𝟻 | 𝑾𝒉𝒐 𝒊𝒔 𝒊𝒕

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Se la vita ti da cento motivi per
piangere trovane centouno per sorridere.

Michael Jackson

Los Angeles, Stati Uniti• 15 Febbraio 1984 •

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Los Angeles, Stati Uniti
15 Febbraio 1984

«Finalmente sei arrivata!» mi accolse mio papà. Aveva addosso uno smoking: una giacca e dei pantaloni grigi, le scarpe nere, una camicia bianca ed una lunga cravatta blu. Mio papà non era mai stato troppo alto, e, visto che io ero cresciuta, per me era ancora più basso. Aveva i capelli grigi, i quali, un tempo, erano biondi, e qualche ruga sulla faccia, segno dell'invecchiamento, ma apparte questo, non era cambiato per niente. Posai la valigia e lo andai ad abbracciare. Lui mi strinse abbastanza forte, tanto che la mia colonna vertebrale si stiracchiò con "crack".

«Va bene, papà, basta se no mi uccidi.» lui sorrise a quella affermazione.
Subito dopo arrivò mia madre, indossava un tailleur nero, molto elegante. I capelli mori erano tagliati in un caschetto lungo e lasciati cadere sulle spalle. Aveva un look molto professionale, al contrario di quello che mi ricordavo io: una camicetta a fiori rosa, una gonna lunga bianca con un grembiule blu e i capelli legati in un disordinato chignon. Apparte il suo modo di vestire, esteriormente era rimasta esattamente come l'ultima volta che l'avevo vista. Non era cambiato niente, a contrario di mio papà. Sulle labbra aveva un rossetto rosso molto brillante e un po' di mascara sulle ciglia. Notai che si era anche messa un po' di fondotinta sulla fronte e sul collo. Si teneva bene, nonostante l'età.

«Dalila! Sei arrivata!» esordì
Mi venne ad abbracciare, ma non strinse forte come aveva fatto mio papà.

«Hai sete? Vuoi un bel the caldo?» mi chiese poi lei

«Si, certo!» risposi felicemente. Ero felice di vederli ancora, nonostante non fossero mai stati molto presenti nella mia vita, io gli volevo sempre molto bene, e sempre gliene vorrò.
Loro mi accompagnarono attraverso il salone principale, il quale devo dire che era molto lussuoso, con un divano a penisola in pelle bianca, un tavolino in legno di mogano ed una poltrona dello stesso colore del divano. Le pareti erano dipinte di un rosa tenue e sui bordi c'erano delle rifiniture in oro. Una cosa che notai fu, su un comò in legno vicino al muro, una ceramica cinese, molto particolare, mai vista prima. Aveva una forma verticale, con dei curatissimi disegni in blu, come draghi e fiori.

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