, e che sembrava essere arrivato nel momento sbagliato, nel posto sbagliato. Sophia.

~

Nel pomeriggio, Sophia entrò nel locale con la stessa familiarità di sempre, ma quella volta qualcosa sembrava diverso. La sua postura era meno sicura, il suo passo più lento. Nonostante fosse un cliente abituale, l'aria di quel giorno aveva un sapore strano, come se le cose stessero per sfuggire di mano.

Quando Lisa lo vide entrare, si avvicinò al suo tavolo con il solito sorriso che cercava di essere amichevole, ma che oggi risultava più vuoto del solito. "Ciao, tu sei Sophia, vero?" chiese, il tono più curioso che mai, cercando di non mostrare troppo il suo interesse.

A Moment Too Late - Madelyn CelineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora