~~ BRANO CONSIGLIATO PER LA LETTURA ~~
<<Non mi importa di avere un aspetto orribile. Non mi interessa se non ricordo neanche quando è stata l'ultima volta che ho mangiato qualcosa. Voglio sapere chi si trova dentro quella macchina.>> disse Yoongi, allontanando il piatto che Minjun, il padre di Jimin, gli aveva messo davanti.
Era furibondo e non sapeva neanche lui cosa avesse fatto scatenare quest'ira che adesso ribolliva nel suo corpo. Non voleva stare a sentire la storiella che, se lo avesse lasciato parlare, gli avrebbe rifilato.
<<Ve ne parlerò quando sarà il momento adatto, adesso mangiate qualcosa. Mi basta solo questo per il momento.>> disse l'uomo, evitando volutamente un contatto visivo con i due, consapevole che se suo figlio lo avesse inchiodato con i suoi occhi inquisitori non avrebbe retto oltre.
Voleva aspettare che recuperassero una parte delle energie che avevano perduto, prima di scendere in spiegazioni dettagliate. O forse lo stava facendo per se stesso, per evitare di crollare in un modo da cui, probabilmente, non si sarebbe mai più ripreso.
<<Papà lo sai che non mi piace quando parli così, lo sai che non sopporto quando mi nascondi le cose. Ti prego, guardami...>> disse Jimin, raccogliendo tutte le poche forze rimaste nel suo corpo e sbattendo entrambi i palmi delle mani sul tavolo, guardando il padre con una tale intensità da sentire perfino i bulbi oculari bruciare.
Solo dopo il tonfo sordo che si propagò nella stanza, in seguito al suo gesto violento, ricordò il problema alla mano destra. La ritirò verso di sé, avvicinandola al petto e iniziando a massaggiarla delicatamente. Non sapeva cosa aveva fatto allontanare momentaneamente il fastidio, ma ora lo sentiva anche più perforante di prima. Ritornò a sedersi, rannicchiandosi sulla sedia, quando sentì un forte strattone al braccio che fece allontanare completamente la mano dal suo grembo, posizionandola a palmo aperto sul tavolo.
Provò a ritirarla, ma quando vide l'espressione sul viso del padre, sentì le forze abbandonarlo e cadde nuovamente sulla sedia ignorando le continue domande che il padre gli stava riservando. La testa aveva iniziato a pulsare nuovamente, così come anche i suoi muscoli, e le sue ossa avevano iniziato a tremare per via del freddo che, lentamente, si stava infiltrando in lui.
<<E questo cosa significa? Dove siete stati?>> disse Minjun fuori di sé indicando la mano del figlio, ma vedendo che da lui non otteneva alcuna risposta si rivolse al suo migliore amico, allo stesso ragazzo che da sempre aveva considerato come un secondogenito.
<<Non ha importanza al momento, prima voglio sapere chi è quella donna in macchina!>> esclamò il verde, perdendo completamente le staffe e non soffermandosi neanche per un secondo a pensare al tono di voce che aveva utilizzato con un adulto.
Stava per fare il giro del tavolo, in modo da poterlo guardare dritto in faccia senza niente e nessuno che potesse ostacolare i suoi gesti, le sue parole e i suoi pensieri, quando vide Jimin, il suo Jimin, afflosciarsi sul tavolo privo di forze.
Doveva fare qualcosa per aiutarlo, glielo aveva promesso. Doveva salvarlo e tutto il resto passò in secondo piano. Si avvicinò a lui, poggiando una mano sulla fronte e si accorse che la temperatura si era alzata nuovamente.
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Toxic Rain
Fanfiction[COMPLETA] Anno 2014 La Nongshim apre i battenti nell'isola di Jeju, in Corea del Sud, iniziando la produzione di uno snack, progettato accuratamente dopo anni di ricerca. In poco tempo, infatti, i Dalgdali diventano lo snack più popolare in tutto i...