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~~ BRANO CONSIGLIATO PER LA LETTURA ~~
  
  
  
  
  
  
  
  
  
  
 
  
  
  
  
  
   
   
   
  
  
   
   
  
 
Minjun sbatteva le palpebre confuso, non riuscendo a capire se fosse reale, o se fosse tutto frutto della sua immaginazione.

Continuava a sentire quella voce, ma non riusciva a capirne la provenienza.

 
La pioggia era troppo fitta.

Il vento era troppo violento.

 
Invocò il nome del figlio molte altre volte, ma il braccio sul quale era appoggiato, in modo da non schiacciare Goeun, cedette. Si voltò su un fianco, in modo da non comprimerla con il suo peso, ma lasciò che il suo braccio continuasse a circondarle la vita.

Era esausto e il fango sotto di lui era fin troppo morbido.

La voglia di lasciarsi andare per terra, chiudendo gli occhi e trovando finalmente riposo, era troppa.

  
   
Jiyong si guardava intorno, chiamava il nome dell’uomo, ma non riusciva a vedere, o sentire nulla in risposta.

Finché, addentrandosi sempre di più in quel sentiero infangato, vide una figura rannicchiata su se stessa. Corse in quella direzione, sperando con tutte le sue forze che fosse Minjun, ma dopo essersi accovacciato al suo fianco ed averlo girato nella sua direzione, cadde all'indietro.

I tratti del viso erano completamente inesistenti, come anche un braccio ed entrambe le gambe. Sembrava che qualcosa avesse banchettato con quel corpo e lui, conosceva fin troppo bene i responsabili di quel disastro.

Si rialzò di scatto, non poteva perdere tempo.

Dopo aver individuato lo Starlight che Sunja teneva saldamente fra le mani e aver capito sommariamente dove si trovasse, continuò nel suo folle tentativo di salvataggio.

Non smise neanche per un secondo di chiamare il suo nome e mentre sfregava velocemente il braccio sul viso, in modo da togliere l'eccessiva acqua che stava facendo bruciare i suoi occhi, vide un ennesimo corpo disteso al suolo. Deglutì a disagio; trovarsi davanti un altro cadavere era l'ultimo dei suoi pensieri, ma c'era qualcosa di diverso dal primo. Qualcosa che lo spinse ad accorciare ulteriormente la distanza che li separava.

Non sapeva a cosa attribuire quella sensazione, ma, in quel momento, nulla aveva senso. Seguire l'istinto era l'unica cosa che si sentiva di fare in quella circostanza.

Si avvicinò cautamente, lasciando che gli stivali penetrassero a fondo nella fanghiglia sottostante.

<<Minjun...>> disse Jiyong flebilmente, riconoscendo la figura che giaceva inerme al suolo.

<<Jiminie... sei tu?>>

Jiyong riuscì a captare quel debole suono, solo grazie al fine udito che aveva sviluppato durante gli anni di caccia ed in seguito a quel semplice nome, riuscì annullare totalmente la distanza che li separava.

<<No Minjun, sono Jiyong.>> iniziò a dire il corvino, schiaffeggiando delicatamente quel viso infangato, in modo che prendesse conoscenza il prima possibile.

<<Jimin è al sicuro, in palestra e ti sta aspettando.>> aggiunse subito dopo ed in seguito a quelle parole, vide gli occhi dell'uomo spalancarsi.

Toxic RainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora