𝟸𝟸 | 𝑳𝒆𝒕'𝒔 𝒑𝒍𝒂𝒚

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Ascolta il mio cuore, sdraiati accanto a me lascia che ti completi con i miei sogni, posso farti sentire così bene.
E piccola, attraverso gli anni ti amerò ogni giorno di più e allora questa sera ti prometto che tu sarai sempre l'amore della mia vita.

Michael Jackson

• 25 Febbraio 1984 - 08:56 •

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• 25 Febbraio 1984 - 08:56 •

Aprii lentamente gli occhi, nessuna sveglia rumorosa mi dava fastidio, tutto quello che udivo era il canto degli uccellini fuori dalla finestra.

C'era molta pace e tutto quel silenzio mi tenne nel letto a rilassarmi ancora per qualche minuto, finché non trovai la forza, ma soprattutto la voglia, di alzarmi e lasciare quel materasso così comodo.

Feci la mia solita routine igienica al bagno, per poi sistemarmi il viso. Non mi cambiai il pigiama, volevo tenerlo su ancora per un po'; era così morbido e caldo, adoravo i pigiami così.

Uscii dalla mia camera e scesi le scale. Vidi che la porta della stanza di Michael era chiusa, quindi non capii se lui era ancora in casa o era uscito.
Mi avviai verso la cucina ma anche quella era vuota, vidi Michael solo quando entrai nel soggiorno di casa.

Era seduto sul divano ma poggiava i gomiti sul tavolino da caffè in legno che si trovava davanti ad esso. Stava scrivendo qualcosa su di un foglio bianco e sembrava molto concentrato, probabilmente stava facendo
qualcosa di importante.

Appena mi sentì arrivare, però, alzò il capo e subito mi sorrise. Ricambiai il gesto.

«Buongiorno, hai dormito bene?» mi chiese, dando qualche pacca di fianco a dove lui era seduto, invitandomi a sedersi con lui.

Ebbi quasi un deja-vu.

Non attesi un secondo e mi avviai velocemente da lui, per non farlo attendere troppo.

«Ho dormito benissimo, quasi meglio di casa mia, quel letto è molto comodo.» lui sorrise, contento di sapere che stavo bene.
Spostò di nuovo lo sguardo sul foglio, per poi girarsi di nuovo verso di me.

«Ho avvisato il mio produttore, oggi potrò stare qui.»

«In che senso?»

«Ecco, diciamo che oggi ho il giorno libero.» alzò le mani e fece il segno delle virgolette sulle ultime due parole. Sorrisi. Ero contenta di passare un giorno intero con lui. Chissà quante cose avremmo potuto fare.

«Bene, allora non perdiamo tempo.» mi alzai dal divano e mi avviai in cucina, il suo sguardo mi seguiva attentamente e bruciava sul mio corpo, lo sentivo.
Mi rifugiai dietro la parete che divideva le due stanze e cominciai a cercare una tazza.

Aprii un'anta e vidi delle tazze colorate impilate una sopra l'altra. Mi allungai di molto, tentando di raggiungere quello di cui avevo bisogno, ma era troppo in alto.
Mi misi in punta di piedi, ma per davvero poco non arrivavo alla tazza.

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