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Affetto

Oddio e se non avessi messo la giusta dose di tritolo? —

Min Yoongi iniziò a picchiettare con una cerca insistenza le dita della mano sinistra contro la superficie liscia del tavolo su cui, fino a poco prima, aveva tenuto appoggiata la propria testa, nel vano tentativo di provare a far riposare le palpebre stanche.

— Hoseok, —

L'indice e il medio dell'altra mano invece, svincolate dal quel movimento ossessivo, stringevano il suo solito cilindro di nicotina che, pian piano, aveva iniziato a rendere l'aria di quella stanza più rarefatta ed irrespirabile.

— E se non avessi calcolato bene i tempi? —

— Hoseok, —

Davanti al suo sguardo perennemente affaticato e annebbiato dal fumo, Jung Hoseok si stava evidentemente aggrappando ad una qualsiasi scusa per cercare di giustificare il leggero ritardo sull'orario previsto del rientro di Taehyung, Jungkook e Jimin dall'operazione che così a lungo avevano pianificato. Come in preda ad un attacco di pura adrenalina quel soldato stava, a sua insaputa, macinando chilometri avanti e indietro lungo la parete del perimetro della stanza perso in assurde, per quanto profonde, elucubrazioni.

— Oddio e se non riuscissero a fuggire in tempo? —

— Ma la vuoi piantare? — lo richiamò così alla calma e all'ordine lo stratega di Hiraeth, riuscendo in quel modo ad interrompere quella camminata incessante e con essa anche le stupide preoccupazioni del suo più giovane compagno. Perchè Hoseok era tanto preoccupato? Yoongi era certo che quei tre sarebbero tornati sani e salvi portando alla gilda quell'assurdo marchingegno, la sola speranza rimasta per la salvezza dell'interno pianeta.

Inspirò quindi per l'ultima volta dell'altro tabacco dalla sua fedele sigaretta, gettandone poi a terra il mozzicone ormai consumato, avendo l'accortezza di spegnere definitivamente quella flebile fiamma con la punta del suo stivale e tornando così ad osservare Hoseok prendere finalmente posto di fronte a lui attorno al tavolo.

I due non ebbero però nemmeno il tempo di scambiarsi un veloce sguardo di intesa o una parola di rassicurazione perchè, proprio in quell'istante, una voce metallica meritò tutto il loro interesse.

"Attenzione, infetti ai cancelli d'ingresso"

— Come è possibile? Non possiamo nasconderci in questi cunicoli, dannazione, — dichiarò Yoongi a quel punto, trovando tutto d'un tratto le forze sufficienti per alzarsi e ribaltare con noncuranza la sedia solo per correre ad aprire la porta ad un affannato Seokjin, che entrò a sua volta nella sala senza quasi degnare il suo compagno di uno sguardo, portando con sè qualche strano aggeggio medico insieme ad Hyeseon e alla piccola Lily.

— Hanno sfondato la barriera, dobbiamo rifugiarci nel laboratorio, presto! — ordinò subito dopo, la voce spezzata per lo sforzo di quella corsa sfrenata e le mani già indaffarate ad armeggiare con il display per l'autenticazione delle impronte che avrebbero consentito a quel piccolo gruppo di ribelli di rifugiarsi all'interno del laboratorio, al riparo dalle fauci di quegli esseri immondi.

Tuttavia, per quanto ciascuno di loro si stesse sforzando di non prestare attenzione se non a Seokjin, fu però impossibile non udire dei pesanti e sinistri gorgoglii farsi sempre più vicini.

E, all'improvviso, l'istinto di sopravvivenza prese il sopravvento. Hoseok aprì così l'armadio della stanza, estraendone un paio di pistole e qualche ricarica che lanciò prontamente in direzione del suo fidato compagno dalla capigliatura turchese, cercando per quanto possibile di non far trasparire dal suo viso tutta la tensione e preoccupazione di quel momento. Dal canto suo, nonostante mai avrebbe voluto ammetterlo, Min Yoongi sapeva che ogni secondo perso all'interno di quella stanza li avrebbe resi esattamente come dei topi in trappola, carne fresca per fauci affamate.

till the world ends.「BTS」#wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora