𝟸 | 𝑳𝒆𝒂𝒗𝒊𝒏𝒈 𝒀𝒐𝒖...

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I ballerini vanno e vengono in un
batter d'occhio, ma la danza è eterna.

Michael Jackson

Le giornate avanzavano e il freddo di gennaio, velocemente cedeva posto al Sole ed alla fresca brezza primaverile di maggio

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Le giornate avanzavano e il freddo di gennaio, velocemente cedeva posto al Sole ed alla fresca brezza primaverile di maggio. Mancava solo un mese alla fine della scuola e il rapporto tra Michael e Dalila si era sviluppato in un'amicizia abbastanza affiatata. Nonostante non fossero ancora migliori amici, parlavano spesso e si raccontavano moltitudini di cose, a volte anche molto personali, intensificando ulteriormente la loro amicizia. Si erano invitati molte volte l'uno a casa dell'altra e viceversa, facendo anche diventare amiche le loro famiglie. Stavano molto bene insieme e non si stancavano mai dell'altro.
Ma, nonostante la loro giovane amicizia, il loro legame non sarebbe durato tanto più a lungo. Questo lo dettavano gli affari della famiglia di lei, la quale azienda stava avendo un improvviso incremento di incassi, facendola arricchire, anche notevolmente. Gli affari andavano a gonfie vele anche in casa Jackson, dove il gruppo musicale dei Jackson Five stava riscontrando molto successo. Dalila e Michael si erano resi conto che, prima o poi, si sarebbero dovuti separare, per via delle strade differenti che le due famiglie stavano prendendo. Per evitare di dimenticarsi, se mai si fossero lasciati, decisero di incontrarsi non molto lontano dalla casa di Dalila per parlare.
Entrambi si sedettero sul gradino del marciapiede e per due netti minuti non volò una mosca tra loro. Entrambi erano in silenzio, ascoltando il soffio del vento che li accarezzava.

«Tu non mi dimenticherai, vero?» chiese improvvisamente Dalila, perchè era questo quello che più la spaventava. Perdere l'amicizia di Michael. Perdere Michael. Il suo primo vero amico.

«Io? Non ci penso neanche.» ripose sicuro lui. Anche Michael non voleva perdere Dalila, sebbene sapesse che non fosse stato possibile. Lei era soddisfatta e sollevata dalla risposta che le aveva dato lui, ma questa la fece anche rattristare di più.
Dalila spostò lo sguardo sul suo polso, posandolo sul braccialetto rosa che ci era legato attorno. Con l'altra mano se lo sfilò e lo porse a Michael, il quale lo accolse nel suo palmo.

«Perchè me lo dai?» chiese lui con perplessità nel tono, non capendo il motivo del gesto della ragazzina.

«Te lo regalo.» affermò lei sorridendo.

«Oh... Allora...» disse il ragazzo, afferrando il suo anello, infilandolo nel pollice sinistro della bambina.

«Io ti regalo questo.» concluse.
La bambina osservò l'oggettino con stupore, era così piccolo eppure significava così tanto per lei. Senza pensarci, lei lo abbracciò e lo strinse forte a sé. Lui, stupefatto del gesto, prima titubante ma poi sicuro, ricambiò, forse anche più affettuosamente di lei.

*****

Poche settimane dopo, come previsto da Michael e Dalila, la famiglia Fiore dovette trasferirsi in Italia, per via della telefonata di un'importantissima azienda di dolciumi italiana, chiamata Ferrero. Quando Dalila lo seppe, si chiuse in camera sua a piangere, ci rimase per ore per poi correre a casa di Michael per parlargli del suo imminente trasferimento. Michael ci rimase davvero male, quasi cadde in depressione, nonostante fosse stata solo una bambina, era la sua migliore amica, ormai. Dalila significava molto per lui, una vera amica con la quale sfogarsi, parlare, capire. Perchè, in verità, lui non aveva molti amici, anzi, i suoi unici amici erano i suoi fratelli, le sue amiche erano le sue sorelle. Non era molto popolare a scuola perchè i ragazzi erano gelosi del suo talento nella musica. Il giovane Michael era spesso deriso dai ragazzini, che, a volte, lanciavano addirittura sassi sulle finestre della sua piccola casetta, gridandogli che non avrebbe mai "sfondato" nel mondo della musica, che non avrebbe mai avuto successo. Naturalmente non c'era niente di più falso, come si potrà notare nei successivi anni settanta, ottanta e novanta. Quelli furono i suoi anni di più successo. Ma ora non pensiamo al futuro. Dalila stava per partire e, come detto prima, Michael ci stava soffrendo davvero tanto. Per Dalila era lo stesso. Si sentiva rotta a metà, come un vaso di porcellana caduto sul cemento. Divisa. Infranta.

Dalila diede l'ultimo saluto a Michael con un abbraccio e, per la prima volta, gli diede un bacio sulla guancia, cosa che spesso le veniva impedita dalla sua poca ma buona timidezza. Poco prima di dover partire per l'aeroporto, Dalila si lasciò andare ad un nuovo sfogo di pianto. Provò a chiedere, per l'ennesima volta ai suoi genitori di restare a Gary, ma non c'era verso di convincerli. Così, partirono.

*****

Dalila guardava la piccola Gary dal finestrino dell'aereo, cercando di capire dove fosse stata la casetta dove viveva il suo migliore amico, per dargli un ultimo saluto e per benedire quel piccolo ragazzino che la fece sentire a casa, ovunque, bastava che ci fosse stato lui.

*****

Dopo più di mezza giornata, la famiglia Fiore era già in Italia, ad Alba, in provincia di Cuneo [1*]. A Dalila già mancava Michael, nonostante ci fosse stato solo un giorno di lontananza tra i due, così come a Michael mancava già Dalila.
Da un lato, però, Dalila era molto incuriosita dall'Italia, era da tanto tempo che voleva visitarla e avrebbe dovuto sfruttare quell'occasione. Dalila era una bambina intelligente e cercava di vedere sempre il lato positivo nelle cose, senza dover rimpiangere niente. Era molto scaltra, ma anche giocherellona e tanto scherzosa, le piaceva molto veder le persone sorridere, per questo faceva di tutto per farlo accadere. Aveva visto tanti sorrisi nella sua vita, ma mai uno così bello come quello del piccolo Michael. Ne era rimasta ammaliata, già subito dalla prima volta che lo vide, ed inoltre, quando incontrò Katherine, la mamma di Michael, si congratulò addirittura con lei, dicendole che aveva fatto davvero un bel bambino. Inoltre aveva anche scoperto che Michael, Mike, come lo chiamava lei, era molto talentuoso sia nel ballo che nel canto. Gli chiedeva spesso di cantare per lei, nonostante lui fosse convinto che la sua voce sembrasse quella di Minnie Mouse. Lei era sempre stata affascinata da quel ragazzo , dalla sua timidezza, dal suo sorriso, dal suo talento. Era sicura che non avrebbe mai dimenticato Michael, e, chissà, magari un giorno, si sarebbero rincontrati...

 Era sicura che non avrebbe mai dimenticato Michael, e, chissà, magari un giorno, si sarebbero rincontrati

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[1*] Ad Alba, in provincia di Cuneo, si trova la sede dell'azienda Ferrero.

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