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Dipartita

Una vasta coltre di nebbia fittissima ricopriva con il suo manto grigiastro le alte e spesse mura che da anni ormai delimitavano il confine tra la safety zone ed il mondo esterno.

Taehyung e Hyeseon avevano deciso di abbandonare quelle soffici coperte alle prime luci dell'alba, per riuscire a prepararsi a mente fresca e con la dovuta calma, in assoluto e rispettoso silenzio dopo le parole e le dolci carezze della notte precedente. Neppure Ryuk aveva osato esprimere il suo stato d'animo, preferendo rimanere quatto quatto di guardia, ben consapevole dei rischi che avrebbe provocato al più leggero latrato, conscio forse più di chiunque altro dei pericoli che aleggiavano fuori e dentro quelle spesse mura.
Forse era anche per questo motivo che, sempre con le orecchie ben ritte, Ryuk era stato proprio il primo ad abbandonare quel piccolo appartamento, seguito a ruota dal suo giovane padrone ed infine da Hyeseon che, prima di chiudere per l'ultima volta quella pesante porta alle sue spalle, aveva controllato di non aver lasciato altro che il suo profumo all'interno di quel posto angusto che aveva imparato a chiamare casa per quattro lunghi ed interminabili anni.
Si addentrarono così, nel bel mezzo della coltre di nebbia, in fila indiana, lasciandosi guidare solamente dal fiuto di quel cane dal folto pelo nero per evitare di incappare in qualche militante dell'esercito, sveglio e già in allerta per il primo turno di ronda mattutina.

Nessuno dei tre seppe quantificare con esattezza il numero di chilometri percorsi per arrivare finalmente al confine della zona di sicurezza. Una sola cosa era certa: una volta attraversato quello spesso muro di cemento tramite un passaggio segreto creato per poter essere sfruttato in caso di pericolo, nessuno sarebbe stato più realmente al sicuro. Hyeseon sarebbe diventata ufficialmente una ricercata dall'esercito esattamente come Taehyung e, anche se i non morti là fuori non avrebbero tentato di attaccarla, non per questo Hyeseon poteva sentirsi maggiormente sollevata.

Avvertì infatti una strana sensazione di vertigine quando, dopo aver aperto il passaggio segreto indicatole da Taehyung, Hyeseon potè quasi immaginare il paesaggio che l'avrebbe attesa al di là di quel muro. Delle case, dei quartieri e quasi persino delle strade sulle quali era solita camminare nei suoi tragitti per l'università o per il lavoro non erano infatti rimaste altro che macerie. Nonostante fosse a conoscenza dei bombardamenti messi in atto dall'esercito per "ripulire" la zona, Hyeseon era ancora lungi dall'immaginare, dal figurare di fronte a sè la più totale desolazione di quegli stessi piccoli quartieri che l'avevano vista crescere. E fu allora che si ritrovò completamente bloccata, incapace di muovere anche solo le dita dei piedi, come se il suo cervello le stesse impedendo di compiere un ulteriore passo in avanti, verso una presunta nuova vita.

Ma non ebbe il tempo sufficiente per metabolizzare la cosa, perché all'improvviso nella coltre di nebbia che si stava via via diradando si erano accese delle luci rosse, seguite da un forte e persistente segnale acustico, un fastidioso e prolungato fischio che non aveva fatto altro che penetrare nelle orecchie dei due ragazzi.

— Cazzo, — imprecò Taehyung, afferrando con forza la mano di Hyeseon e trascinandola così insieme a Ryuk all'interno del passaggio, scambiando con lei niente di più che un'occhiata fugace ma per nulla complice.

— Che sta succedendo? — aveva osato domandare lei, una volta dopo essere stata quasi costretta ad entrare in quello stretto ed angusto corridoio, ben nascosto ad occhi indiscreti, appositamente scavato all'interno delle mura stesse del bunker e pronto per essere utilizzato in occasioni di emergenza come questa.

— Seguimi Hyeseon, — aveva tagliato corto lui, senza nemmeno degnarla di uno sguardo, preoccupandosi solamente di procedere a tentoni nel suo cammino lungo quel tunnel senza fine.

Aveva bruscamente troncato la conversazione e quella sfilza di domande che sapeva Hyeseon avrebbe voluto fargli anche in un momento del genere insieme al movimento dei propri passi su un terreno argilloso ed instabile, voltandosi cosi verso di lei solo per avere la possibilità di guardarla nuovamente negli occhi prima di impartirle l'ennesimo ordine che, già sospettava, Hyeseon non avrebbe mai eseguito senza una doverosa spiegazione. Del resto lei non era stata addestrata per essere un soldato, non era stata istruita per obbedire a degli ordini, nemmeno se fosse stato lui ad impartirli.

till the world ends.「BTS」#wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora