~~ BRANO CONSIGLIATO PER LA LETTURA ~~
<<Quindi siamo in questa situazione di merda, ma soprattutto, Jimin ha dovuto passare le pene dell'inferno, solo perché, quella grande testa di cazzo, non sopportava l'idea che suo fratello potesse essere migliore di lui? Sul serio, Minjun-ssi?>> disse Yoongi, lasciando trasparire un tono di voce particolarmente schifato e nauseato da quel racconto che aveva appena finito di sentire.
<<Spero marcisca in prigione per il resto della sua vita.>> aggiunse subito, dopo essersi alzato dalla sedia in cui era seduto, avanzando verso il divano dove Jimin stava ancora dormendo, ignorando quello che l'uomo aveva iniziato a dire.
Andò in cucina e dopo aver inumidito un panno, andò in direzione del divano mettendosi in ginocchio lì vicino e iniziò ad accarezzare quel viso delicato e distrutto dalla febbre. Poggiò il panno di cotone sulla sua fronte e prese la mano sana, stringendola forte nella sua e lasciando dolci baci sul dorso.
Era molto preoccupato e anche se Minjun lo aveva rassicurato più e più volte, non riusciva a stare tranquillo. Gli aveva detto che quella reazione fosse normale, per via dell'alto contenuto di morfina in quella pomata, ma per lui non era sufficiente. Erano passate cinque ore dal momento in cui avevano portato a termine quella missione di salvataggio, ma la paura che potesse non risvegliarsi continuava ad occupare ogni angolo della sua mente.
Sfiorò delicatamente quel viso, tracciandone delicatamente i contorni e non vedendo alcuna risposta ai suoi gesti, crollò. Si aggrappò al busto dell'amico cominciando a piangere e sfogare tutta la tristezza e la paura che lo stavano opprimendo e lacerando dall'interno.
Pianse così tanto da sentire dolore in ogni parte del corpo; la testa pulsava violentemente, gli occhi bruciavano, la gola irritata e l'addome dolorante per via di tutti i singhiozzi che stavano scuotendo il suo corpo ma, Jimin, ancora non si svegliava.
E fu proprio in quel momento che i sensi di colpa, lo investirono come un treno in corsa. Era stata tutta colpa sua. Se avesse ascoltato il suo migliore amico all'istante, tutto quello non sarebbe mai accaduto e non sarebbe degenerato fino a quel punto. Nuovi e potenti sussulti lo invasero.
Tutte le terribili parole, che gli aveva rivolto nel corso di quei giorni, tornarono prepotentemente alla memoria, facendolo sentire letteralmente una persona orribile. Aveva lasciato che la paura e il terrore condizionassero a tal punto le sue azioni, da non notare ciò che, lentamente, aveva fatto a pezzi il suo migliore amico.
<<È colpa mia, è tutta colpa mia. Se ti avessi ascoltato, non ti saresti ridotto così. Se non avessi ignorato le tue richieste d'aiuto, adesso staresti bene. Non merito di essere tuo amico, non merito di stare al tuo fianco e se iniziassi ad odiarmi faresti bene e ne avresti tutto il diritto. Non ti merito, non merito una persona come te...>> disse aggrappandosi a quella bianca maglietta, che ormai di candido aveva ben poco, stringendola saldamente fra le sue dita e inzuppandola con le sue lacrime di dolore.
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Toxic Rain
Fanfiction[COMPLETA] Anno 2014 La Nongshim apre i battenti nell'isola di Jeju, in Corea del Sud, iniziando la produzione di uno snack, progettato accuratamente dopo anni di ricerca. In poco tempo, infatti, i Dalgdali diventano lo snack più popolare in tutto i...