La coscienza si esprime attraverso la creazione. Questo mondo in cui viviamo è la danza del Creatore.
Michael Jackson
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Catanzaro, Italia • 14 Febbraio 1984 •
Magliette?
Pronte.
Pantaloni?
Pronti.
Calzini?
Pronti.
Scarpe?
Pronte.
Pigiamas?
Pronti.
Make-up?
Pronto.
Dentifricio e spazzolino?
Pronti.
Spazzole e shampoo?
Pronti.
Gioielli vari?
Pronti.
Smalti e unghie finte?
Pronti.
Telefono?
Pronto. Chi parla? No, dai, sul serio...
Borsa?
Pronta.
Portafoglio e dollari?
Pronti.
Passaporto?
Pronto.
Carta d'identità?
Pronta.
Valigia?
Quasi chiusa.
Stavo passando in rassegna tutto quello che dovevo portare per andare in America. Non mi sembrava mancasse qualcosa, quindi chiusi la grossa valigia. Preparai velocemente il mio cappotto lungo e lo appesi sullo schienale della sedia e mi sedetti su di essa, aspettando che il tempo passasse. Era troppo presto per andare in aeroporto, così decisi di rilassarmi un po'. Quasi non mi addormentai.
*****
Fortunatamente il mio orologio a pendolo mi ricordò che era tempo di uscire. Per mia fortuna, la ragazza che si doveva occupare dei miei cavalli era già arrivata e potei subito andare. Accesi l'auto e partii per l'aeroporto. Dopo un po' di tempo, finalmente arrivai e da lì ci vollero un paio di ore prima di salire sull'aereo. L'aeroporto era davvero enorme. La prima cosa che feci fu il check-in, così mi liberai della valigia, poi andai a cercare un bar dove fare colazione: ero davvero affamata. Ne trovai uno non troppo lontano dal mio gate, così presi una brioche con crema e un cappuccino. Dopo qualche minuto tornai a sedermi al gate per aspettare l'imbarco. Si poteva vedere la pista, visto che c'erano enormi finestroni in vetro che lo permettevano. L'aereo che avrei preso era già là e si stava solo attendendo il suo collegamento alla passerella. Mentre aspettavo l'imbarco, ricevetti una chiamata da mia mamma.
