Capitolo 18

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Nel taxi, Madelyn fissava il cielo grigio di Londra, il suo sguardo perso tra i riflessi sfocati della pioggia che batteva sui finestrini. Il traffico sembrava non voler dare tregua, eppure la sua mente era altrove, bloccata su quanto accaduto la sera precedente. La sensazione di quella notte, quell'intensità che l'aveva avvolta, non la lasciava andare. Le lancette dell'orologio segnavano già le nove passate, e un pensiero si faceva strada nella sua mente: avrebbe avuto giusto il tempo di andare e tornare prima che Ethan arrivasse. Ma lo sguardo di Elias non riusciva a svanire dalla sua mente.

Quando il taxi finalmente si fermò a pochi passi dalla pasticceria, Madelyn si affrettò ad uscire, le gambe che quasi non riuscivano a tenere il passo dei suoi pensieri. Varcò la porta del negozio, e subito lo vide: Lisa al bancone, intenta a pulire distrattamente un bicchiere. Le loro occhi si incrociarono, e in quel breve istante Madelyn vide qualcosa che non riuscì a decifrare nel sorriso di Lisa, un'ombra forse, o solo una sensazione di distanza.

"Ciao Lisa, credo di aver dimenticato la tracolla ieri," disse Madelyn, cercando di sembrare più calma di quanto non fosse in realtà.

"Vai pure in laboratorio, Madelyn," rispose Lisa con un sorriso, ma qualcosa nel suo tono le fece sollevare un sopracciglio, come se quella frase nascondesse qualcosa che non voleva rivelare. Madelyn la osservò un attimo più a lungo, ma poi decise di non insistere, e si diresse verso la porta che separava il laboratorio dalla zona di servizio.

"Ehm... non potresti allungarmela tu?" chiese, ma non riuscì a nascondere un lieve imbarazzo.

"Umm... no," rispose Lisa, il suo sorriso si faceva più stretto, quasi angelico, ma con qualcosa di sinistro che Madelyn non riusciva a spiegare. "Non ti preoccupare, vai pure."

"O-Ok," disse Madelyn, e con un movimento rapido si girò, aggirando il bancone. Spinse la porta del laboratorio, ma appena questa si chiuse dietro di lei, un cigolio fastidioso le fece stringere i denti. Sperava che nessuno la sentisse, ma il rumore risuonò più forte di quanto avesse voluto. Dentro, trovò Elias chino su una serie di paste, intento a sistemarle con la sac à poche, ma quando il rumore della porta lo fece voltare, il loro sguardo si incrociò.

"Sono quasi pronta," disse Elias, ma la sua voce si spezzò non appena si rese conto che non era Lisa a entrare. "Oh... Madelyn."

"Ho dimenticato la tracolla," rispose lei, con un sorriso quasi forzato, cercando di sembrare casuale.

Elias lasciò cadere la sac à poche sul tavolo, pulendosi le mani con un asciughino, prima di voltarsi completamente verso di lei. "Stavo per mandarti un messaggio per dirtelo," disse, il sorriso che gli illuminava il volto non riusciva a mascherare qualcosa di più profondo, come se avesse voluto dirle altro, ma non sapesse come farlo.

Madelyn annuì, sentendosi lievemente irritata da quella presenza che la travolgeva più di quanto volesse ammettere. Prese la borsa da terra e la mise sulla spalla con un movimento quasi automatico. "Ok, ciao."

"Aspetta," disse Elias, e la sua voce era più bassa, più urgente. La sua mano si allungò, fermandola dolcemente sui fianchi. La sua fronte si avvicinò alla sua, quasi a sfiorarla, e il gesto la colpì più di quanto avrebbe voluto ammettere. "Tu hai sempre fretta," sussurrò ancora, la sua voce più roca, come se volesse dire qualcosa di più, come se fosse un invito a restare, ma senza parole.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 2 days ago ⏰

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A Moment Too Late - Madelyn CelineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora