Capitolo 10

311 48 5
                                    

Elias si diresse verso lo spogliatoio, dove si concesse una breve rinfrescata e cambiò la maglietta. Non che ce ne fosse davvero bisogno, ma il sudore sulla pelle gli dava fastidio. Quando tornò nel negozio, l'atmosfera era cambiata. La luce dei lampioni filtrava fioca attraverso la vetrata, disegnando ombre morbide sui muri. Madelyn era seduta al tavolo, una mano che sosteneva la testa, gli occhiali da vista poggiati vicino al computer. Era assorta nei suoi pensieri, come sempre, ma non riusciva a nascondere quanto fosse affascinante anche nei momenti di quiete. Il viso stanco dal troppo studio, ma ancora così bello da togliere il fiato.



Elias si sedette lentamente di fronte a lei, cercando di sembrare più calmo di quanto si sentisse dentro.



"A che pensi?" chiese, cercando di spezzare il silenzio che si era creato, ma il suo tono tradiva una curiosità che non riusciva a mascherare.



Madelyn scattò, come se il suono della sua voce l'avesse destata da un sogno. Sollevò lo sguardo, un sorriso sottile ma gentile si dipinse sulle sue labbra.



"In realtà a nulla... mi ero solo imbambolata."



"Sei molto stanca?" chiese Elias, alzando un sopracciglio, curioso di capire cosa stesse attraversando la mente di Madelyn. Ma, mentre le parole uscivano dalla sua bocca, un altro pensiero lo assalì. Se davvero fosse stanca, avrebbe preferito lasciarla a casa, sola, lontano dalle complicazioni che lui inevitabilmente le portava.



"No... ma se ci hai ripensato, torno a casa." La frase uscì seria, come una sfida. Non c'era nessun segreto nelle sue parole, solo una verità amara che lui non sapeva come affrontare. Il suo cuore batté più forte di quanto volesse ammettere.



Madelyn lo guardò per un lungo momento, e il suo sguardo non sembrava esattamente di chi stesse cercando un modo per fargli cambiare idea. Forse sapeva che Elias stava cercando di non cedere a quella strana tensione tra di loro.



Elias sospirò, il respiro che gli si era fatto improvvisamente pesante. Si sentiva diviso tra il bisogno di dire qualcosa, di chiarire, e la paura di oltrepassare una linea che avrebbe potuto essere irreversibile.



"Madelyn..." iniziò, ma si fermò, la mente che cercava di riordinare i pensieri. "Io penso che..."



Madelyn lo interruppe, dolcemente, ma con fermezza. "Io penso che dovresti rilassarti, Elias." La sua voce era calma, ma con quella sfumatura di autorità che faceva vibrare qualcosa dentro di lui.



Elias rimase in silenzio, come se quelle parole avessero toccato una parte di sé che aveva cercato di ignorare. "Rilassarmi?" ripeté, le sue labbra che sfioravano la parola come se fosse un concetto lontano e inarrivabile. Non era mai stato bravo a rilassarsi, soprattutto quando il suo cuore e la sua mente sembravano lottare contro ogni tipo di calma.



Madelyn lo osservò, i suoi occhi pieni di una dolcezza che contrastava con l'intensità della situazione. "Sì, rilassati. Non pensare troppo. Non è tutto così complicato." La sua mano si mosse delicatamente verso di lui, appoggiandosi sul tavolo tra di loro. Non era un gesto audace, ma per Elias sembrò sufficiente a spostare il terreno sotto di lui.

A Moment Too Late - Madelyn CelineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora