~~ BRANO CONSIGLIATO PER LA LETTURA ~~
Minjun strinse fortemente la bambina a sé che, in seguito a quel forte e assordante boato, aveva iniziato a piangere. Non sapeva il suo nome, non sapeva nulla di lei. Non aveva idea di quale fosse il suo normale tono di voce, non aveva mai parlato dall'istante in cui era stata separata da ciò che rimaneva dei suoi genitori. Ma era un genitore anche lui, era un padre e per nulla al mondo avrebbe lasciato che quella piccola e indifesa bambina, rimanesse sola.
Il suo pensiero andò istantaneamente al figlio e al suo inseparabile amico. Con le loro bizzarre tinture erano facilmente riconoscibili, ma nessuno li aveva visti, nessuno li aveva incontrati. Avvertì una fredda goccia di sudore scivolare lentamente dalla sua fronte e sentì il suo corpo paralizzarsi.
La paura stava tornando.
Tutto ciò che lo circondava, si muoveva come al rallentatore.
Il suo respiro diventò corto e irregolare.
Si mosse leggermente, in modo da poter osservare la reazione di tutte quelle persone che stavano al suo fianco e l'unica cosa che riusciva a vedere nei loro occhi, era il terrore.
Ci fu un secondo boato, più forte e assordante del primo.
Dalla forte intensità con cui si era manifestato, pensò che il cielo si fosse spaccato in due.
Fu proprio in seguito a questo nuovo frastuono, che iniziò il caos: chi cominciò a correre, cercando riparo per l'imminente distruzione che di lì a poco si sarebbe manifestata, chi, invece, si rintanò nello stesso luogo da cui era stato salvato.
Quel secondo tuono, in Minjun invece, fece scattare un sistema di difesa primordiale, la voglia di sopravvivere.
Strinse a sé quella bambina con tutte le sue forze, provando a tranquillizzarla. Smise quasi subito di piangere, concedendo alla paura di fare il resto, ma quando l'uomo sentì quelle esili braccia attorno al suo collo e quelle piccole gambe attorno alla sua vita, stringersi in una morsa soffocante, seppe cosa dire e cosa fare.
<<Fermi tutti!>> urlò con un tono di voce particolarmente ammonitore e per via del luogo in cui si trovavano, l'eco che derivò dalle sue parole, rimbombò tutt'attorno.
Quando vide tutti i presenti immobilizzarsi, continuò a parlare a voce molto alta, in modo da farsi sentire da chiunque <<Non facciamoci prendere dal panico, altrimenti non usciremo mai vivi da qui. Andiamo in palestra come avevamo stabilito, aiutate chi ha bisogno di supporto per camminare e lasciate tutto per terra. Non prendete niente, un inutile peso sulle spalle non farà altro che rallentarci.>>
Dopo quelle parole, iniziò a vedere qualcuno smuoversi, ma il tutto continuava a svolgersi con una lentezza impressionante. Alzò lo sguardo sul cielo, notando i primi banchi di nuvole chiazzare il cielo e meccanicamente, senza pensarci più del dovuto, si ritrovò ad urlare a gran voce <<Sbrigatevi, non abbiamo molto tempo! Possiamo farcela solo se siamo veloci e pretendo che ognuno di voi c'è la metta tutta per esserlo.>>
<<Non dobbiamo arrenderci alla paura, lasciando che ci controlli, dobbiamo essere forti perchè solo così saremo in grado di sconfiggerla. Dobbiamo sopravvivere!>> continuò a dire dopo una brevissima pausa ed in seguito alle sue parole, vide nei loro visi la voglia di combattere per scampare a, quella che sarebbe potuta essere, una morte certa.
Dopo neanche una manciata di minuti, si ritrovarono tutti a correre per le stradine desolate di Jeju; chi con le proprie forze, chi con il sostegno degli altri. Erano circa una quarantina e ognuno dei loro volti era illuminato da una nuova luce. Una luce che solo la speranza di continuare a vivere, può dare.
Avevano due diverse opzioni per raggiungere la palestra, ma la situazione in cui si trovavano non consentiva un attento e studiato ragionamento. Prendere la strada più corta, ma fiancheggiare il bosco, o incamminarsi per le labirintiche stradine della città, soluzione che faceva perdere molto più tempo.
Entrambe le scelte avevano i loro pro e i loro contro. Una era nettamente molto più pericolosa, non era sicuro camminare vicino ai boschi, non in quelle circostanze, ma il suo terreno pianeggiante era più semplice da percorrere. L'altra era decisamente più tranquilla, ma scalini e salite la rendevano decisamente più complicata da attraversare.
Essendo Minjun a guidare tutte quelle persone, il peso della scelta gravava solo sulle sue spalle. Si stavano avvicinando sempre di più a quell'incrocio fatale, doveva decidere e in fretta.
<<Farò tutto quello che posso per proteggerti, te lo prometto.>> sussurrò a quella bimba ancora saldamente aggrappata a lui, lasciando che gli ansimi della fatica appesantissero il suo tono di voce.
L'unica cosa che pensava in quel momento, era rifugiarsi in quella palestra, portando in salvo tutti coloro che lo stavano seguendo, ma ciò che lo spinse a scegliere il tragitto più corto, fu l'incalcolabile voglia di assicurarsi che Jimin e Yoongi fossero al sicuro in quella struttura.
Mentre piegava leggermente a sinistra, intraprendendo il sentiero che costeggiava il bosco, avvertì diverse gocce picchiettare la propria testa e l'irrespirabile fetore di uova marce, appesantire l'aria.
<<Non badate alla pioggia, continuate a correre senza fermarvi. Manca poco per arrivare in palestra.>> urlò a pieni polmoni, provando a tranquillizzare tutti coloro che, dopo essersi accorti del ritorno di una cosa banale come la pioggia, avevano iniziato ad arrendersi lentamente.
Correva, correva come non aveva mai fatto nei suoi quarantuno anni di vita. I muscoli che bruciavano per lo sforzo, il fiato sempre più corto e irregolare, ma, neanche per una frazione di secondo, diminuì la presa su quella bambina. La stringeva a sé come se fosse figlia sua, mentre degli spettrali ululati provenivano dalle profondità del bosco.
Il cielo si incupiva sempre di più.
La pioggia aumentava la sua portata da un secondo all'altro.
Il terreno battuto in cui stavano correndo, assumeva sempre di più le sembianze e la consistenza delle sabbie mobili.
La loro fine sembrava vicina, molto vicina.
E quando la disperazione sembrava prendere il controllo di tutto, un piccolo particolare catturò l'attenzione di Minjun.
Un dettaglio, che lo fece urlare a pieni polmoni.
Una piccolezza, che accese un barlume di speranza nel suo cuore.
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Toxic Rain
Fanfikce[COMPLETA] Anno 2014 La Nongshim apre i battenti nell'isola di Jeju, in Corea del Sud, iniziando la produzione di uno snack, progettato accuratamente dopo anni di ricerca. In poco tempo, infatti, i Dalgdali diventano lo snack più popolare in tutto i...