† Kwon Jiyong †

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~~ BRANO CONSIGLIATO PER LA LETTURA ~~
  
  
  
  
  
  
  
  
 
  
  
  
  
  
  
  
  
   
  
  
  
   
   

Jiyong non riusciva ad interrompere quel flusso continuo di pensieri e anche se le cose all'esterno si stavano mettendo sempre peggio, non poté fare a meno che rivivere quei momenti, che per tanto tempo, aveva cercato di dimenticare. Non perchè fosse una cattiva persona, solamente perchè erano pensieri dolorosi e lui preferiva respingerli, piuttosto che rimuginarci continuamente.

Rivedere il suo viso, anche se in un ricordo, fu per lui un colpo al cuore e per la prima volta in quei cinque anni, si pentì delle ultime parole che le aveva rivolto. Si pentì amaramente del modo con cui l'aveva trattata, della freddezza con cui era andato via di casa, come se lei non fosse nulla e si rattristò molto per non averla mai chiamata in quel lungo periodo, per non averle mai detto quattro semplici parole, “ti voglio bene mamma”.

Probabilmente la causa di questi pensieri, a lui del tutto nuovi e sconosciuti, era dovuta al suo avvicinamento con quelle due famiglie che, dal nulla, avevano invaso la sua vita.

Non aveva potuto fare a meno di notare la preoccupazione negli occhi di Sunja, nello stesso istante in cui si era separata dal figlio quella stessa mattina. Non avrebbe mai dimenticato il modo con cui le sue rughe avevano lasciato il suo viso, nello stesso momento in cui lo stringeva nuovamente fra le sue braccia. Non aveva mai visto quelle emozioni scorrere nel viso della sua, ma era pur sempre sua madre e solo in quel momento riuscì a comprendere il motivo delle sue azioni, che, per anni, lui le aveva considerate delle vere e proprie punizioni.

Aveva sempre avuto un carattere e un comportamento particolare e allora, come oggi, non era visto di buon occhio da molti. L'unico a supportarlo, qualsiasi cosa facesse, a spronarlo per dare sempre il meglio di se stesso, era suo padre. Aveva sempre trovato molto affascinante l'arte del riciclo e lui, da abile costruttore qual era, era sempre pronto ad offrirgli qualche consiglio o ad insegnargli qualcosa. Avevano entrambi la passione per i pezzi di antiquariato e non perdevano mai una mostra, o un'asta.

Il ricordo del pomeriggio che aveva segnato l'inizio del suo periodo buio, si accavallò agli altri, lasciando che le immagini scorressero limpide, come se fossero avvenute solo un giorno prima, ma, in realtà, erano passati quasi dieci anni da allora.

Non avrebbe mai potuto dimenticare quella conversazione che non avrebbe dovuto sentire, ma che non aveva potuto fare a meno di ascoltare.

A suo padre era stato diagnosticato un tumore e, nel più breve tempo possibile, avrebbe dovuto subire un intervento dal quale, non si sapeva con certezza, se ne sarebbe sopravvissuto.

Il suo unico punto di riferimento e di sfogo era Seunghyun, colui che era entrato nella sua vita come semplice compagno di classe ma che, con il passare degli anni, era diventato qualcosa di più. Prima un semplice amico, poi il migliore amico e poi, quando la gelosia nei suoi confronti iniziò a diventare insopportabile, gli confessò i suoi sentimenti.

Non avrebbe mai potuto dimenticare quel pomeriggio. Aveva paura ad esternare ciò che provava per svariati motivi; avrebbe potuto iniziare a deriderlo, a prenderlo in giro, avrebbe potuto allontanarlo. Ma ciò che lo faceva stare più in pena, ciò che lo spaventava e rattristiva allo stesso momento, era il rifiuto. Ma a differenza di ciò che pensava, Seunghyun rispose con un abbraccio. Uno di quelli dal quale non vorresti mai staccarti; uno di quelli che rimangono per sempre nella tua memoria, anche se quella persona non è più al tuo fianco.

E dopo questo leggero sprazzo di dolorosa felicità nei suoi ricordi, continuò a rivivere i momenti che segnarono l'iniziò della sua autodistruzione. Dopo il ricovero del padre nella clinica più vicina a casa, il clima che aleggiava fra le mura della stessa, peggiorava a vista d'occhio.

Toxic RainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora