Una settimana dopo
La giornata trascorse in un battito di ciglia. Elias stava chiudendo il laboratorio con la consueta attenzione ai dettagli. Nonostante la pasticceria fosse aperta solo al mattino, il pomeriggio era dedicato alla preparazione delle torte e degli impasti per la settimana.
Si infilò la giacca lunga, il freddo di novembre che si insinuava nell'aria lo spingeva a stringersi nella sciarpa. Con un gesto automatico, chiuse a chiave la porta e si avviò verso l'auto, i passi rapidi e decisi.
Quel giorno, però, non aveva parcheggiato nel solito posto dietro al negozio. Il parcheggio era pieno fin dal mattino, un insolito caos che lo costrinse a scegliere il parcheggio accanto al ristorante. Quello stesso ristorante dove la settimana scorsa aveva cenato con Isabel.
Isabel. Lei che, ormai da qualche giorno, non perdeva occasione per offrirgli attenzioni, forse troppe. Se un tempo si era sentito ignorato, ora sembrava quasi soffocato da quel surplus di cura e affetto. Aveva persino cambiato i suoi turni, cercando di essere più presente a casa, ma nonostante gli sforzi, Elias non riusciva a percepire nulla di nuovo. I suoi sentimenti erano distaccati, sospesi in un vuoto che non riusciva a riempire. Non provava più il desiderio che un tempo provava, neppure il più piccolo impulso fisico.
Ricordò la sera precedente, quando Isabel lo aveva portato a letto con l'intenzione di fare l'amore. Ma Elias, esausto, si era scusato: “Scusa, Isabel, oggi è stata una giornata pesante… preferisco solo riposare.”
L'immagine della sua espressione delusa gli si parò davanti agli occhi. Ma sarebbe stato peggio mentire e fare l’amore senza volerlo. La verità era che i suoi sentimenti per lei erano cambiati, forse irrimediabilmente.
Forse era troppo tardi, o forse troppo presto, per far tornare le cose come prima. Ma come potevano mai tornare come prima? Era davvero possibile riamare la stessa persona?
Le domande rimbombavano nella sua mente mentre saliva in auto e si dirigeva verso casa. Quando il semaforo si fece rosso, Elias guardò a destra e vide un taxi fermo. Non ci fece caso all'inizio, ma poi, notando meglio, riconobbe una figura che conosceva fin troppo bene.
Era Madelyn.
La vide parlare al telefono, il volto illuminato dalla luce debole del tardo pomeriggio. Indossava gli occhiali da vista e una camicia azzurra. Le sue labbra si muovevano velocemente, mentre gli occhi sembravano appesantiti dalla stanchezza.
Elias la osservò senza volerne, come se fosse attratto da qualcosa che non riusciva a spiegare. Chissà con chi stava parlando... e cosa si stavano dicendo.
Scosse la testa, come se volesse scrollarsi di dosso quel pensiero. Era impossibile che il destino lo stesse tormentando così. Come poteva incrociarla anche in questa situazione?
Il semaforo diventò verde e il taxi svoltò a destra. Elias lo guardò allontanarsi, desiderando quasi seguirlo, scoprire dove vivesse Madelyn, come se quella fosse la chiave per capire perché pensava tanto a lei.
Perché quella ragazza lo ossessionava così tanto?
Si ritrovò a domandarselo mentre, dieci minuti dopo, parcheggiava sotto casa. Scese dall'auto e si diresse verso l'ingresso. Entrò nella casa immersa nel buio, anche se Isabel doveva essere lì. Accese le luci e si diresse verso la cucina, dove trovò un biglietto.
"Mi hanno chiamato in ospedale per un'emergenza. Farò tardi. Mi dispiace."
— Isabel“Che novità,” mormorò Elias, sfogliando distrattamente i cataloghi dei ristoranti. Decise di ordinare una pizza. Non aveva molta fame, ma sentiva di aver bisogno di energia per concentrarsi sul lavoro che lo attendeva.
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A Moment Too Late - Madelyn Celine
Literatura Feminina| FF X MADELYN CELINE E se due anime gemelle si incontrassero nel momento sbagliato? Immagina di incontrare qualcuno che sembra fatto apposta per te, ma il destino ti pone davanti una scelta impossibile. In un incontro casuale, due anime si riconos...