𝟷𝟻 | 𝑪𝒐𝒎𝒆 𝒘𝒊𝒕𝒉 𝒎𝒆

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Il palcoscenico per me è sempre stato la mia casa. È il posto dove mi sono sempre trovato meglio ed è così anche ora. Quando scendo dal palcoscenico sono molto triste poiché mi tocca affrontare la pressione della popolarità.

Michael Jackson

• 22 Febbraio 1984 - 07:59 •

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• 22 Febbraio 1984 - 07:59 •

«Ehy» risposi, imitando copiosamente il suo tono di voce, così da sembrare disinvolta.

«Dimmi, Mike» ripresi.

«Beh... volevo solo chiederti se... uff... è un po' imbarazzante...» aggiunse una risatina amara che mi fece sorridere. Spesso il suo comportamento era talmente bambinesco che mi sorprendeva. Era una parte di lui, della quale non poteva fare a meno.
Pensai velocemente ad una risposta che lo avrebbe messo a suo agio.

«Beh... con tutte le cose imbarazzanti che ho fatto e continuo a fare, credo che questa sia quella meno compromettente.» sentii una risata dall'altro capo del telefono la quale mi fece comprendere che avevo raggiunto il mio obbiettivo.

«Puoi dirmi tutto, Mike.» continuai, più seriamente. Volevo che sapesse che io ero una persona di cui ci si poteva fidare.

«Ok.» fece un sospiro.

«Domani andrò in studio per finire di incidere una canzone, ti piacerebbe venire con me?»
Riflettei su quello che mi aveva chiesto. Quando mi resi conto che mi stava dando l'opportunità di vedere un vero e proprio studio di registrazione, gridai.

«Oh mio Dio! Me lo chiedi anche!? Certo che voglio! Ho sempre voluto vedere uno studio di registrazione! Grazie grazie grazie!» ok, forse stavo esagerando ma... quando ti capita che Michael Jackson ti inviti ad andare con lui in studio di registrazione?
A me era davvero successo.
Ero così eccitata!

«Oh accidenti! Non ci credo! Vedrò come si incide una canzone!» esclamai di nuovo, mettendomi a saltare su e giù sulla moquette.
Solo allora mi accorsi della lunga e cristallina risata in cui era immerso Michael.
Unico. Magnifico.

«Ok, ok, domani alle sei sarò davanti alla tua porta!» smisi subito di saltare e il sorriso che prima avevo stampato sul viso, si sminuì in una smorfia svogliata.

«Alle sei? Così presto?» rise di nuovo. Accidenti, Michael aveva la ridarola facile!

«Beh, non posso fare tardi, bisogna cominciare presto la mattina.» disse cercando di placare la sua risata. Sorrisi anch'io.

«Va bene, va bene. Ci vediamo domani alle sei.»

«Mi raccomando non fare tardi!» sorrisi.

«Non ti preoccupare!»
«A domani, Dali.»

«A domani, Mike.» riposai il telefono al suo posto, chiudendo definitivamente la chiamata.
Non riuscivo ancora a crederci.
Sapevo che non era qualcosa di speciale, che era solo uno studio di registrazione, ma sapevo anche che non era qualcosa che capitava tutti i giorni.
Insomma, solo allora mi stavo accorgendo di star instaurando un'amicizia con una delle persone più irraggiungibili della Terra, Michael Jackson.

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